Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  ottobre 19 Martedì calendario

Vanoni: “Divento ironica e sparo a zero sull’Italia” - Il mondo vellutato di Ornella Vanoni si arricchisce di un nuovo capitolo

Vanoni: “Divento ironica e sparo a zero sull’Italia” - Il mondo vellutato di Ornella Vanoni si arricchisce di un nuovo capitolo. Ornella è pronta per il cabaret: nell’ultimo, piacevole doppio album Live al Blue Note, esibisce fra le canzoni, con la complicità della sala, una inattesa verve cabarettistica. Si toglie con disinvoltura sassolini fastidiosi, dice verità inattese («Vasco quando canta, non si capisce niente»), e insomma diverte e intriga oltreché stupire per quella voce sensuale che il tempo non ha scalfito, impegnata in canzoni di Zucchero o Antonacci, Venditti o Nannini, oppure nei successi di sempre, scelti con cura dal fido produttore Lavezzi. Ci è diventata pure ironica, Ornella? «Boh, mi è saltato come un tappo dentro. Non per caso, ma per via di un serio lavoro mentale, e allora è cominciato ad uscire un flusso di humour, forse involontario. Così, ora, sul palco sono felice: io, dentro, vorrei tornare al teatro, ma cantare con la band mi piace anche tanto. Se non ci fosse un paese così schifoso, che ogni volta che parti non sai mai quando arrivi...» Non sia così impietosa col Belpaese. «Cara mia, in questo momento c’è bisogno di ridere per non piangere, perché dell’Italia non frega niente a nessuno, soprattutto ai nostri politici, tutti. E del resto, poi, gli italiani non hanno l’amore per la patria». Nel disco racconta che, quando va dal parrucchiere, legge riviste su cui non riconosce nessuno; però le è accaduto di vedersi ritratta con una dicitura che ipotizzava nuovi interventi estetici... «In realtà ce l’avevano con le mie guanciotte. Ma che ci posso fare? Sono ingrassata e mi sono venute le guanciotte. Mi era preso un trip per lo champagne, me ne facevo una boccia al giorno. Adesso ho smesso, e lotto disperatamente fra le taglie 44 e 42. Ma, in fondo, mi creda, me ne frego». E Vasco, dunque, non si capisce che cosa dice? «Ma è quella la sua forza, sembra uno straniero». C’è di tutto in questo suo nuovo disco: dal Vasco di Ogni Volta a My Funny Valentine... «Già, senta questa: per Valentine, ho preso il telefono e gliel’ho cantata a Valentino; e lui: "Scusa Ornella, ho da fare", e ha messo giù. Ma dimmi tu...». E dunque, ora il tour. «Cara, io invidio gli attori che sono stanziali. Viaggiare d’estate, gliel’ho detto, è un inferno, non arrivi mai. Ma lo farò perché ho bisogno di soldi. Pago il 65% di tasse, ed è davvero contro natura. Le spiego perché: Okay, io pago, e tu, governo, in cambio cosa mi dai? Ho ricevuto un libro costosissimo sull’Aquila, ma all’Aquila i soldi non sono arrivati, e nemmeno ad Haiti mi dicono. I neri sono inviperiti con i bianchi, gli fanno la magia nera». Non le piacerebbe fare un mese di concerti in un teatro a Milano? «Ute Lemper, a New York, ha un contratto con un albergo, canta lì due sere la settimana. Se lei, mia cara, mi trova un albergatore italiano che faccia la stessa cosa... Ah, che tempi! Il fatto è che, oggi, da noi funziona il comico, Lavezzi e Teo Teocoli insieme sono sempre esauriti». Dal suo telefono arrivano voci di bimbi, e siete in cucina. Lei è una brava cuoca? «Un tempo sì, ora non più. Una volta ho chiamato Mina, e mi ha detto "Sono qui come nonna Papera, preparo le torte". Lei sì, che cucina. Mi ha anche insegnato a giocare a poker, Mina, andare avanti fino alle 6 del mattino quando diceva, felice: "Adesso mi faccio una bella minestrina"». Che tour ha messo su? «Sono passata all’organizzazione Ballandi, farò qualche serata invernale in teatri non troppo grandi. Io avrei, di mio, un progetto complicato, con Peppe Servillo. Ho chiamato Spoleto, ma mi dicono che non producono. Nessuno spende soldi, e poi invece vedi queste russe con la borsa Gucci da 7 mila euro, in Montenapoleone, seguite dall’omino italiano con carta da credito in bocca». Ma lei ha il suo pubblico, ha anche avuto un bel successo a Novecento, da Pippo Baudo. «Sì, mi hanno telefonato persone inaspettate come Armani, che non è neanche un mio amico. Mi ha fatto i complimenti, che piacere... E’ che bisogna invecchiare con leggerezza, avere anni lievi, non corrucciati. Io amo, mia cara. Ho un figlio, i nipoti, i miei amici. L’amicizia è un grande regalo della vita».