Mario Sconcerti, Corriere della Sera 18/10/2010, 18 ottobre 2010
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In un calcio molto organizzato, chi trova un fuoriclasse ha fatto metà strada. Oggi ci sono più giocatori che organizzazione. La cattiva qualità del gioco non è colpa della qualità individuale, ma della debolezza di chi gestisce il gioco. Pochi maestri, pochissimi allenatori. Il giocatore si è evoluto, è diventato personaggio dai molti volti, pubblicità, pressioni, media, lo hanno portato avanti, abituato a tutto. Fa domande, chiede spiegazioni, vuol capire, risponde. Ha costruito un nuovo calcio mentre gli allenatori chiedono il massimo della conservazione. Tutto come era ai loro tempi [...]» (Mario Sconcerti).