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 2010  ottobre 12 Martedì calendario

ERICA JONG: «IL FEMMINISMO NON È MORTO. IL POTERE È ANCORA NELLE MANI DEGLI UOMINI»


Erica Jong, la scrittrice che nel ‘73 con Paura di volare (18 milioni di copie vendute) scandalosamente propose come chiave della liberazione sessuale la "scopata senza cerniera", quella zipless fuck senza coinvolgimenti che doveva dare soprattutto piacere e avere "tutta la velocità e la concentrazione di un sogno", è qui, a Roma. Parlerà oggi alle 20,30 al Festival internazionale di Letteratura ebraica alla Casa dell´Architettura. Grintosa, disordinatamente bionda, amabile e simpatica, nonna di tre nipoti (è nata nel 1942), ha un occhio critico sul presente.
Leggendola migliaia di donne scoprirono la possibilità di lasciare i ruoli tradizionali e cercare di essere se stesse, magari lasciando da parte, o rimandando, la maternità e mettendo il lavoro al primo posto. Sotto il cielo nacque molta confusione, ognuna (e ognuno) dovette reinventarsi, ma quasi mai il cambiamento filò liscio come l´olio. Comunque fu l´inizio di una grande marcia egualitaria che a sprazzi si muove ancora, mentre si agitano presenze femminili anche molto diverse dal movimento di allora: postfemministe tutte rossetto, tacchi 12 cm e Sex and the City; la conservatrice Sarah Palin e le sue compagne di strada antiabortiste; cliccatissimi blog di ogni tendenza ma rigorosamente rosa, le rivalutatrici del porno; Naomi Wolf...
Mrs Jong, cosa resta del femminismo? Camille Paglia, che molti accusano di essere un´eccentrica conservatrice ma in realtà ha votato per Obama, dice che è morto e sepolto. E lei?
«No, non sono d´accordo con Camille, non penso sia esaurito. Si muove in modo oscillante, a fasi alterne e ora sta solo dormendo. Le nostre nonne dopo aver ottenuto il diritto di voto pensavano fosse finita lì, ma non era così. Procede a zig zag, direi».
A volte però è andata d´accordo con Camille Paglia. Ad esempio, ce l´avevate tutte e due col politically correct che ha caratterizzato le femministe più radicali.
«Erano ridicole, per andare bene a loro dovevi essere lesbica, non usare il rossetto, considerare uno stupro ogni rapporto con un uomo. Io e Camille, me l´ha detto anche mia figlia, capivamo che era necessario essere possibiliste, cercare alleanze con gli uomini quando era il caso».
E le femministe di destra? Quando guarda Sarah Palin, la vede come un´alleata o una nemica?
«Il suo è un falso femminismo. La Palin vuole mantenere lo status quo, non vuole l´assistenza sanitaria pubblica, né nuove forme di aiuto alle madri. La destra ha prodotto delle donne politiche di spicco, ma gli argomenti "femministi" li usano solo per scalare il potere. Il fenomeno mama-greezy, la potente mamma orso Palin, è solo bullshit, una stronzata».
Un capo di stato come la Merkel, due ministri dell´estero – prima Condoleeza ora la Clinton – in America, molte leader nei consigli di amministrazione e in Italia una presidente alla guida degli industriali. E anche nei new media, con i blog di Arianna Huffington e Tina Brown. Che ne dice, siamo a buon punto?
«No, assolutamente no. Donne nella comunicazione ad esempio ci sono sempre state, ma ancora non intacchiamo la struttura del potere, tant´è vero che non si fanno leggi che aiutino veramente le donne. Ci sono signore in alcuni posti della top ten che fanno rumore, ma la piramide, l´ossatura che decide, non cambia. Arianna e Tina sono ottime, ma la realtà d´oggi è troppo simile al passato».
La liberazione sessuale è stata la sua bandiera, eppure oggi le donne sembrano sì essersi riappropriate del proprio corpo, ma per farne l´esatto contrario di quel che si prevedeva: qualcuno dice che il corpo sembra diventato un´impresa da far fruttare. Se l´aspettava che andasse a finire così?
«E´ deludente, lo so. Anche perché queste ragazze non lo fanno per il loro piacere. Ma come possiamo dar loro torto? Sembrano aver capito che è il potere e non il piacere l´obiettivo da conquistare. Potremmo scorgerci l´implicita critica a una società che non dà nessun valore all´amore».
Le donne oltre i 50 o i 60 vengono messe da parte sia nella vita privata che pubblica, sostituite da ragazze attraenti. I loro compagni sopra i 60 si alleano col Viagra. Come si può reagire?
«È vero, molte donne adulte sentono di non aver più un posto nella società. Ma tuttavia alcune sono contente di chiudere con gli uomini e di dedicarsi a se stesse».
Lei però non ha chiuso con gli uomini.
«Io no, sono fortunata, ho trovato un compagno (è da circa 20 anni il suo quarto marito, n. d. r.) che ama le donne col sale in zucca. E non sono la sola. Insomma, indipendentemente da quel che si vede in tv, anche molte mie amiche condividono l´esperienza di un rapporto felice: quando hai 60 anni sei più capace di averlo. Ne sono una testimone».
Che ne dice invece delle famiglie gay, delle coppie omosessuali che fanno figli in laboratorio, con banche di ovociti o di sperma?
«Mi vanno bene, perché no? Anzi, vorrei notare come il desiderio di sposarsi dei gay celebri l´importanza del matrimonio e della famiglia».
Come si fa a tenere insieme gli obiettivi che via via si sono chiariti alle donne: essere più madri, più in carriera, più centrate su se stesse, più belle, più presenti nella vita politica? Dia un ordine gerarchico a questi traguardi.
«Dipende dalla donna».
Per lei, allora.
«Ai primi posti metto per forza di cose lavoro e amore. Ma mia figlia ad esempio ha avuto fin da ragazza un fortissimo desiderio di essere madre, e ora, a 32 anni, ha tre figli. D´altra parte è anche al suo terzo libro. E´ fantastica».
Qual è il romanzo da scrivere oggi, un libro come Paura di volare, pensato per migliorare la qualità della vita delle donne?
«Sto cercando di scriverlo. La protagonista vuole tornare a essere giovane, ma scopre che è impossibile».
Lei è qui per il Festival della Letteratura ebraica. E´ importante per lei essere ebrea?
«In ogni mio libro è fondamentale, è ciò che mi fa porre continuamente delle domande, cercare delle risposte e interrogarmi ancora. E mi fa usare un po´ di humour».
Che libri ama?
«Pochi americani. Jonathan Franzen ad esempio: è bravissimo, ma così freddo! Se lo paragono all´ultimo libro di David Grossman... altro che freddezza, lì trovo quel che piace a me, profondità e calor bianco».