ALBERTO D´ARGENIO, la Repubblica 19/10/2010; ROBERTO PETRINI la Repubblica 19/10/2010, 19 ottobre 2010
2 articoli - ADDIO ESENZIONE ICI PER LA CHIESA DAL 2014 - ROMA - Pressato dalle esigenze di bilancio per lanciare il federalismo e dalla procedura per aiuti di Stato della Commissione Ue, il governo si appresta a cancellare parte delle esenzioni fiscali concesse alla Chiesa
2 articoli - ADDIO ESENZIONE ICI PER LA CHIESA DAL 2014 - ROMA - Pressato dalle esigenze di bilancio per lanciare il federalismo e dalla procedura per aiuti di Stato della Commissione Ue, il governo si appresta a cancellare parte delle esenzioni fiscali concesse alla Chiesa. La porzione più corposa, ovvero quella che ogni anno permette agli enti ecclesiastici di non pagare l´Ici per circa un miliardo di euro. Per intenderci: dal 2014 ospedali, scuole, alberghi e circoli della Chiesa dovranno operare in regime di concorrenza versando le stesse tasse imposte agli altri imprenditori privati. Il taglio ai privilegi - introdotti dallo stesso governo Berlusconi nel dicembre 2005 in vista delle elezioni della primavera successiva - è contenuto in un oscuro comma infilato nel decreto sul federalismo fiscale municipale approvato dal governo lo scorso 4 agosto e mai pubblicizzato. Il testo, a saperlo leggere, è chiaro: l´articolo 5 del decreto che introduce l´imposta unica municipale (Imu) cancella alcune esenzioni fiscali accordate dalla vecchia Ici (che dall´Imu verrà inglobata). Tra le quali quelle comprese dalla lettera "i" della 504 del 1992 (legge istitutiva della tassa sulla casa) che contempla i soggetti «destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive». Tradotto, si tratta degli enti ecclesiastici che operano nella sanità (ospedali e cliniche legate alla Chiesa), nell´educazione (scuole private), nel turismo (alberghi e resort - spesso a cinque stelle - del mondo cattolico) e i circoli. Continueranno invece a non pagare le tasse (cosa mai contestata dall´Unione europea) chi ai sensi dei Patti Lateranensi gode dello status di zona extraterritoriale (ad esempio Castel Gandolfo, l´Università lateranense o il vicariato), nonché i luoghi di culto (le chiese) e le loro pertinenze (i chiostri, il sagrato o la canonica), le parrocchie e gli immobili utilizzati per i servizi sociali in convenzione (mense, centri di assistenza e volontariato). Dal Tesoro da un lato si conferma che resteranno in vigore solo le esenzioni previste dai Patti, ma dall´altro si fa capire che il testo potrebbe ancora essere modificato prima della adozione definitiva. Fatto sta che il provvedimento, se confermato, cancellerebbe metà della procedura Ue per aiuti di Stato illegittimi concessi dal governo agli enti del Vaticano. Resterebbe in piedi la parte che riguarda l´esenzione del 50% delle imposte sui redditi (Ires) per le centinaia degli enti ecclesiastici attivi nella sanità e nell´istruzione e quella che chiede la cancellazione dell´articolo 149 (quarto comma) del Testo unico delle imposte (Tuir) che riconosce agli enti ecclesiastici lo status perenne di enti non commerciali, norma in virtù della quale accedono ai benefici fiscali. È comunque prevedibile che il governo continuerà a difendersi di fronte a Bruxelles per evitare la condanna al recupero delle tasse fin qui non pagate (con tanto di interessi). Roba da vari miliardi di euro. La partita - aperta su denuncia del radicale Maurizio Turco e del fiscalista Carlo Pontesilli (segretario di anticlericale.net) assistiti dal legale Alessandro Nucara - vale infatti circa due miliardi all´anno. Metà dei quali arrivano dal mancato pagamento dell´Ici. Con la nuova legge lo Stato ne dovrebbe recuperare subito 400 milioni, ovvero i soldi non versati dagli enti che ad oggi sono registrati al fisco. Per l´altra metà abbondante dei 100 mila fabbricati della Chiesa che hanno approfittato della possibilità concessa dall´Ici di non registrarsi, invece, dovrebbe scattare l´obbligo ad emergere per il pagamento dell´Imu. E se non lo faranno, assicurano gli esperti, per i Comuni sarà più facile scovarli rispetto ad oggi. ALBERTO D´ARGENIO, la Repubblica 19/10/2010 ANCHE MUSEI, PARCHI E ONLUS DOVRANNO PAGARE LA NUOVA TASSA - ROMA - Musei, biblioteche, cineteche, emeroteche, parchi e giardini. Il mondo del Terzo settore e quello del «no profit». Un esercito di iniziative che potevano contare sull´esenzione dall´Ici, come previsto dalla legge istitutiva del 1992, dovranno mettere una pietra sopra a buona parte dei benefici e cominciare a pagare. Infatti con l´avvento della nuova Imu, la tassa municipale unica che dal 2014 sostituirà nel fisco comunale la vecchia patrimoniale sugli immobili, il sistema delle agevolazioni sarà duramente sfrondato. Ad essere colpite saranno in primo luogo le esenzioni dalle tasse sul possesso di immobili, ovvero l´Ici, ma anche la selva di agevolazioni oggi presenti sulle tasse di registro, che normalmente si pagano in occasione di un passaggio di proprietà di un immobile. C´è da dire che il decreto sul federalismo municipale presta il fianco a qualche incertezza interpretativa: all´articolo 5 annulla tutta una serie di fattispecie immobiliari per le quali è prevista l´esenzione, all´articolo 4 dice che le società non commerciali, invece di essere totalmente esenti, dovranno pagare soltanto il 50 per cento. Fatto sta che per l´intero mondo che gira intorno al volontariato, alle attività assistenziali e sportive si profilano grossi rischi. Anche se c´è chi nota che ci muoviamo in una vera e propria giungla dove non è raro trovare dietro un´associazione un ristorante o un pub. Nell´elenco di chi dovrà cominciare a pagare l´Imu, la nuova e più pesante Ici, oltre a musei e biblioteche, ovvero gli immobili destinati a «usi culturali», anche tutti quegli edifici che venivano favoriti dalla legge sull´handicap del 1992. La norma prevedeva l´esenzione dall´Ici per quegli stabili che, ridotti in stato di abbandono e inagibili, fossero stati ristrutturali per essere destinati ad attività assistenziali per i disabili. Anche in questo caso, nella migliore delle ipotesi si tratterà di pagare una Ici a metà; ma è scontato che molti volenterosi dovranno dire addio all´esenzione. La fetta più grossa di coloro che debutteranno nel mondo dell´Ici è comunque rappresentata dagli immobili «destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive». Si tratta di immobili posseduti da enti pubblici o privati (non quelli destinati a attività istituzionali posseduti direttamente dai Comuni perché questi soggetti continueranno a non pagare); dove sia esplicita e verificata la mancanza di scopo di lucro (dunque quello che si incassa deve servire esclusivamente per coprire i costi); e dove l´immobile sia usato da chi lo possiede per i fini previsti e denunciati. Nella situazione descritta si trovano una grande quantità di «onlus», di associazioni di ogni tipo, di fondazioni ma anche enti pubblici promossi dal Comune come le Pro Loco, gli istituti di beneficenza o le Aziende turistiche e di soggiorno. Naturalmente, almeno fino ad oggi, il contenzioso era assai esteso e la normativa oscura. Con la scure di Tremonti la questione sarà sicuramente semplificata, ma le proteste non mancheranno. ROBERTO PETRINI la Repubblica 19/10/2010