Peppino Caldarola, Il Riformista 20/10/2010, 20 ottobre 2010
CEVENINI E LA FATICA DELLA POLITICA
Il malore che ha colpito Maurizio Cevenini dà l’idea di quanto sia complicato fare politica oggi perché serve un fisico bestiale. Quando c’erano i partiti i candidati lavoravano moltissimo, i comizi erano lunghi e faticosi ma una intera comunità umana partecipava allo sforzo individuale. Ora non è più così. Il candidato non ha un minuto di sosta, deve correre da una tv all’altra, deve essere sempre gioviale e sulla cresta dell’onda, partecipa a cene a prova di colesterolo, deve circondarsi di una schiera di fedeli esigenti, deve giocare sempre all’attacco. È il suo corpo che spesso parla per lui. Quelli più bravi, più famosi e più ricchi si circondano di staff efficientissimi che costano una fortuna e richiedono una gran raccolta di denaro. La possibilità che il cittadino comune o l’intellettuale studioso e isolato possano farsi strada è pressoché nulla e conta di più la rete di amicizie e il rapporto fideistico con il leader. Molti pensano che sia più facile diventare parlamentare o consigliere comunale quando vedono tanti improvvisatori riempire le tv o parlare nelle assemblee elettive, ma anche tanti sentono che quel circo è sempre più lontano dalla loro vita quotidiana. La politica diventa un percorso di guerra sul quale molti non vogliono inoltrarsi. C’è una selezione naturale che premia spesso caratteristiche che nulla hanno a che fare con le idee, con la vivacità intellettuale, con la dedizione al pubblico servizio. E la politica si impoverisce. Forza Cevenini.