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 2010  ottobre 18 Lunedì calendario

CORNAMUSE E CASTELLI LA SCOZIA LI METTE ALL´ASTA

Tutto è cominciato con la vendita della sede nel centro di Edimburgo e il licenziamento di 45 dipendenti. Poi il vaso di Pandora è stato scoperchiato: così è venuto alla luce che la National Trust for Scotland, fondazione che gestisce il patrimonio artistico scozzese, è in fallimento e dovrà vendere una buona parte dei suoi beni. Saranno sul mercato castelli, 78mila ettari di coste e terre considerate tra le più belle del Nord Europa, residenze di campagna: tutte donate alla fondazione nella speranza che fossero un bene fruibile da tutti.
Il fallimento-scandalo della fondazione scozzese mette in luce le profonde contraddizioni di una nazione che siamo abituati a considerare tra le più avanzate al mondo, ma che ha in alcune regioni sacche di arretratezza impensabili. L´inchiesta del Parlamento scozzese seguita alle difficoltà della Nts, la National Trust, ha infatti rivelato una gestione del patrimonio scozzese incredibile per i nostri tempi. La relazione parla di una gestione "bizantina" della Nts, organizzata in una struttura di 87 rami amministrativi e una pletora di consiglieri e membri che consumavano la maggior parte delle risorse finanziarie della fondazione, ma non riuscivano a far funzionare l´insieme.
La cosa più sorprendente è che alla Nts non sanno neanche, esattamente, quale sia il patrimonio da gestire e quindi il primo passo per la vendita dovrà essere un inventario accurato. Il database della fondazione contiene infatti soltanto alcune delle informazioni su castelli, edifici e terre e l´inchiesta ha accertato che la registrazione di alcuni beni e proprietà era ancora fatta su inventari scritti, spesso conservati soltanto nelle proprietà in questione.
Al momento la Nts riesce a sopravvivere alla giornata, non ha soldi per pagarsi una sede, né i dipendenti e in queste condizioni non è in grado di assicurare alcuna tutela del patrimonio. Perfino i tesori più rappresentativi, quali il castello di Culloden o gli importanti siti archeologici dell´arcipelago di St. Kilda, non hanno ricevuto lavori di manutenzione da anni.
Non c´è da dubitare però che la Nts troverà facilmente acquirenti per i suoi castelli, visto che nel decennio passato oltre 10mila acri di proprietà inglesi sono state acquistate da compratori stranieri. Qualche settimana fa il Financial Times registrava un record assoluto di investitori sul mercato immobiliare del Regno Unito, soprattutto magnati russi e nordeuropei, attirati nelle brughiere dall´idea di vivere come la gentry di due secoli fa. I nomi illustri sono quelli di Roman Abramovich, il proprietario del Chelsea, e dell´imprenditore svedese Stefan Persson, proprietario dei negozi di abbigliamento H&M. Nel Regno Unito trovano un territorio ideale per la caccia, con caratterische uniche al mondo. Le cifre del mercato vanno dai 6 ai 25 milioni di sterline e l´acquisto più sostanzioso di quest´anno è stato il castello di Compton nel Somerset - in Inghilterra - venduto per 17 milioni di sterline a un ignoto compratore australiano.
Sono cifre di questo tipo che la Scozia può guadagnare dalla vendita di terre di bellezza selvaggia come Glencoe e avere fondi utili per mettere mano alla manutenzione di oltre 130 castelli, tra i quali soltanto 12 sono finanziariamente autosufficienti grazie ai lasciti ad essi connessi. I vertici della Nts saranno spazzati via, ma l´amministratore delegato Kate Mavor non sembra averla presa male e commenta sul sito: «Un cambiamento è essenziale per assicurare il difficile compito di salvaguardare il nostro patrimonio».