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 2010  ottobre 15 Venerdì calendario

LA MINACCIA DEGLI ALBERGATORI “NIENTE PASTI E BIANCHERIA”

Berardino Persichetti abita a Roseto degli Abruzzi dal 10 aprile 2009. Vive in un residence e dice che ogni mattina, quando si sveglia, per un attimo pensa di essere in camera sua, a L’Aquila. Poi si ricorda del terremoto e sa che passerà un altro giorno lontano da casa, un altro giorno sospeso nell’attesa di tornare alla sua vita vera. Ieri però c’è stata una novità. La vicepresidente di Federalberghi L’Aquila Mara Quaianni ha deciso che gli sfollati non avranno più biancheria pulita e pasti caldi nelle strutture dove sono stati sistemati dalla Protezione civile: “Se non ci saranno segnali concreti sui pagamenti delle spettanze arretrate – ha fatto sapere la Quaianni –, dal 15 ottobre sospenderemo i servizi di cambio biancheria, pulizie camere e fornitura pasti ai terremotati che stiamo ospitando”. A 18 mesi dal sisma, Berardino Persichetti è solo uno dei quasi tremila aquilani ancora sistemati in hotel, e l’ipotesi di diventare ostaggio umano degli albergatori che non riescono a farsi pagare dallo Stato lo fa andare su tutte le furie: “Prima il governo ci ha promesso il miracolo dicendo che la città sarebbe rinata in un attimo; poi, siccome la ricostruzione è ferma e non c’è uno straccio di legge quadro, abbiamo osato protestare e ci hanno subito dato degli ingrati e piagnoni (oltre a qualche manganellata); adesso siamo diventati pupazzi in balìa di chi ha un credito da incassare.
Le “promesse”
del sottosegretario
SIAMO incazzati neri, questa èlaverità.Evoichenonsietede L’Aquila, che non siete terremotati, che non c’entrate niente,dovetecapireunacosa:oggi tocca a noi, domani a voi. Se qualcosa va storto e un cittadino deve contare sull’efficienza dello Stato, è così che succede: sei solo un numero piccolo sballottatotragrandiinteressi”. I numeri in ballo sono tanti. Qualche giorno fa il sottosegretario Bertolaso ha raccontato al Senato che per l’Aquila ci sono 14 miliardi. L’ultima ordinanza del Consiglio dei ministri ha previsto una tranche di 714 milioni per l’emergenza, di cui 80,5milionidovrebberoessere in arrivo a breve. In realtà solo 42 sarebbero materialmente disponibili per coprire diverse esigenze: contributi all’autonoma sistemazione (cioè un rimborso parziale a chi si paga l’affitto), puntellamenti degli edifici, costi già sostenuti per attività amministrative del Comune e mille altre voci. Il problema è che solo per ripagare gli albergatori servono 60 milioni. Il Commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi ha bocciato sonoramente l’iniziativa di Federalberghi: “È inaccettabile e disumano l’atteggiamento di certi imprenditori che, minacciando di interrompere i servizi agli sfollati, cercano di far leva sul disagio di persone già così duramente colpite per ottenere condizioni diverse da quelle concordate e accettate da tutti gli operatori abruzzesi. In ogni caso abbiamo sbloccato 2,6 milioni per coprire questa emergenza in tempi rapidissimi”.
Il sindaco Cialente
smorza i toni
SECCA la risposta della Quaianni: “Non abbiamo mai detto che cacceremo dalle nostre strutture i terremotati. Però qualcosa dobbiamo fare per difendere i nostri diritti, visto che abbiamo molti mesi di arretrato e ci sentiamo presi in giro dalle istituzioni”. Il sindaco Massimo Cialente smorza i toni: “Sono sicuro che alla fine gli albergatori ragioneranno e nessuno avrà disagi supplementari.Èunmodoperattirare l’attenzione”. Tra i terremotati c’è chi solidarizza con gli imprenditori. Daniela Ragno non hadubbi:“Iolicapisco,eledirò che ormai non mi importa più niente. Se devo mangiare un pezzo di pizza in camera e fare il bucato alla lavanderia a gettoni, lo faccio volentieri: basta si capisca che non ce la facciamo più. Io mi ero trasferita al centro de L’Aquila tre giorni prima del terremoto. E’ andato giù tutto. Gli sciacalli mi hanno rubato qualche mobile e l’argentochemiavevalasciatomiamadre. Poi mi hanno mandato in hotel vicino Lanciano, 170 chilometri da casa. Ieri finalmente sono stata spostata in un albergo in centro, vicino casa”. Il giorno sbagliato, giusto in tempo per rimanere senza cena. Ragno sorride: “Il problema mio è un altro. Ieri, consegnandomi la chiave della camera, la Protezione civile mi ha chiarito che potrò restare qui solo fino all’8 dicembre. Ma come? E dove vado fino a quando finisconoilavoriperrimettereinpiedi almeno la casa dei miei, in periferia? Dovrebbe essere per aprile, ma nel frattempo che faccio? L’architetto ha allargato le braccia, dice che c’è gente furba che sfrutta gli alberghi più del dovuto e quindi adesso ci danno un taglio. Ho anche proposto che vengano a controllare il cantiere, e lì è stato il colmo dei colmi. Dicono che gli ingegneri dovranno dichiararediavertrovatounostacolo, un problema imprevisto, e così poi magari potrò avere ancora aiuto.Capito?Nonsipuòdirela veritàinItalia,sennòsièpuniti. Invece l’imperatore che racconta balle viene qui in trionfo quando gli fa comodo. Scommettiamo che se si vota a primavera arriveranno magicamente soldi e telecamere?”.