Frammenti, 16 ottobre 2010
Tags : Massimo Fagioli
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "FAGIOLI, MASSIMO"
Ricerca fatta con "Fagioli Massimo" e "Massimo Fagioli"
[MARCO BELLOCCHIO]: «[…] Oggi sono sempre convinto che la questione morale è viva e lotta insieme a noi. Ma non è tutto. La decenza, la moralità sono importanti, ma non riguardano la vitalità. Vitale per me è la ricerca, senza fine, della più bella, più ricca, più sessuata, più affettiva identità umana, ricerca iniziata tanti anni fa (1977) nell’analisi collettiva di Massimo Fagioli. […]».
Corriere della Sera 29/10/2005, pag.39 Barbara Palombelli
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[…] Massimo Fagioli, definito ”psicoanalista eretico”, amico di Fausto Bertinotti, ispiratore di alcuni film di Marco Bellocchio.
Il Giornale 13/05/2007, Stefano Lorenzetto
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[…] A proposito di Bertinotti, tutti si chiedono che cosa farà il leader storico nel caso che i suoi decidessero alla fine di uscire. Intanto ha rotto i rapporti col mentore di Bonaccorsi, lo psicoanalista Massimo Fagioli, dopo le sue dichiarazioni omofobiche contro Vendola («può anche andare a letto con un termosifone...»).
Riccardo Barenghi, La Stampa 10/1/2009
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[…] Bertinotti […]. Collaborano con le sue iniziative intellettuali e giornalisti come Rossana Rossanda, Ritanna Armeni, Rina Gagliardi, Alfonso Gianni, Domenico De Masi. Non c’è più Massimo Fagioli, lo psicanalista: «Non mi ha perdonato di aver puntato su Vendola. Ora è vicino a Pannella. Non lo biasimo».
Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 04/02/2010
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[…] Come osserva Massimo Fagioli, docente di Storia del cristianesimo all’università statunitense di Minneapolis, il quale denuncia «la rivoluzione antipolitica operata dal magistero di Ratzinger». Con la conseguenza di ridurre «il magistero cattolico ai richiami al rispetto della vita in nome dei valori non negoziabili» e di restringere l’ottica dell’azione papale al solo campo occidentale, «in un orientamento quasi neo-pacelliano».
Luigi La Spina, La Stampa 14-16-22/7/2010
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[MARCO BELLOCCHIO] […] Lei proseguì nella demolizione delle istituzioni. “Matti da slegare”, anticiperà il suo controverso rapporto con lo psichiatra Massimo Fagioli.
«Oggi mi è chiaro che era un modo per non vedere la mia follia. Allontanarla. Perché in fondo le mie scelte estreme, sbagliate sempre, rispondevano a un’esigenza sincera, di cui non ero consapevole: Chi sono? O anche: Così non mi sopporto più. La mia pazzia non mi piace più, anzi mi fa paura… Nel 1973, il contesto era devastante. Uccidersi o uccidere. Un deserto senza risposte spinse tanti giovani verso la psicoterapia.
Anche lei?
«Anche io. Andai in analisi da uno psichiatra. I risultati non furono straordinari, ma per la prima volta le domande più che le risposte trovarono delle parole. Anche per l’insistenza di un grande amico andai da Fagioli».
Che faceva i seminari di analisi collettiva e definiva Freud “Un imbecille”.
«Piero Natoli iniziò a parlarmi degli incontri con Fagioli come di un’esperienza storica. In quell’entusiasmo da neofita, scorsi un pericolo. Ero stato deluso dall’esperienza maoista e non volevo ripetermi. Nell’aprile del 1977 decisi di andare all’analisi collettiva, c’era sempre il tutto esaurito. Lì incontrai anche Benigni».
Malcom Pagani, il Fatto Quotidiano 31/8/2010