ANTONIO CIANCIULLO, la Repubblica 15/10/2010, 15 ottobre 2010
CORALLI, FORESTE, FIUMI QUANTO RENDE SALVARLI
Una distesa di banchi di corallo, con l´incredibile quantità di forme e di colori che ospita, o una distesa di foresta pluviale, intatta fino all´orizzonte. Paesaggi affascinanti, d´accordo. Ma quanto valgono? Quanto costa bloccare l´assalto che li minaccia? E quanto costa non farlo? Sono le domande a cui il gruppo degli eco-eco, gli economisti ecologisti, ha cominciato a fornire risposte. L´ultima è una ricerca, disponibile su New Scientist. com e firmata dal più autorevole degli organismi che hanno affrontato questo tema, il Teeb (The Economics of Ecosystems and Biodiversity Study). Esce fuori persino una cifra totale: 355mila miliardi di euro il valore degli ecosistemi della Terra.
Lo studio è molto concreto ed esamina una per una le tipologie di ambiente assegnando un prezzo a ognuna in base alle funzioni che svolge. La barriera corallina è un ecosistema che alimenta il turismo, protegge dalla violenza degli eventi estremi come gli uragani e gli tsunami, fa da serbatoio al ripopolamento dei mari e quindi alla pesca: mantenerla porta a un vantaggio economico che arriva a 849.264.44 euro per ettaro all´anno. Nel caso di una palude costiera, che offre anche un servizio gratuito di depurazione, si arriva a 152.796.53 euro, sempre per ettaro l´anno.
Fiumi e laghi, con i benefici legati alla funzione di riserva idrica e motore di turismo, sono quotati fino a 9.238.86 euro per ettaro. Le foreste tropicali - che sono contemporaneamente una banca genetica utile all´industria farmaceutica, una cattedrale verde che mantiene un suolo altrimenti semi desertico e un serbatoio di carbonio che ci difende dal caos climatico - valgono fino a 16.345.68 euro l´ettaro. Le praterie, che contribuiscono alla regolazione del clima e del ciclo idrico, arrivano fino a 2203.11 euro, sempre per ettaro per anno.
Il beneficio è calcolato con chiarezza, anche se la forchetta delle valutazioni per ogni tipologia è molto ampia perché molto dipende da voci legate ad esempio all´appeal turistico delle singole aree. Il danno del degrado è doppio. Da una parte la perdita del valore dell´area, che dal momento della distruzione smette di produrre reddito localmente. Dall´altra il danno più generale che la perdita di un ecosistema infligge all´economia globale privandola dei servizi di depurazione e di fornitura di energia e materie prime su cui si è costruito l´intero sistema produttivo. Ad esempio si calcola che solo il carbonio inglobato nella foresta amazzonica valga, ai prezzi attuali che tengono conto della necessità di evitare la catastrofe climatica, tra 950 e 2.000 miliardi di dollari.
L´analisi del Teeb verrà presentata alla conferenza sulla biodiversità che si aprirà lunedì prossimo a Nagoya, in Giappone: un luogo simbolico, scelto per sottolineare la rapidità con cui stiamo gettando via risorse preziose non solo sul piano estetico ed ecologico, ma anche economico. Abbiamo molto da perdere. Ma anche molto da guadagnare: per ogni dollaro investito nella protezione delle foreste, delle zone umide e dei pascoli c´è un ritorno economico che arriva a 48,39 euro.