Antonella Mascali, il Fatto Quotidiano 19/10/2010, 19 ottobre 2010
MA ALFANO L’HA CAPITO CHE MANCANO 1200 MAGISTRATI?
In Italia mancano 1200 magistrati e presto il vuoto di organico si aggraverà per il pensionamento di 350 toghe, entro il 30 novembre. Il Csm ieri pomeriggio ha lanciato un Sos durante il plenum straordinario, alla presenza del ministro Angelino Alfano, mentre la Prima commissione ha aperto una pratica a tutela del pm di Milano, Fabio De Pasquale, definito “ famigerato” da Berlusconi, suo imputato per le vicende Mills e Media-set-diritti tv .
“Il problema del pensionamento dei magistrati, ci spiega il consigliere togato, Francesco Vigorito, è una conseguenza della manovra finanziaria. Ha previsto, tra l’altro, cheai pubblici dipendenti venga applicato un nuovo trattamento pensionistico. In particolare prevede che il pagamento della liquidazione non sia immediato, ma venga rateizzato in vari anni”, per chi va in pensione dopo fine novembre. “Di conseguenza – prosegue Vigorito – varie centinaia di magistrati che rientrano nella legge, hanno scelto di presentare domanda di pensione o stanno valutando di farlo. Questo provocherà un’ulteriore grave scopertura degli organici, che raggiungerà una quota vicina al 20% . Peraltro, anche dal punto di vista economico, la manovra è sconveniente perché questo pensionamento di massa produrrà una notevole spesa aggiuntiva. Ci vuole una modifica normativa, quindi il governo e in primo luogo il ministro della Giustizia dovrebbero farsene carico”. E Alfano ha annunciato: “Per ovviare a questa situazione chiederò al Consiglio un nuovo concorso per 350 posti da magistrato”. Bene, la situazione forse non peggiorerà, ma resterà comunque grave perché non ridurrà l’attuale scopertura di posti. Avremo dunque sempre più processi lunghi, con un’alta percentuale di prescrizione dei reati. E dove c’è la criminalità organizzata che controlla il territorio “militarmente”, i vuoti di organico sono maggiori. Al Sud, la scopertura è del 14%, rispetto all’11% di media nazionale, con punte del 50%, ad esempio a Caltanissetta dove ci sono le inchieste sui mandanti esterni delle stragi del ’92.
MA IL GOVERNO invece di pensare ad affrontare questi problemi reali della Giustizia, pensa alla sua idea di Riforma, a colpi di leggi ad personam per il premier-imputato, ma anche con modifiche della Costituzione e del codice di procedura penale che, secondo i magistrati, sono dannose in generale per tutti i cittadini, e in particolare per la lotta alle mafie. Lo hanno detto i procuratori, sentiti dagli ex consiglieri del Csm, che nel luglio scorso hanno presentato una relazione approfondita sullo stato di salute degli uffici giudiziari del Sud: sarebbe una sciagura rendere autonoma, come prevede il ddl Alfano, la polizia giudiziaria dal pubblico ministero, a discapito dell’autonomia del pm. E altrettanto, svuotare lo strumento delle intercettazioni, fondamentali per le indagini. Dalle audizioni e dai dati raccolti dal Consiglio precedente, emerge con chiarezza il fallimento della normativa che ha voluto la maggioranza di centro-sinistra nel 2007, sul divieto per i magistrati di prima nomina di essere pm o giudici monocratici nelle sedi disagiate. Alfano vorrebbe risolvere la questione con i trasferimenti di ufficio, scontrandosi con il Consiglio passato e presente, e con l’Associazione nazionale magistrati, assolutamente contrari. Ha però concesso una deroga: solo i neo magistrati del 2011, potranno andare nelle procure ormai desertificate del Sud.
SECONDO I DATI relativi agli ultimi bandi del 18 maggio e 24 luglio 2009, per magistrati requirenti e giudicanti, ci sono pericolosi vuoti di organico soprattutto in Calabria e Sicilia. A Locri è stato coperto un solo posto su 6 e uno su 5 a Vibo Valentia. A Enna non vuole andare nessun magistrato, scoperti tutti e 6 i posti disponibili . A Gela coperto uno su 7. Si legge nella ricerca del Csm: “Dall’analisi particolareggiata per ogni singola regione emerge, peraltro, che, a fronte di una vacanza del 10% circa negli uffici di Campania e Puglia, le scoperture diventano drammatiche in Sicilia (17,7 %) e, soprattutto, in Calabria (20%), ove, addirittura, vi è la carenza di un magistrato ogni cinque previsti in organico”. Attraverso altri dati, che risalgono al 31 gennaio scorso, si comprende maggiormente che i magistrati di quegli uffici sono costretti a fare miracoli contro la mafia. “In Calabria la scopertura del primo grado (pm e giudici, ndr) è pari al 21%, mentre quella relativa al secondo grado (pg e giudici d’appello, ndr) è del 18%; in Sicilia i vuoti d’organico del primo grado raggiungono il 18,9% mentre per il secondo grado la percentuale di scopertura è del 15,6%. Per quanto concerne i posti requirenti di primo grado (pm, ndr) in Campania e Puglia le percentuali di scopertura sono tra il 6% e l’8%, mentre macroscopicamente più elevata è la percentuale di Calabria (35,8%) e Sicilia (37,8%)”. Ci sono gravi problemi anche per i cosiddetti magistrati “distrettuali”, ovvero quelli che devono sostituire nei diversi uffici i magistrati effettivi che mancano per un periodo: “Nelle quattro regioni in esame per i magistrati giudicanti risulta una percentuale di scopertura superiore al 71% e per i requirenti addirittura del 75%”.
IL DEFICIT maggiore riguarda i pm, sempre a causa del divieto alle toghe di prima nomina di lavorare nelle procure disagiate. Osserva l’ ex consigliere Livio Pepino (curatore della ricerca insieme a Gianfranco Anedda, Fabio Roia, e Antonio Patrono) : “Dire che i neo magistrati non possono andare in certi uffici può essere sul piano teorico condivisibile, ma può funzionare solo in un regime di pieno organico. Il legislatore fa leggi a tavolino senza studiarne l’impatto reale”. E Pepino denuncia un disegno ben preciso che ha portato all’enorme deficit di organico: “É una carenza colpevole. Per 5 anni il ministero della Giustizia (Guardasigilli, Roberto Castelli, ndr), non ha bandito concorsi per depotenziare la magistratura. Ora sono stati fatti nuovi concorsi, ma ci vogliono tempi tecnici lunghi perché si abbiano gli effetti”.