Raphael Zanotti, La Stampa - Torino 20/10/2010, 20 ottobre 2010
SVELATO IL TRUCCO DEL GIOCO DELLE TRE CAMPANE
L’idea stupida è che sia una sfida a due: tre campanelle, una pallina, tu e il banco. La mano è più veloce dello sguardo? Impossibile. Quando pensi questo, hai già perso. Non è un duello, non si tratta di abilità. Il banco vince sempre. E il banco non è solo chi fa vorticosamente girare le campanelle davanti ai tuoi occhi, sono anche tutti quelli intorno: il vecchietto vicino a te, la signora vestita di viola un poco dietro, persino il ragazzo con il berretto da baseball che ti sembrava appena arrivato. Sono un gruppo, mettono in scena una pantomima per fregarti. Perché la pallina non c’è: la mette all’ultimo momento un finto giocatore - il vecchietto, la signora o il ragazzo col cappellino - che punta alla fine. Ovviamente non la tua campanella. L’occhio sarà pure più veloce della mano, ma non di mille mani.
«Non c’è nessuna abilità, è un trucco, una truffa. I nostri filmati lo dimostrano» dicono i carabinieri della compagnia San Carlo. Per tre mesi hanno filmato, con una videocamera nascosta, il gioco delle tre campanelle che si svolgeva sotto i portici di via Nizza all’angolo con corso Vittorio Emanuele, vicino alla stazione di Porta Nuova. Un punto fisso, che i torinesi conoscono ed evitano. Ma non tutti, evidentemente, viste le 95 truffe contestate.
Grazie alle immagini i carabinieri hanno ricostruito i ruoli, i compiti, le gerarchie. E alla fine il procuratore aggiunto Paolo Borgna e il sostituto procuratore Alessandro Sutera Sardo, che hanno coordinato le indagini, hanno chiesto e ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare per associazione a delinquere (la prima in Italia per questo fenomeno): 17 persone arrestate, tre denunciate.
Il capo della banda sarebbe Sergio Federico, 63 anni, l’unico finito in carcere (gli altri sono ai domiciliari). Poi c’erano altre figure: le sentinelle con il compito di avvertire all’arrivo delle forze dell’ordine, i finti giocatori, il procacciatore di ingenui passanti, il finto mediatore in caso di contrasti, c’era persino chi accompagnava al bancomat i malcapitati che finivano i soldi. E sono stati tanti: perdite dai 2 ai 300 euro, con punte di 720 (una signora siciliana arrivata a Torino per assistere alla discussione della tesi del nipote).
Il gruppo, formato da veterani, avrebbe depredato le vittime di 8270 euro. Uno degli arrestati, all’arrivo dei carabinieri, ha dichiarato: «Con questo lavoro mi ci sono comprato la casa».
Ed era davvero un «lavoro», con tanto di orario: tre ore al mattino, tre al pomeriggio, sabato e domenica liberi. Per l’ostensione della Sindone avevano moltiplicato la loro attività, sperando nei pellegrini. Un fenomeno difficile da combattere, soprattutto dopo la sentenza della Cassazione che ha qualificato il gioco delle tre campanelle come gioco d’abilità. Un fenomeno che però porta anche degrado e turba la tranquillità dei cittadini. Non a caso il 21 gennaio 2009 il sindaco di Torino aveva vietato il gioco, pena una multa dai 25 ai 500 euro. Poca roba per dei veterani come il gruppo dei portici, che citava a memoria la sentenza. «Questa operazione rientra in un piano più ampio di controllo del territorio e di tutela della sicurezza e della tranquillità dei cittadini» ha dichiarato il comandante provinciale dei carabinieri, Antonio De Vita.
L’occhio umano non sarà più veloce di mille mani, ma quello elettronico sì.