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 2010  ottobre 15 Venerdì calendario

Tutti in coda davanti al bancomat dei lingotti - Benvenuti all’aeroporto internazionale di Oro al Serio, provincia di Bergamo

Tutti in coda davanti al bancomat dei lingotti - Benvenuti all’aeroporto internazionale di Oro al Serio, provincia di Bergamo. Ma non si chiamava Orio al Serio? Fino a due giorni fa era così. Ma da ieri lo scalo «oro»bico brilla più che mai a 24 carati, tra lingotti gialli e monete luc­cicanti che sembra di stare nel deposito di zio Paperone. L’aeroporto bergamasco ­che già è un modello di moder­nità ed efficienza­ è oggi l’uni­co terminal europeo ad ospita­re il «bancomat dell’oro» che, tecnicamente, si chiama «Gold to go venditing machi­ne », ed è made in Germany. Al momento, nel mondo, gli unici due «Gold to go» gemelli di quello installato all’interno dello scalo bergamasco si tro­vano nella hall dell’esclusivo Hotel Westlin Place di Madrid e di fianco alla reception del­l’Hotel Emirates Palace ad Abu Dhabi. L’aspetto è quello di una grande cassaforte dora­ta con al centro una mini vetri­na che, tramite piccoli neon, illumina lingotti e monete ele­gant­emente esposti su una cu­scinetto di velluto rosso. Ba­sta fermarsi pochi minuti da­vanti al forziere gestito dalla srl «Se 6» per capire che i pas­seggeri pronti a prendere il vo­lo gradiscono, eccome. In molti hanno già provato la macchina sforna-lingotti e monete, rimanendo soddi­sfatti. Quasi tutti i nuovi clien­ti hanno optato per il lingotti­no- bonsai di appena un gram­mo, investendo poco meno di 50euro. «Per ora c’è una grande cu­riosità - ci spiega l’ingegner Patrizio Locatelli, presidente della «Se 6» -, la gente si fer­ma, chiede, si informa, sorri­de... In realtà più che rivolu­zione culturale è un vero e pro­prio ritorno al passato: l’oro con il suo valore nel tempo e la sua universalità ha e ha avu­to nella storia un’autorità su­periore al denaro in qualsiasi parte del mondo. Investire in oro è un modo per conservare il potere d’acquisto di oggi, con l’obiettivo di proteggerci da eventuali crolli finanziari». Un trend che parte da lonta­no e al quale ora stanno guar­dando con rinnovato interes­se anche i Grandi Signori del­le banche. Nel vecchio West c’erano i cercatori d’oro, nel Far West della modernità è tempo invece di cacciatori d’oro. La corsa inarrestabile verso nuovi record del metal­lo prezioso spinge le banche a correre ai ripari. E così vengo­no riaperti i caveau chiusi ne­gli anni ’ 90. La fame degli inve­stitori spinge le quotazioni a livelli record: circa 1.300 dolla­ri l’oncia. Consapevoli del nuovo trend, le banche si at­trezzano per un business alta­mente redditizio: JPMorgan ­riporta il Financial Times- do­po aver di recente costruito un caveau a Singapore, ne ha riaperto uno sotterraneo a Manhattan. Intanto accanto al dispen­cer «sforna-lingotti e mone­te » di Orio a Serio siede da ieri una affascinante hostess che ha il compito di aiutare gli eventuali acquirenti del me­tallo prezioso: «L’ultima si­gnora che ho assistito - ci rac­conta - ha preso il lingottino più economico, quello da 43 euro. Mi ha detto che era per il compleanno del nipote...». Sia i lingotti che le monete ven­gono infatti «sfornati» in un’elegante confezione-do­no dotata di garanzia di resti­tuzione nel caso il prodotto non fosse di gradimento del­l’acquirente. Ma, finora, nes­suno ha avuto motivo di la­mentarsi. Limiti di spesa? La macchi­na è dotata di un sofisticato software che consente di ri­spettare le vigenti norme anti­riciclaggio, individuando ogni acquirente tramite uno scanner che cattura i dati del documento di identità e rico­nosce il soggetto che si presen­tasse ripetutamente a fare ac­quisti, impedendogli il supe­ramento del tetto di 2.500 eu­ro tramite il rifiuto della tran­sazione. Intanto nell’elegante «per­corso dello shopping» che ha trasformato l’«area inside» dell’aeroporto di Orio in una specie di succursale di via Montenapoleone, prendono il volo anche i commenti. Un’elegante signora fa l’offe­sa col marito: «Va bene la con­fezione regalo con i lingotti d’oro... Ma vuoi mettere un bell’anello di brillanti?»; E, così dicendo, l’ha scara­ventato nella gioiellerie ac­canto al duty free...