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 2010  ottobre 21 Giovedì calendario

La giungla degli sconti fiscali. Dal calcio amatoriale alle coop - Quando è il momento di fare i conti con le tasse, alla Virtus Calcio Bolsena, capolista di seconda divisione in Lazio, occorre un commercialista di provata esperienza

La giungla degli sconti fiscali. Dal calcio amatoriale alle coop - Quando è il momento di fare i conti con le tasse, alla Virtus Calcio Bolsena, capolista di seconda divisione in Lazio, occorre un commercialista di provata esperienza. Nella giungla del Fisco italiano, le associazioni dilettanti hanno a disposizione sette tipi di agevolazioni. C’è quella «per erogazioni liberali», l’esenzione «per la pubblicità realizzata per manifestazioni inferiori ai tremila posti», il regime forfettario «per le associazioni affiliate alle federazioni nazionali», le indennità e rimborsi «per i dipendenti pubblici che prestano attività gratuita». Se a queste aggiungiamo gli sgravi previsti per le associazioni genericamente intese, la lista assume contorni kafkiani. Si dirà: ben venga il sostegno del fisco al calcio amatoriale. Vero. Se però la giungla è la stessa, e l’oggetto del beneficio è un’impresa o il reddito di un lavoro dipendente, la questione si fa più seria. Al ministero del Tesoro, non senza difficoltà, hanno contato 242 fra esenzioni, regimi speciali, detrazioni, deduzioni: diciannove per la casa, altrettante per il lavoro e le pensioni, 22 per la famiglia, 36 per gli enti non commerciali, 51 riguardano il reddito d’impresa, 7 l’Iva, 31 le imposte di registro. Ci sono 25 possibili esenzioni per chi paga le accise e 15 per chi compie donazioni. Esenta di qua, deduci di là, l’effetto di erosione sul gettito è enorme: 142 miliardi di euro. Giulio Tremonti non la chiama evasione, ma dentro, inevitabilmente, c’è anche quella. Del resto, più il sistema fiscale è complicato, più è alto il tasso di discrezionalità. Il massimo del risparmio è garantito solo a chi si mostra più abile. Prendiamo il caso delle cooperative: per loro sono previste due esenzioni, cinque deduzioni, un’aliquota ridotta. Un qualunque proprietario di immobile deve valutare sette fra riduzioni d’imponibile, applicazione di imposte sostitutive, esenzioni. E che dire di chi lavora in agricoltura od ha un reddito fondiario? Fra crediti d’imposta, riduzioni d’accisa e di aliquota si raggiunge quota undici. A forza di sovrapporre sgravi d’ogni tipo, magari finanziati con pochi milioni di euro e concessi solo grazie a complicate procedure burocratiche, molti non si accorgono nemmeno che esistono. E’ accaduto, pochi mesi fa, per alcune delle voci del decreto incentivi dedicato ad elettrodomestici e macchine utensili: parte dei fondi sono parcheggiati al ministero dello Sviluppo, in attesa di destinazione. Esenta qui, aiuta là, nel bosco che ora il governo promette di ripulire si trovano anche curiosi casi di esenzione ad aziendam. Come spiegare diversamente la possibilità di esentare «le erogazioni liberali» e «i proventi percepiti per l’attività istituzionale» della Biennale di Venezia. Alcune di queste norme nascono con intenti nobili: è il caso di quella varata appositamente per le donazioni all’Ospedale Galliera di Genova. Altre meno, fra queste, la legge che ha reso esentasse le mance ai croupier dei casinò. Poiché di tagliare le imposte per ora non se ne parla, la parola d’ordine è concentrare, selezionare, riorganizzare. Anche perché - è il ragionamento che fanno al Tesoro - se si allarga la cosiddetta base imponibile, un sistema semplificato di detrazioni potrebbe permettere anche la riduzione di qualche aliquota. Tremonti promette che in cima ai suoi pensieri ci sarà la famiglia. Perché è inutile pensare a grandi riforme come quelle del quoziente familiare se non si rimette anzitutto ordine al regime esistente. Oggi ogni lavoratore con prole a carico può ottenere due tipi di agevolazioni: gli assegni - se a basso reddito - e la detrazione Irpef in busta paga. Poi ci sono una serie di micro-aiuti sconosciuti a molti: da quelli per le spese mediche specialistiche, alla detrazione del 19% a favore di chi iscrive il bambino all’asilo nido. Una parte degli aiuti è gestita dal Fisco, un’altra dall’Inps: è il caso degli assegni per chi ha un invalido a carico. Il progetto al quale stanno lavorando al ministero del Tesoro prevede invece di concentrare ogni tipo di aiuto negli uffici dell’Istituto di previdenza.