Nicholas Farrell, Libero 17/10/2010, 17 ottobre 2010
CHI CE L’HA PIÙ LUNGO?
Nella sua autobiografia, anticipata in esclusiva ieri sul Times, Keith Richards, il leggendario chitarrista dei Rolling Stones, scrive di Mick Jagger che ha «un tiny todger», cioè: un pisello molto ma molto piccolo. In parole povere: l’emblema “number one” del machismo, non solo britannico, non è dotato di un cormorano, come si è sempre creduto, ma di un colibrì. A differenza dei musicisti neri americani, i bluesman della Louisiana come Muddy Waters e Bo Didley, che hanno dato ispirazione ai Rolling Stones, Jagger, l’uomo bianco più sexy in assoluto, ce l’ha piccolo. Povero inglese. Non finisce qui. Keith svela il sopranome che ha dato a Mick: “Sua Maestà Brenda”.
Mitico Keith, mitico. Malgrado l’eroina, la vodka, la cocaina e il Jack Daniels consumati ai livelli industriali in tutti questi anni sei ancora vivo all’età di 67 anni, chi sa come, e non hai perso il tuo senso dell’umorismo molto british. Gli inglesi sono così. Si prendono in giro, colpendo dove fa male, e ora Keith se l’è presa con Mick.
E così Keith nel suo libro “Life” (è stato pagato un anticipo di 5 milioni di sterline) prende in giro pubblicamente il suo più vecchio amico e partner che ha incontrato per caso alla stazione di Dartford nei sobborghi di Londra un bel giorno nel 1961 perché Mick aveva sotto braccio dei dischi di Chuck Berry. Da quell’incontro è nato il più grande gruppo di rock&roll di tutti i tempi che incredibilmente va avanti ancora oggi anche se secondo me non ha fatto un granché da Goat’s Head Soup del 1973 (dove si trovava fra le altre la straordinaria “Angie”). Poco dopo quell’incontro che ha cambiato la storia (eh sì) la vostra prima canzone “As Tears Go By” è arrivata immediatamente in testa delle classifiche. Il discorso è come quello di Mozart e Beethoven. Chi dei due preferisci? Beethoven, ovviamente. E chi fra i Rolling Stones e i Beatles? The Stones, of course. All right?
J’adore les Rolling Stones. Penso a “Gimme Shelter”, “Satisfaction”, “You Can’t Always Get What You Want”, “Brown Sugar”, “Wild Horses”, “Street Fighting Man”, “Sympathy for The Devil”, “Honky Tonk Woman”, “Get off My Cloud” ... Ricordo quel giorno negli anni ’70 quando mia madre mi ha portato all’età di 15 anni a fare un giro nella King’s Road di Chelsea così “fashionable” e siamo andati in un ristorante per mangiare hamburger, all’epoca roba rivoluzionaria anche quella, dove suonava “It’s Only Rock& Roll” dei Stones e le bariste che portavano i jeans Levi’s sfacciati erano così sexy. Questa è vita, ho pensato. Nel suo libro Keith racconta come ha mollato l’eroina nel 1978 dopo il suo quinto arresto, e nel 2006 la cocaina dopo la sua caduta da un albero di cocco a Fiji che gli ha regalato un intervento al cervello. Fuma ancora come un turco (Marlboro rosse), però, e beve come una fogna. Che uomo. Ci sono due cose importanti nella sua vita: il suo rapporto con Mick, l’amico che non riesce mai a capire, e la ragazza persa, cioè Anita Pallenberg, la madre di tre dei suoi cinque figli. Paragona «vivere con Mick» a un uccello irritante tenuto in una gabbia. Scrive: «Fu agli inizi degli anni ’80 che Mick diventava insopportabile». E poi: «Una volta amavo Mick ma non vado alla sua ‘dressing room’ da vent’anni. A volte penso: “mi manca il mio amico”. Mi chiedo: “che fine ha fatto?”».
E il pisello di Mick? In un’intervista pubblicata sul Times venerdì scorso Keith ha detto: «Beh, lo so solo perché me l’hanno detto gli altri». “Gli altri” è sicuramente la prima moglie di Mick, Marianne Faithfull Nel film cult “Performance”, girato nel 1969, di Nicholas Roeg, Jagger e Pallenberg recitavano due amanti e questo faceva ingelosire tanto Keith. Una sera, la Pallenberg non tornò a casa e Keith ha scritto “Gimme Shelter” supponendo il peggio. In parte per vendetta Keith si è poi messo a sedurre la Faithfull, e ce l’ha fatta. A casa di Mick. Torna Mick però e Keith deve scappare da una finestra lasciando i suoi calzini.
Nel libro scrive: «Marianne non si è divertita con il tiny todger (pisello piccolo) di Mick. So che è in possesso di due palle enormi ma quelle non riempiono il buco». Della storia fra Palenberg e Jagger, Keith scrive: «Probabilmente ha creato il più grande abisso fra me e Mick di qualsiasi altra cosa, ma da parte di Mick, non mia. E probabilmente per sempre». Nell’intervista al Times ha detto della rivelazione riguardo l’attrezzo di Jagger: «Provate voi a tenere in piedi qualcosa per 50 anni». Keith Richards e Mick Jagger sono stati vicini e intimi come due fratelli. Anzi Keith nel libro parla del suo amore per Mick. Ma non lo sopporta più. La cosa incredibile e che malgrado tutto Keith e Mick riescono ancora a fare musica insieme. Come ha detto al Times: «Saremo ancora “on the road”... Ho fatto due chiacchiere con sua Maestà Brenda». Mitico. Bloody mitico.