ANDREA SELVA, la Repubblica 12/10/2010, 12 ottobre 2010
NASCE LA PROVINCIA BELLUNO-DOLOMITI L´ALTO ADIGE: QUEL NOME NON È VOSTRO - BOLZANO
Giù le mani dalle Dolomiti. Ai bellunesi che vorrebbero chiamarsi ufficialmente «provincia di Belluno-Dolomiti» (e già avevano i cartelli stradali pronti) risponde il presidente altoatesino Luis Durnwalder: «Niente da fare, i monti pallidi sono divisi tra cinque province, a fare tutti così si crea solo confusione».
Mica chiacchiere. C´era già il voto unanime del consiglio provinciale di Belluno, dove nel luglio scorso erano tutti d´accordo, compresa l´opposizione di centrosinistra che aveva voluto precisare: «L´idea l´avevamo avuto prima noi». E poi c´era un disegno di legge pronto ad essere discusso in Parlamento. Ma a Roma ci andrà invece Durnwalder per ribadire - se dovesse servire - che alle Dolomiti (solo) bellunesi lui è contrario. Non è questione di geografia, si capisce, ma di marketing. Già gli industriali bellunesi - che non devono chiedere il permesso a nessuno - hanno cambiato il nome in "Assindustria Belluno Dolomiti": «Così abbiamo più appeal». E se c´erano dubbi sulla natura dell´iniziativa li elimina subito il presidente della provincia bellunese, Giampaolo Bottacin: «La gente è d´accordo: vogliamo far capire bene dove sono le Dolomiti, visto che molti le identificano con il Trentino Alto Adige». Il ritorno? «Turistico, ma anche di appartenenza». Problemi: «Non dovrebbero essercene - diceva Bottacin - a meno che i nostri vicini non siano d´accordo». Appunto.
Le liti sui confini fanno ormai parte della tradizione dolomitica dove la vetta della "Regina" - la Marmolada - fu contesa per trent´anni da Trento e Belluno, con l´interessamento pure dell´ex presidente della Repubblica Pertini, finché nel 2002 arrivò una pace salomonica firmata dai governatori Galan e Dellai: il confine passa sulle creste, la funivia è bellunese, il ghiacciaio è trentino. A Belluno hanno le loro ragioni: «Per il 72 per cento le Dolomiti sono sul nostro territorio, la nostra iniziativa serve per fare chiarezza» spiega l´assessore regionale al turismo Matteo Toscani. E il sentimento corrente è quello della rabbia di una piccola provincia a statuto ordinario, di fronte alle due (ricche) province autonome. Insomma: «Poiché non abbiamo i contributi dell´autonomia dateci almeno il nome Dolomiti» spiegano gli albergatori. Cortina a fare il salto in provincia di Bolzano ci aveva già provato, era l´autunno del 2007, con un referendum secessionista votato a stretta maggioranza che però è rimasto solo sulla carta. Durnwalder in quell´occasione era pronto ad accogliere gli ampezzani a braccia aperte: «La storia ci unisce». La storia, in questo caso, significa Austria.
Cartina alla mano pare che le Dolomiti ci provino gusto a creare litigi con i versanti divisi su più territori: come le Tre Cime di Lavaredo, forse il panorama più famoso, divise fra Dobbiaco (Bolzano) e Auronzo (Belluno, dove in realtà cade la maggior parte del gruppo). E ancora il gruppo del Sella - la zona dei famosi quattro passi - a cavallo fra le tre province di Trento, Belluno e Bolzano. Quand´è arrivata la benedizione dell´Unesco, con l´inserimento nella lista dei Patrimoni dell´Umanità, c´è stato da discutere pure sulla sede della fondazione creata per tutelare i "Monti Pallidi": su Bolzano la spuntò Belluno che precederà le altre province (Pordenone, Trento e Udine) in rigoroso ordine alfabetico.