ANDREA BONANNI, la Repubblica 19/10/2010, 19 ottobre 2010
COMPROMESSO SUL NUOVO PATTO EUROPEO - LUSSEMBURGO
Rafforzamento del controllo sui bilanci pubblici in cambio di una garanzia permanente sulla solvibilità degli Stati dell´Unione. E´ questo in sostanza il compromesso che guiderà la riforma della governance economica europea. Ieri a Lussemburgo, dopo dieci ore di discussione, i ministri dell´Economia hanno concordato le linee generali di una riforma del patto di stabilità che prevede un inasprimento delle regole, con un maggiore accento sul debito, e un meccanismo di sanzioni quasi automatico. «Le sanzioni saranno più automatiche ed entreranno in funzione con maggiore tempestività rispetto al passato», ha spiegato il presidente dell´Eurogruppo Jean-Claude Juncker.
Contemporaneamente Merkel e Sarkozy hanno raggiunto un accordo per proporre una riforma del Trattato di Lisbona che introduca sanzioni politiche, compresa la sospensione del diritto di voto, contro i governi che non rispettano le regole di rigore. In cambio di queste concessioni, la Germania ha accettato di rendere permanente il meccanismo di salvataggio dei Paesi i cui bilanci si trovassero sotto attacco da parte dei mercati: quello attuale, costituito in estate, scadrà tra tre anni ma verrà in qualche modo rinnovato e istituzionalizzato.
La discussione della «task force» composta dai ministri dell´Economia per varare una riforma del Patto di Stabilità si è conclusa ieri a Lussemburgo con un accordo di massima che andrà ora sottoposto ai capi di governo nel vertice del 28 ottobre. Le sanzioni quindi saranno praticamente automatiche. Un Paese contro cui venisse aperta una procedura per deficit o per debito eccessivo, avrà sei mesi di tempo per varare le misure correttive che l´Europa gli chiederà di adottare. Se non rispetterà questa scadenza, scatteranno le sanzioni previste dal Patto (congelamento dello 0,2% del Pil che dopo un certo periodo di infrazione diventa prelievo forzoso). Le sanzioni verranno proposte dalla Commissione e potranno essere bloccate solo da una maggioranza qualificata di voti al Consiglio: un quorum praticamente impossibile da ottenere senza il sostegno della Germania.
Le procedure potranno essere aperte anche in caso di debito eccessivo (quello italiano è al 118% del Pil: il doppio del parametro previsto da Maastricht). Tuttavia, secondo quanto ha affermato il ministro Tremonti, sarebbe caduto il vincolo proposto dalla Commissione che imponeva una riduzione automatica del debito pari al 5% annuo. La «ratio» della riduzione dovrebbe essere decisa caso per caso da Commissione e Consiglio anche alla luce di fattori qualitativi che possono incidere sul debito, come per esempio l´onere del sistema pensionistico o l´entità del debito privato: due elementi che potrebbero rendere più leggera la posizione italiana.
Parigi e Berlino hanno intanto raggiunto un´intesa per chiedere una modifica dei Trattati in modo da introdurre anche sanzioni politiche contro i Paesi che violano il Patto. La Germania da tempo chiede che alle multe si possa aggiungere anche il congelamento del diritto di voto in Consiglio. La revisione del Trattato dovrebbe chiudersi nel 2013, anno in cui scadrà il meccanismo provvisorio di stabilizzazione per finanziare i deficit dei Paesi in difficoltà, che verrà a quel punto reso definitivo.