Michele Calcaterra, Il Sole 24 Ore 20/10/2010, 20 ottobre 2010
VILLAJOYOSA PIANGE IL CRACK
Chissà se in futuro, Villajoyosa sarà ancora la "città gioiosa" che indica il suo nome. Centro turistico di 35mila abitanti affacciato sulla costa alicantina (sud-est della Spagna), con un sindaco di destra, del Partito popolare, Villajoyosa è il primo comune spagnolo ad avere di fatto chiesto l’ammissione all’amministrazione controllata. Si trova a un passo dal fallimento.
Con le sue case multicolore sul lungomare, la cittadina "siede" su oltre 11 milioni di fatture da pagare. Mentre in cassa giacciono solo 286mila euro. Il sindaco ha lanciato il grido d’allarme e ha sospeso ogni forma di pagamento, ad eccezione degli stipendi dei dipendenti e degli interessi bancari. Le banche, ovviamente, saranno chiamate in aiuto.
Quello di Villajoyosa non è un caso isolato. Almeno 400 degli oltre 8mila comuni della Spagna (vale a dire un 30%) è con l’acqua alla gola e , presto o tardi, dovranno correre ai ripari. L’indebitamento totale dei municipi supera i 36 miliardi di euro, una vera e propria "montagna" alla cui sommità giace Madrid con oltre 7 miliardi, seguita da Valencia (862 milioni) e da Barcellona (794). Comuni, quelli spagnoli, che hanno il triste record di pagare i fornitori con un ritardo medio di 238 giorni.
E anche le regioni spagnole stanno attraversando difficoltà sempre crescenti, come dimostrano gli oltre 104 miliardi di debiti accumulati nell’ultimo anno, circa il 9,8% del Pil del paese. Con in testa la regione catalana (circa 29 miliardi), seguita da quella valenciana (16,2 miliardi) e da quella madrilena (12,5 miliardi).