ENRICO FRANCESCHINI, la Repubblica 19/10/2010, 19 ottobre 2010
ADDIO A FOGLI E PENNE UCCISI DA PC E TELEFONI - È
nata una prima volta dalle piume di un´oca intorno al VI secolo, oggi rinasce come strumento digitale da collegare a un computer, eppure sta gradualmente scomparendo dalla nostra vita quotidiana. La penna, prima d´oca, quindi stilografica, poi a sfera, più comunemente detta biro, dal nome del suo inventore, popola ancora gli scaffali delle cartolerie. Ma per quanto tempo?
Nelle case, negli uffici, nella scuola, perlomeno nel mondo industrializzato, il suo uso si sta continuamente riducendo e crescono le previsioni che sia destinata a estinguersi, come lo scalpello della scrittura cuneiforme. Il 40 per cento degli alunni delle scuole elementari, in Gran Bretagna, non è più in grado di scrivere a mano, nella maggior parte degli istituti si sta perdendo l´abitudine a insegnare a scrivere in corsivo, accontentandosi dello stampatello, e in alcuni di essi il computer ha già completamente rimpiazzato la scrittura manuale. La tendenza è uniforme in tutto l´Occidente: basta prendere un treno o un aereo per vedere uomini e donne di ogni età che scrivono speditamente a testa bassa, impugnando tuttavia non una penna, o una matita, sua sorella più povera, bensì un telefonino, un personal computer, un iPad. Ormai esiste perfino un sito internet, fontself.com, che consente di scannerizzare la propria calligrafia e trasformarla in un carattere stampato sul computer, sicchè è possibile scrivere "a mano" digitando le lettere di una tastiera.
«Sembra triste e sbagliato quando sparisce qualcosa di bello, di utile e di storico», commenta Kitty Burns Florey, autrice di Script & Scribble: the rise and fall of handwriting (Scrivi e scarabocchia: ascesa e caduta della scrittura manuale), un libro che decreta la fine di questa forma di comunicazione ripercorrendone la storia, dai segni cuneiformi dei sumeri ai geroglifici egiziani, passando attraverso i primi alfabeti come quello greco e successivamente ai vari metodi di calligrafia, dal corsivo di Ludovico Arrighi nel 1524 (chiamato appropriatamente anche "italico"), influenzato dal Rinascimento, all´elegante Spenceriano del 1860, al più moderno Palmer del 1912. L´invenzione di Gutenberg dei caratteri a stampa nel 1455 non aveva limitato la scrittura manuale, ma nel 1874 viene prodotta la prima macchina per scrivere ed è la prima rivoluzione, seguita dall´arrivo dei computer negli anni ‘80-´90 del ventesimo secolo, quindi da telefonini, smart phones e ora anche dall´iPad e dai suoi imitatori e seguaci.
Quando un fattorino suona alla porta per fare una consegna a domicilio, ed esige la firma del destinatario, ora non porge più una penna e una ricevuta di carta, bensì un bastoncino collegato a un lettore digitale su cui scriviamo il nostro nome. E´ pur sempre una penna anche quella, sostiene lo scrittore Michael Bywater sul quotidiano Independent di Londra, pronunciando l´elogio della Echo Pen, ultima generazione di penna digitale, che funziona anche come miniregistratore ed è in grado di riversare le parole registrate sul computer: ma a parte il costo (quasi 200 euro), è necessario scrivere su un taccuino similmente digitale per prendere appunti e poi eventualmente trasferirli sullo schermo di un computer. Non è la stessa cosa che scrivere su un foglio di carta, su un quaderno, su un block-notes.
Gli ottimisti sostengono che in fondo si tratta solo dell´evoluzione della specie. Come l´informazione è passata dalla carta stampata alla radio, dalla tivù a Internet, ma non ha smesso di esistere, come la musica è passata dal grammofono allo stereo, dal disco di vinile al Cd, per approdare infine (o meglio per il momento) all´iPod, senza scomparire, così anche la penna e la scrittura manuale continueranno a esistere in nuove forme, di cui l´Echo Pen e l´iPad costituiscono soltanto l´inizio, l´alba di un nuovo giorno. Ma i pessimisti, o forse i realisti, ritengono che l´Echo Pen sia l´inizio della fine. A scuola non si insegna o non si insegnerà più a scrivere a mano, al lavoro e nel tempo libero scriveremo tutti su una tastiera, e il bastoncino con punta di grafite, di metallo, a sfera o al limite digitale diventerà obsoleto. Tra 50 anni? O ne basteranno 10? E con quali conseguenze? La lentezza della scrittura a mano, sosteneva Umberto Eco, consente di pensare, ragionare, comprendere. Senza la penna andremo sempre più veloci, ma senza il tempo di chiederci dove andiamo o perché.