Franco Sarcina, Il Sole 24 Ore 20/10/2010, 20 ottobre 2010
«THANK YOU, MISTER FAGGIN»
Bit, byte, microprocessore, personal computer, internet, posta elettronica... Probabilmente tutte queste parole, e molte altre, non avrebbero il significato che hanno ora se per caso Federico Faggin, nato a Vicenza, classe 1941, si fosse occupato di altro nella vita. Il presidente americano Barack Obama lo ha capito e ha conferito al ricercatore veneto, naturalizzato americano, la National Medal of Technology and Innovation, il più alto riconoscimento Usa in ambito scientifico.
Faggin viene ricordato principalmente per quanto fece nel 1971, quando realizzò presso la californiana Intel il primo microprocessore, chiamato 4004. Il ricercatore veneto ebbe la geniale intuizione di cambiare la struttura dei primi microchip che venivano realizzati in quegli anni, implementando quello che viene chiamato il "random logic design", e lo fece dotando il 4004 di circa 2.300 transistor. Semplificando alquanto, l’idea di Faggin è stata quella di "inchiodare" parte della capacità di calcolo di un computer nella struttura fisica del chip stesso. Come conseguenza, grazie all’idea di Faggin, nacque di fatto il microprocessore moderno, in grado di elaborare un numero impressionante di calcoli al secondo.
Dopo il 4004, dai laboratori Intel nacque l’8008 e infine l’8080, di fatto il "chip" che rese possibile lo sviluppo dei primi personal computer, cominciando dal primo modello, l’Altair 8800, commercializzato dalla Mits di Albuquerque. Il resto è storia nota: si iniziò con il Pc Ibm, dotato di processore 8088 e che segnò forse il punto di svolta nella diffusione del personal computer, che con questo modello iniziò pesantemente ad entrare negli ambienti lavorativi, e si continuò poi con tutti i Pc, anche con processori di altre marche, costruiti fino ad oggi.
Ora per dare qualche numero, i processori includono più di mezzo miliardo di transistor, ma la logica su cui sono costruiti è stata comunque pensata dal fisico veneto. E nel frattempo, Intel è diventata una delle società più importanti – e redditizie – al mondo, tanto è vero che il suo fatturato ha raggiunto nel terzo trimestre di quest’anno gli undici miliardi di dollari.
Tanta, tanta strada per un fisico italiano. Compiuta, ancora una volta, fuori dai nostri confini.