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 2010  ottobre 21 Giovedì calendario

L’export fa ripartire l’industria italiana (+tabella jpg) - Ripresa? Gli ordinativi dell’industria italiana registrano ad agosto un balzo record, il migliore dal 2001, e c’è chi - come il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi - vi legge un segnale «incoraggiante»

L’export fa ripartire l’industria italiana (+tabella jpg) - Ripresa? Gli ordinativi dell’industria italiana registrano ad agosto un balzo record, il migliore dal 2001, e c’è chi - come il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi - vi legge un segnale «incoraggiante». Ma Confindustria parla di una «ripresa che perde slancio», dice che il rallentamento durerà sino «a fine 2010-inizio 2011» e ribadisce l’allarme occupazione. I dati, anzitutto. Gli ordini dell’industria made in Italy ad agosto sono cresciuti del 32,4% sul 2009 (+7,3% su base mensile). Sale anche il fatturato, a +13,5% su base annua (+ 7,7% sul mercato interno e + 27% su quello estero) e +2,8% sul mese. A fare da traino, l’export, con un +50% di commesse (bene anche settembre, con le esportazioni verso i Paesi extra-Ue a +13%), contro il +21,3% del mercato nazionale. In luce gli ordinativi di apparecchiature elettriche per uso domestico (+77,3%), computer e altri prodotti di elettronica (+48,6%). Quanto al fatturato, l’aumento più rilevante è per i mezzi di trasporto (+39,7%), dove però l’auto perde un -6,2%. «È bene sottolineare l’aspetto positivo anche se ci sono in giro molte Cassandre che vedono solo gli aspetti negativi», dice il ministro Sacconi. «Il nostro export tiene pur in un quadro mondiale in rallentamento» sottolinea il viceministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso. Prudenti i sindacati. «Bisogna che arrivino dati positivi in abbondanza e per diverso tempo per capire quando ci sarà una svolta» dice il leader Cisl Raffaele Bonanni. «È una ripresa piccola senza occupazione, c’è incertezza che causa il blocco degli investimenti» è più tranciante il segretario generale Cgil, Guglielmo Epifani. Più prudente ancora Confindustria, secondo cui «la ripresa perde slancio risentendo delle dinamiche internazionali». Il centro studi di via dell’Astronomia spiega che «stando all’indice anticipatore Ocse», il rallentamento durerà ancora «almeno a fine 2010-inizio 2011». Mentre sul fronte del lavoro «le aspettative delle imprese sono di ulteriore riduzione di manodopera nei prossimi mesi, ma a ritmi più contenuti». L’Italia, dicono gli economisti di Confindustria, recupera «con più fatica, zavorrata dalla perdita di competitività», misurata in un -5,2% tra giugno e metà ottobre, per colpa della rivalutazione dell’euro. Ma a pesare sono anche il costo del lavoro, problemi occupazionali, margini delle imprese erosi anche da rincari delle materie prime e tassi in aumento. Il centro studi continua spiegando che la produzione industriale è calata a settembre dello 0,7%, dopo il balzo di agosto (+1,6%), e che l’aumento nel terzo trimestre (1,9%) è ancora coerente con un incremento del Pil dello 0,5%, ma da maggio il passo è sceso al 5,4% annualizzato, dal 7,7% precedente. Quanto alla crescita degli ordini e fatturato di agosto «compensa le cadute dei due mesi precedenti», ma per il quarto trimestre è atteso «un ritmo più modesto». Un allarme anche dall’Fmi, che parla di «ripresa europea debole», invita a riformare il mercato del lavoro e mette in guardia sul rischio dell’euro forte e sopravvalutato «che potrebbe danneggiare l’economia». Quanto all’Italia, il Fondo ribadisce le stime di un Pil in crescita dell’1% quest’anno e nel 2011, con un deficit al 5,1% che calerà al 4,3% nel 2011.