NICOLA LOMBARDOZZI, la Repubblica 17/10/2010, 17 ottobre 2010
UN MUSEO SOTTERRANEO PER SALVARE I TESORI DEL METRÒ VOLUTO DA STALIN"
Mosca - Il museo sotterraneo più grande del mondo sta cadendo a pezzi. Abbandonato al suo destino perde ogni giorno una parte dei suoi tesori, osservati distrattamente da un numero di visitatori che non ha rivali: oltre nove milioni al giorno, dall´alba fino a notte avanzata.
In realtà la Metropolitana di Mosca, voluta da Stalin nel 1935, resta un raro esempio di efficienza per le struttura pubbliche russe: quasi 300 chilometri di binari, 12 linee, 183 stazioni, ne fanno un gioiellino indispensabile per spostarsi da una parte all´altra di una capitale sempre più caotica. Più trascurato, anzi quasi del tutto dimenticato, è invece il patrimonio artistico che si nasconde tra gallerie e sottopassaggi e che ha fatto della metropolitana moscovita una delle più spettacolari attrazioni turistiche della città. Il campanello d´allarme è risuonato qualche giorno fa nel corridoio principale della linea Arbatsko-Pokrovskaja alla stazione Kievskaja. Sotto gli occhi della consueta marea umana che si affrettava verso l´uscita, è crollato il gigantesco mosaico dedicato a Bogdan Meliniskij, eroe nazionale ucraino. Buona parte di ventiquattro metri quadri della rappresentazione di una festa contadina tra mazzolini di fiori, balalaike e bandiere rosse, sono piombati al suolo in una nuvola di polvere cancellando il lavoro di un´équipe di noti pittori del realismo socialista diretti dall´architetto Taranov nel 1953.
Ma è solo l´episodio più vistoso. Da anni, crepe inquietanti, minacciose macchie di umidità, indelebili tracce di fuliggine, segnano il declino di stucchi e mosaici, difficili da rintracciare in qualsiasi museo di superficie. A lanciare un appello autorevole ci pensa Natalja Duskhina che non è soltanto una illustre docente dell´Istituto superiore moscovita di architettura ma soprattutto la nipote di quell´Aleksej Dushkin che in epoca sovietica progettò e realizzò una decina di stazioni della metropolitana: «I dirigenti si preoccupano solamente del funzionamento dei treni. Vere opere d´arte vengono trattate come normale arredamento prodotto in serie. Bisognerebbe creare una direzione artistica della nostra metropolitana che non è solo una rete ferroviaria urbana». Farne insomma un´area protetta come fosse un museo ufficialmente riconosciuto o un palazzo di interesse storico. Progetto ambizioso ma la signora Dushkina ha due carte preziose da giocare. La prima è l´amore viscerale dei cittadini di Mosca per la loro metropolitana, l´altra è la voglia del presidente Medvedev di fare al più presto qualcosa di nuovo e di visibile per la capitale. Vi è quasi obbligato dopo aver silurato brutalmente il sindaco Jurij Luzhkov e dopo aver gestito un sotterraneo braccio di ferro il premier Vladimir Putin che non avrebbe gradito l´operazione. Il Presidente è stato costretto ad accettare come nuovo sindaco il vice premier Sergej Sobjanin, un burocrate grande amico personale di Putin. Ma pare che nella trattativa all´interno del cosiddetto tandem di potere, Medvedev abbia chiesto al nuovo "signore di Mosca" di dare almeno un pubblico segnale di inversione di tendenza. Dopo anni di scempi del centro storico e di totale disinteresse per i beni architettonici della città, il Presidente vorrebbe una politica un tantino più rispettosa del passato.
E gli attivisti per la difesa del retaggio culturale russo fanno apposta una lista dei problemi che possa sensibilizzare il Cremlino: attenti al pavimento della stazione Belorusskaja, disegnato come un tappeto bielorusso e ora sconnesso e destinato alla distruzione; proteggete i mosaici di vetro della stazione Novoslobodskaja, le statue di bronzo della Ploshad Revolutsij... E così via in uno struggente catalogo di tesori sotterranei dimenticati.