Varie, 18 ottobre 2010
MISSERI Sabrina
MISSERI Sabrina Manduria (Taranto) 10 febbraio 1988. Cugina di Sarah Scazzi, la quindicenne strangolata ad Avetrana (Taranto) il 26 agosto 2010, dopo che il 6 ottobre 2010 il padre Michele aveva confessato l’omicidio, il 15 ottobre 2010 fu arrestata con l’accusa di concorso in omicidio e sequestro di persona. A differenza del padre, si dichiarò innocente. Il 26 maggio 2011 fu arrestata anche la madre Cosima. Ultima ricostruzione del delitto effettuata dagli inquirenti: «Sabrina la strangolò mentre Cosima guardava poi portarono insieme il corpo in garage. Michele stava dormendo, lo svegliarono e gli ordinarono di aiutarle». Vedi anche MISSERI Sabrina, MISSERI Michele, SCAZZI Sarah • «[...] avrebbe tenuto Sarah ferma mentre suo padre Michele la uccideva. [...] Sarebbe stata lei a spingere la cuginetta in fondo a quel garage per farle dare una lezione: era accecata dalla gelosia verso Ivano, arrabbiata perché Sarah voleva raccontare a tutti delle molestie ricevute dal padre. Lei e Michele volevano uccidere Sarah. Volevano spaventarla, poi hanno litigato Misseri avrebbe perso la testa, ci sarebbe stata una colluttazione e infine avrebbe stretto al collo di quella ragazzina la corda della motosega per due minuti. Questo, mentre Sabrina la teneva ferma. [...]» (Mario Diliberto, Giulio Foschini, “la Repubblica” 16/10/2010) • «[...] non è [...] solo la figlia dell’orco, di zio Michele l’assassino. Ma la sua presunta, unica complice [...] Avrebbe messo le mani sulla scena del delitto, avrebbe aiutato il mostro a coprire, pulire, nascondere, seppellire. [...] Mentiva quando piangeva in pubblico e quando si sfogava con gli amici, fingeva quando s’inalberava con gli “sbirri” per la diffidenza e quando piangeva per la rabbia d’avere un padre violentatore e assassino? Recitava quando abbracciava sua zia, l’addolorata Concetta [...]? [...] Sabrina era, per tutti, la più vicina, la più legata a Sarah. Poi il corso imprevedibile dei fatti le ha riservato altri ruoli. Prima la paladina delle ricerche, poi la possibile “rivale” in amore, colei che contendeva a Sarah la simpatia di Ivano. Fino a quella sera del 6 ottobre, in cui diventa soltanto la figlia dell’orco. Ma non è ancora finita: ben presto si trasforma già nella secondogenita di casa che forse sapeva delle morbose attenzioni del padre, quella che in un’intercettazione ambientale dice verosimilmente riferendosi al padre “tanto lo so che l’ha portata via lui”, e infine la mente di un occultamento di cadavere chirurgico e silenzioso. [...]» (Conchita Sannino, “la Repubblica” 16/10/2010) • «L’hanno portata via incappucciata per evitare telecamere e giornalisti. Gesto più simbolico non poteva esserci [...] Dopo giorni e giorni di sovraesposizione televisiva, il cappuccio diventa una sorta di contrappasso. Come spesso succede, l’omicidio di Sarah si è ben presto trasformato in un osceno circo mediatico, dove ognuno ha dato il peggio di sé. Con la scusa di aiutare il pubblico a capire. Con la suprema ipocrisia di non ammettere che di fronte a una storia simile, che nessuna fiction avrebbe mai il coraggio di mettere in scena, la morbosità fa premio sulla reticenza. [...]» (Aldo Grasso, “Corriere della Sera” 16/10/2010).