Mauro Remondino, Corriere della Sera 15/10/2010, 15 ottobre 2010
VINI, IL SUPER OLFATTO DI LUCA. E’ ITALIANO IL RE DEI SOMMELIER
Campione del mondo. Gli mancava soltanto questo titolo per la consacrazione. Luca Gardini ci aveva già provato due anni fa, ma era arrivato secondo, che non vuol dire essere sconfitti. Attento, puntuale nella descrizione dei vini, gentile al ristorante con i clienti. Figlio d’arte, suo padre fa lo stesso mestiere. Sangue romagnolo, da Milano Marittima a Firenze, all’Enoteca Pinchiorri, una cantina che ha pochi eguali al mondo, e che fa dire al campione: «Giorgio è il mio primo maestro, per il vino, ma anche di vita». Il secondo è Carlo Cracco, lo chef che a Milano, cinque anni fa, lo ha voluto accanto a sé, nel suo ristorante di via Victor Hugo: «Lui è un grande professionista, soprattutto un amico».
Appena 29 anni, sommelier da quattordici, campione del mondo da qualche ora, incoronato a Santo Domingo, davanti al cecoslovacco Milan Kreji, eterno rivale, già battuto a San Marino per il titolo d’Europa, e al dominicano Hector Garcia. Ha fatto quello che sognano tutti suoi colleghi. Ha riconosciuto i vini, provenienti da tutto il mondo, in degustazione alla «cieca», cioè con le bottiglie bendate. I Cabernet, i Merlot, i Sauvignon Blanc, gli Chardonnay hanno pochi segreti per il suo palato, l’olfatto straordinario e anche una ottima capacità nel raccontarli, prima di servirli nel bicchiere . «Tre quarti della giornata la dedico al mio lavoro — racconta —. Le emozioni che provo sono sempre diverse a ogni bottiglia che stappo e mi piace trasmetterle alle persone che mi ascoltano». Difficile coglierlo impreparato di fronte a un Cheval Blanc del 1961 così come di fronte a una Barbera da dieci euro. «Perché — spiega — non invento, ma dico cosa è stato versato. Chiudo gli occhi, metto il naso nel bicchiere e il resto viene da solo. Esprimo quello che sento».
In batteria, da Cracco, al ristorante, quando è arrivata la notizia della conquista del concorso organizzato dalla Worldwide Sommelier Association, si sono fermati tutti, per un lungo applauso. Carlo Cracco è lapidario: «È un genio». I suoi colleghi gli riconoscono qualità e conoscenza, ma anche la capacità nell’abbinare il vino giusto al piatto: «Possiede la stessa sensibilità dello chef», dice il maître Giacomo Babini.
Luca ha lasciato l’Italia qualche giorno fa e nella sua valigia c’erano le ansie e le preoccupazioni di un uomo della sua età: «Sono tutti molto bravi, è una sfida ad alto livello. Soltanto uno vincerà». È toccato a lui. L’altro italiano in gara, Ivano Antonini, del Sole di Ranco, provincia di Varese, ha avuto modo di dire: «Luca ha dato il massimo». Anche sui distillati: quattro su cinque individuati. Una prova superba. Poi una sequenza infinita di telefonate per i complimenti, sino a che la batteria del portatile si è esaurita.
Attento quanto basta a non urtare la sensibilità altrui, restio a svelare le sue preferenze in degustazione, il sommelier campione del mondo non ha mai nascosto, tuttavia, la passione per Nebbiolo, Pinot Nero e Sangiovese. Presentò una sua degustazione di Brunello così: «...veste rubina, profumi che spaziano dalla fragolina di bosco, alla susina, menta piperita, incenso. Ossigenandosi risaltano mineralità, noce moscata su sfondo di latte di cocco e nuances iodate. Perfetta sintonia tra acidità, tannino e sapidità, con chiusura ammandorlata...». Un tale si avvicinò e gli chiese: «Davvero quando mette il naso in un bicchiere sente tutte quelle cose. Qual è il segreto?». Luca sorrise.
Mauro Remondino