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 2010  ottobre 19 Martedì calendario

AD APRILE LA SENTENZA LODO MONDADORI

Il giudizio di secondo grado sul Lodo Mondadori si incanala verso la dirittura d’arrivo. La Corte d’Appello di Milano ha respinto infatti la richiesta Fininvest di ulteriori approfondimenti sulla perizia chiesta dal Tribunale a un team di esperti guidata dall’ex rettore Bocconi Luigi Guatri in merito al valore degli asset oggetto di scambio nella "spartizione" del gruppo Mondadori con la Cir del gruppo De Benedetti.

Nel contempo la Corte ha fissato per il 23 novembre l’ultima udienza. Fininvest e Cir avranno poi altri 60 giorni di tempo per depositare le cosiddette "comparse finali", quindi altri venti giorni per le repliche e i giudici altri due mesi per la sentenza. Che dovrebbe di conseguenza arrivare entro la prima decina di aprile.

Nella sentenza di primo grado emessa dal giudice Raimondo Mesiano, Fininvest era stata condannata a risarcire 750 milioni per il danno derivante dalla corruzione dei giudici sul Lodo Mondadori che aveva portato alla ripartizione del gruppo Mondadori tra Fininvest e Cir, con conguaglio monetario a carico di quest’ultima. Una cifra esorbitante, lievitata anche per gli interessi maturati negli anni (la questione risale ai primi anni ’90). La finanziaria della famiglia Berlusconi aveva però chiesto e ottenuto la sospensione del pagamento in attesa della pronuncia di secondo grado, vincolando nel frattempo 806 milioni con una fidejussione a favore della Cir.

La Corte d’Appello aveva quindi chiesto una perizia tecnica per valutare se ci fossero state variazioni nel valore degli asset oggetto di scambio tra giugno ’90 e aprile ’91, pre e post la sentenza che annullava il Lodo Mondadori, al netto cioè degli effetti della corruzione del giudizio. Guatri e gli altri periti avevano quindi stabilito una riduzione dell’ordine del 18,8% della cifra alla base del contendere, che decurterebbe l’indennizzo a poco più di 600 milioni. Considerando anche un errore di calcolo in cui sarebbe incorso il giudice di primo grado e altri elementi relativi alla cosiddetta integrazione equitativa, si arriverebbe invece a una riduzione del 35%-40% rispetto ai 750 milioni di danno quantificato, che abbasserebbero a circa 400 milioni l’esborso a carico della Fininvest.

I legali di quest’ultima, che contesta alla base di dovere alcunchè alla controparte, nel l’udienza del 28 settembre scorso avevano comunque chiesto un supplemento alla perizia Guatri (la richiesta che è stata appunto respinta in data 15 ottobre). Anche Cir aveva obiezioni in merito all’esito della perizia, ma si era riservata di discuterle nella fase finale del procedimento, ritenendo che il quadro fosse comunque chiaro. Se ad aprile si arriverà dunque alla sentenza d’Appello, non è detto che non si finisca per discutere della questione anche in sede di Cassazione.