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 2010  ottobre 19 Martedì calendario

Schedone Terzigno - Terzigno: comune della provincia di Napoli, sorge alle falde del Vesuvio, sul versante sud-orientale del vulcano

Schedone Terzigno - Terzigno: comune della provincia di Napoli, sorge alle falde del Vesuvio, sul versante sud-orientale del vulcano. Appartiene al suo territorio un fitto bosco e una pineta, per un’estensione di oltre 265 ettari. Fa parte del Parco Vesuvio con 1.700 ettari di territorio. Nell’area di Terzigno, dopo l’emergenza immondizia, si trova la S.A.R.I., discarica per rifiuti urbani e assimilabili. È distesa su 18.000 metri quadrati, ha un volume di 1.130.000 metri cubi. Nel Parco Nazionale del Vesuvio per proteggere l’ambiente è vietato andare a funghi. Il 28 gennaio 2010 il Consiglio dei Ministri dà il via libera alla realizzazione alla seconda discarica della zona, in località Cava Vitiello: quasi cinque volte più grande della S.A.R.I., dovrebbe entrare in funzione al momento del suo esaurimento. Il 5 giugno incidenti durante la protesta contro la discarica nel parco nazionale del Vesuvio. I manifestanti, circa 500, hanno bloccato per circa quattro ore una rotonda impedendo il passaggio dei camion diretti alla discarica ma anche ai residenti della zona di rientrare a casa e hanno fatto esplodere una bomba carta che ha ferito un poliziotto. Un’auto della polizia è stata danneggiata. Feriti anche tra i manifestanti. 11 giugno La delegazione della Commissione Petizioni del Parlamento europeo, che ha visitato le discariche della Campania il 29 aprile, boccia nettamente il progetto di ampliamento della S.A.R.I nel Parco Nazionale del Vesuvio, deciso dal governo, e la costruzione della seconda discarica: «La discarica di Terzigno– si legge nel documento – si trova in un Parco Nazionale che è anche patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Questa discarica attualmente non soddisfa i requisiti della direttiva sulle discariche, in particolare l’articolo 11 sulle procedure di accettazione dei rifiuti, o della direttiva habitat. Anche se le infrastrutture del sito sono state recentemente sviluppate, ci sono una serie di carenze gravi ed evidenti che includono fattori geologici. L’imminente minaccia di estendere il sito esistente Sari e l’apertura del secondo sito Vitiello previsto entro il perimetro del parco nazionale è in tali circostanze alternativa inaccettabile e alternative appropriate che rispondono ai criteri delle normative comunitarie devono essere identificate con urgenza». Il 17 giugno il Tar del Lazio accoglie il ricorso presentato dall’Ente Parco del Vesuvio e sospende la decisione del Consiglio dei Ministri: la competenza in materia di apertura di discariche spetta alla Provincia di Napoli, e non al Governo, dal momento che è cessata l’emergenza rifiuti in Campania e, con essa anche i poteri straordinari attribuiti alla Protezione Civile. Il 23 settembre, nel tardo pomeriggio, una cinquantina di uomini armati di spranghe e mazze a Napoli ha fatto irruzione in un deposito della società che si occupa della raccolta dei rifiuti, la veneta Enerambiente, danneggiando tutti i 46 mezzi che si sono trovati a tiro: parabrezza in frantumi, carrozzerie sfondate, fanali in mille pezzi. Nella notte a Terzigno alcuni cittadini hanno fermato due mezzi compattatori che stavano uscendo dalla discarica, tra Via Panoramica e Via Zabatta, e li hanno dati alle fiamme. Per le strade di Napoli già si ammonticchiavano 750 tonnellate di immondizia tra Chiaia, via Partenope e il Vomero: la notte precedente 68 autisti di Enerambiente avevano presentato un certificato di malattia, bloccando di fatto la raccolta in pieno centro. L’Asia, cioè il comune, che è il committente dell’azienda privata, li ha denunciati immediatamente per interruzione di pubblico servizio. I 68 autisti protestavano per solidarietà con i 200 precari e interinali che Enerambiente aveva deciso di non far più lavorare. Su questa situazione s’è innestata la protesta dei cittadini che vivono nei comuni del Parco Vesuvio contro la costruzione di una seconda discarica nel loro territorio. Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, è perplesso: «A Napoli – dice – c’è qualcosa che non torna. Vedo segnali strani e imbarazzanti. Abbiamo fatto cinque discariche dove c’era spazio per diversi milioni di metri cubi di spazzatura. Non si capisce perché a Napoli, oggi, ci sia la spazzatura nelle strade». Le cause della protesta dei dipendenti Enerambiente. L’Asìa raccoglie la spazzatura in oltre la metà della città. A occuparsi della raccolta nelle aree rimanenti, che grosso modo coincidono con il centro storico (circa 400mila abitanti), è un’azienda privata veneziana, la Enerambiente, 650 dipendenti, di cui 200 interinali e soci di coop. L’assessore all’ambiente Paolo Giacomelli, volendo razionalizzare la raccolta, ha chiesto una gara d’appalto che riduce l’introito dell’Enerambiente che ha così deciso di licenziare i 200 interinali. 24 settembre Due autocompattatori bruciati nella notte a Terzigno (Napoli) dove ci sono stati scontri tra manifestanti antidiscarica e polizia. Gli agenti hanno fatto largo ai mezzi che dovevano sversare,dopo che era scattato un blocco stradale.Ci sono state cariche e lacrimogeni, un funzionario di polizia ferito,un manifestante fermato. Cumuli di rifiuti anche a Napoli dove il questore ha annunciato che i mezzi usciranno scortati. 28 settembre. Gli abitanti dei 18 comuni del Parco del Vesuvio per protesta spengono le luci: a Terzigno, insieme con Trecase, Boscoreale e Boscotrecase, i centri capofila della protesta, viene proclamato il lutto cittadino, «per la morte del Parco del Vesuvio», che è il più piccolo parco italiano ma se sarà aperto il nuovo impianto di sversamento si troverà ad accogliere la più grande discarica d’Europa. Per protestare contro i danni provocati al territorio e ai suoi abitanti dallo sversamento dei rifiuti che da tre giorni il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, ha cominciato lo sciopero della fame. 14 ottobre. Pericolo falde inquinate, il sindaco di Terzigno corre ai ripari e vieta l’utilizzo dei pozzi artesiani. L’ordinanza firmata da Domenico Auricchio (Pdl) riguarda il territorio del Comune ed in particolare nei pressi della discarica Sari. Si tratta di un’iniziativa a scopo precauzionale adottata in seguito alla divulgazione delle analisi che hanno evidenziato la presenza di diversi inquinanti nelle falde acquifere, forse effetto - come ritengono sindaci e comitati cittadini - della discarica aperta a Terzigno. Con l’ordinanza di oggi si vuole impedire, in particolare, l’irrigazione di terreni agricoli con acqua inquinata. 17 ottobre. Un centinaio di manifestanti ha bloccato via Zabatta, la strada che collega Boscoreale con Ottaviano, impedendo il transito di una quindicina di camion di ritorno dalla discarica Sari di Terzigno dove hanno sversato il loro contenuto di rifiuti. Notte del 18 ottobre. Nuovi blocchi stradali nella notte davanti la discarica di Terzigno, a sud di Napoli. Diverse decine di cittadini dei movimenti antidiscarica hanno organizzato dei presidi in Via Zabatta (zona Pomigliano d’Arco) che dall’alba hanno impedito l’accesso nel sito di un centinaio di camion autocompattatori carichi di spazzatura «Sari» del comune vesuviano. Le forze dell’ordine in tenuta antisommossa hanno effettuato cariche di alleggerimento contro i manifestanti che lanciavano sassi e bottiglie contro le camionette di polizia e carabinieri, per ostacolare il passaggio delle pattuglie che si stavano dando il cambio turno. Due poliziotti e un carabiniere hanno così riportato ferite lievi, mentre tre donne che manifestavano, a quanto riferiscono i comitati anti-discarica, risultano contuse per le manganellate al volto. Cinque persone coinvolte sono state portate in commissariato a Torre Annunziata. Un presidio è stato attuato dai dimostranti intorno alle 6 in via Passanti, all’altezza di via Cavour, in direzione della stradale statale 268. Solo una decina di camion, intorno alle 4, è riuscita a depositare il carico nella discarica. Centinaia di camion colmi di rifiuti, dopo essere rimasti fermi per ore nei pressi dell’uscita Palma Campania dell’autostrada A3, sono tornati negli autoparchi delle rispettive aziende senza avere potuto sversare il loro carico. A fine mattinata un altro manifestante è stato sorpreso mentre lanciava un sasso contro un mezzo: i fermi sono così diventati sei. L’accusa è di concorso in resistenza e violenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Uno degli arrestati deve rispondere anche di detenzione e porto di esplosivi. Sono stati sequestrati dalla polizia tre ordigni rudimentali fatti con bombolette di gas infiammabile, del tipo da campeggio, alle quali con nastro adesivo era stata aggiunta una miccia e un fuoco d’artificio come detonatore. Il Comune di Terzigno è stato intanto occupato nella tarda mattinata e quattro manifestanti minacciavano di buttarsi dal tetto se la discarica Sari non verrà chiusa. Anche il Comune di Boscoreale è stato occupato dal comitato delle "mamme vulcaniche". «Basta parlare di tafferugli, questa è una guerriglia». È quanto a dichiarato il questore di Napoli, Santi Giuffrè, intervenuto da Radio 24 per parlare dell’emergenza rifiuti in Campania. «Si è parlato tanto di donne e bambini, o di invalidi. Certamente stanotte quando è iniziata la fitta sassaiola, le donne sono andate via. C’è un’organizzazione che gestisce quantomeno i tempi, la fase militare degli attacchi alle forze dell’ordine. Non sono tafferugli, sono autentiche barricate che stiamo rimuovendo con le pale dei vigili del fuoco. La parola tafferugli, con ripetuti feriti e con ordigni che continuano a essere ritrovati come stanotte, è un po’ riduttiva. Meglio cominciare a chiamare le cose col loro nome: questa è una guerriglia. C’è una legge che va rispettata, sarà non gradita alla popolazione ma le leggi si cambiano in Parlamento, non sulla strada». «La situazione, di ora in ora, sta diventando sempre più grave» Lo ha dichiarato l’assessore all’Igiene Urbana del Comune di Napoli, Paolo Giacomelli. Un allarme giustificato dal fatto che, secondo Giacomelli, lungo le strade della città sono rimaste circa 850 tonnellate di rifiuti. «Questa notte abbiamo scaricato solo a Chiaiano circa 700 tonnellate. A Terzigno, a causa degli scontri, è tutto fermo - spiega l’assessore - Abbiamo altre 600 tonnellate di rifiuti su 75 compattatori fermi e pieni. E poi ci sono altri sette mezzi bloccati da domenica scorsa a Terzigno e sono anche gravemente danneggiati». «Il problema è che noi non sappiamo dove sversare - conclude - e se nessuno ce lo dice, la situazione precipiterà». 19 ottobre. Per fronteggiare l’emergenza rifiuti, presidente della Regione Campania Stefano Caldoro firma un’ordinanza che consente ai Comuni del Napoletano di portare la spazzatura nei siti di Savignano Irpino, San Tammaro e Sant’Arcangelo Trimonte, fino al ritorno alla normalità. L’ordinanza è stata firmata nonostante i territori coinvolti, in particolare Caserta, abbiano già fatto sapere di non volere accettare i rifiuti di Napoli. Il sindaco Rosa Russo Jervolino: «Il premier Berlusconi deve intervenire si tratta di un grave rischio igienico e sanitario e di un pericolo per l’ordine pubblico che richiedono un intervento immediato». Il Comune, aggiunge il sindaco, «può fare poco da solo. Nell’immediato chiedo un accordo di solidarietà. Per sei giorni, come suggerito dal prefetto, Napoli dovrà poter smistare i suoi rifiuti nelle province campane. Sul lungo periodo, invece, è indispensabile realizzare il termovalorizzatore di Salerno e quello di Napoli e creare discariche dislocate nell’interno della Regione". E a chi le fa presente che Caserta ha già detto no alla spazzatura di Napoli, la Iervolino replica: "Caserta sbaglia per tre motivi. Uno: Napoli è stata per anni la discarica di tutta la regione. Due: c’è una legge che, prevedendo la provincializzazione dei rifiuti, non ha calcolato il rapporto tra popolazione e territorio: il 53% degli abitanti della Campania risiede nell8% del territorio, quello della provincia di Napoli. Tre - conclude la Iervolino - ci scandalizziamo se il Veneto fa storie per darci una mano e poi tra di noi non ci aiutiamo? Ma siamo tutti leghisti?». La situazione rifiuti in Campania dal punto di vista della salute è sotto controllo e «attualmente non ci sono aumenti delle infezioni o segnali preoccupanti che vengono dai monitoraggi effettuati». Queste le parole del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, a margine del suo intervento alla commissione Sanità del Senato, commentando la situazione di allarme paventata dal sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino.