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 2010  ottobre 19 Martedì calendario

Mouret Roland

• Lourdes (Francia) 1962. Stilista • «Il titolo di “re del tappeto rosso” gli calza a pennello. Il mix fra glamour e celebrità, legato alla sua passione per il cinema, gli ha portato fortuna, cambiando il corso della sua vita. Nel 2005 infatti, in sole quattro settimane, Roland Mouret ha bruciato le tappe conquistandosi un posto al sole nel club dei talenti più hot della moda internazionale. Merito del suo “galaxy dress”: un tubino dai tagli geometrici lineare ma fasciante nei punti giusti, che in tempi record è finito su vari rotocalchi, indossato da una parata di star, da Jennifer Lopez a Cameron Diaz, da Nicole Kidman a Cate Blanchett, passando per Demi Moore e Rachel Weisz, fino a Victoria Beckham. “Ho un debole per la magia del cinema e per il glamour delle attrici, specialmente quelle francesi che hanno sempre avuto una relazione molto speciale con la moda. [...]” [...] ha una visione molto personale del rapporto con le star: “Non ho mai vestito alcuna attrice senza averla prima incontrata e osservata attentamente, tanto che ho rifiutato di vestire molte dive che pure mi chiedevano un abito per un’occasione speciale. Con altre invece ho instaurato una vera amicizia, come nel caso di Scarlett Johansson”. Il loro primo incontro sembra la scena di un film [...] per evitare i paparazzi, lei si rifugia nell’ufficio di Londra di Mouret credendolo un negozio; lui le offre galantemente asilo e il giorno dopo, per ringraziarlo, l’attrice gli inonda lo studio di fiori. Oggi, oltre che un’amica, Mouret la considera la sua musa, come Audrey Hepburn con Hubert de Givenchy, ma con parametri estetici diversi. “Amo le donne con le curve, come Sofia Loren, Eva Mendes, Jennifer Lopez, Beyoncé e Dita Von Teese; i miei abiti in tessuti stretch definiscono le forme femminili in modo plastico e arrivano fino alla taglia 48. Per me la sensualità sta tutta nel modo di muoversi e un abito è fatto per essere tolto; drappeggiare i tessuti sul corpo è sexy perché evoca il momento in cui, dopo aver fatto l’amore, le donne si avvolgono nelle lenzuola o in una camicia del loro amante”. Non sorprende che Mouret abbia affinato negli anni l’arte sartoriale di manipolare le stoffe, proprio come i grandi maestri della couture. Senza saperlo è stato suo padre, un macellaio di Lourdes, a rivelargli la sua vocazione per la moda. “Ero ipnotizzato dal suo grembiule, un quadrato di stoffa che, grazie a una serie di lacci, si può modellare sul corpo in mille modi”. Da quel momento Mouret ha cominciato a fantasticare, poi a viaggiare in giro per il mondo, esportando le sue creazioni ovunque. I suoi modelli hanno sfilato prima sulle passerelle di Londra e poi su quelle di New York, infine a Parigi. [...]» (Enrico Maria Albamonte, “L’espresso” 15/10/2009).