Umberto Folena, Avvenire 19/10/2010, 19 ottobre 2010
LA VIA CINESE ALLA CASA
Casa, dolce casa. Come si scriverà in mandarino? Altro che i superaffitti romani e milanesi! A Foshan, per la miseria di 19 euro al mese, puoi vivere in un pratico monolocale di 18 metri quadrati: un container di metallo, bello robusto, con aria condizionata e pavimento piastrellato. Nell’Anhui per 800 euro si possono comprare vecchi battelli in disarmo, tappare gli eventuali buchi e non soffrire di reumatismi. Altrove si svuota l’automobile e la si dota di branda, luce e ventilatore; sui servizi igienici è meglio sorvolare, ma il Paese è grande e ha tanti cespugli. Nel distretto di Yuzhou due studenti (Qui e Quo?) si sono costruiti una casa su un albero utilizzando materiali di scarto; forse erano troppo di scarto, perché al primo temporale la casa s’è sfasciata. A Hong Kong i vecchietti malati e soli non finiscono in mezzo alla strada come nel perfido Occidente, oh no. Per loro, in appositi condomini, ci sono vere gabbiette metalliche dotate unicamente di una pratica brandina. Servizi in comune. Qualcuno, di notte, pare lanci un lugubre ululato alla luna... Ma forse è una diceria della perfida propaganda capitalistica.