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 2010  ottobre 15 Venerdì calendario

L’IDENTIKIT PER IL RICERCATO DI 9 ANNI - L’

identikit di un bambino ricercato per il furto di un monopattino sta alimentando un dibattito in Inghilterra sull’opportunità di dare o meno ad un minore la visibilità di un criminale. L’identikit, fornito dalla polizia dello Hampshire, compariva ieri sul sito sul Guardian accompagnato da dichiarazioni e commenti. Il volto è quello di un bambino di 9 o 10 anni presunto colpevole del tentato furto di un toy scooter a un coetaneo in un parco di Portsmouth. L’età non è un dettaglio: se il bimbo ricercato avesse 9 anni sarebbe al di sotto dell’età in cui, in Inghilterra, si è penalmente responsabili di un crimine. Ma la polizia ha insistito: l’identikit è necessario per trovare il ragazzo.
Un toy scooter, per quanto ne so è un monopattino. Se si trattasse di uno scooter giocattolo la cosa non cambierebbe molto. Si tratterebbe in ogni caso di un gioco strappato e sottratto con prepotenza a un altro bambino. Un gesto di certo condannabile che richiede provvedimenti severi da parte dei genitori del responsabile e meritevole anche di qualche indagine da parte dei tutori dell’ordine per restituire il maltolto al legittimo proprietario.
Non è giusto chiudere un occhio di fronte di fronte a chi si prende con la forza ciò che desidera, anche se si tratta di bambini. Ma nel caso di Portsmouth siamo arrivati all’identikit del bambino e alla sua pubblicazione sui giornali. Si tratta probabilmente di un record, almeno per il Regno Unito perché, a detta del Guardian, mai un bambino era finito tra i ricercati. Non si capisce perché la polizia, pur potendo svolgere le sue indagini nella forma più riservata, abbia sentito il bisogno di additare all’opinione pubblica un bambino colpevole di un furto di giocattoli.
Si vuole dare un esempio? Colpirne uno per educarne cento? Tranquillizzare l’opinione pubblica allarmata dal dilagare degli episodi di violenza delle baby gang? Mi pare che la Carta dei diritti del fanciullo promulgata dall’Onu nel 1989 sia ormai un ricordo, visto che possiamo permetterci di trattare un bambino come un pericoloso criminale adulto.
Nessuno dice di non vigilare su certi precoci comportamenti dei bambini, nessuno chiede di non sanzionarli con misure adeguate all’età, ma stiamo parlando di esseri umani in evoluzione che hanno tutto da perdere nell’essere etichettati e trattati come delinquenti ancora prima di arrivare all’adolescenza. Vi immaginate, cari lettori, se dovessimo pubblicare gli identikit di tutti i presunti ladruncoli di giocattoli ai danni dei coetanei? Le pareti delle scuole elementari sarebbero tappezzate di «wanted» e di «chi l’ha visto?». Siamo seri: severità nei confronti dei ragazzini prepotenti e violenti ma senza mai dimenticare che se si può cambiare da adolescenti e perfino da adulti, figuriamoci da bambini.
Fulvio Scaparro