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 2010  ottobre 14 Giovedì calendario

LA BALENA INNAMORATA 10 MILA CHILOMETRI IN MARE PER TROVARE UN COMPAGNO

Diecimila chilometri per cercare un compagno con cui accoppiarsi. È questo l´incredibile viaggio realizzato da una balena femmina che è stato documentato per la prima volta da ricercatori inglesi della Royal Society e pubblicata su Biology Letters. La scoperta è realmente inusuale perché era noto che le balene, durante le loro migrazioni, percorrono non più di 5 o 6 mila chilometri e le maggiori distanze vengono compiute dai maschi e non dalle femmine. La balena in questione è stata fotografata due volte, la prima al largo dei suoi usuali luoghi di vita in prossimità delle coste del Brasile, la seconda, due anni più tardi, vicino al Madagascar, in Oceano Indiano. Ammesso che il mammifero abbia percorso la distanza più breve tra le due località, deve aver viaggiato per almeno 9.800 chilometri. È assai probabile, tuttavia, che abbia coperto più di 10 o 11 mila chilometri, perché si suppone che sia rimasta per un certo periodo nelle acque dell´Antartide, dove si è alimentata dell´abbondante krill presente in quelle acque.
«Il viaggio, probabilmente, è stato compiuto in due tappe - spiega Peter Stevick del College of the Atlantic del Maine - È possibile, infatti, che il cetaceo sia partito dalle coste del Brasile per raggiungere quelle dell´Antartide, facendo il viaggio "normale" che compiono queste balene durante le migrazioni. Poi dal Polo Sud, anziché tornare al luogo di partenza, ha proseguito per il Madagascar». Stevick ha potuto identificare con certezza la balena fotografando la coda, diversa in ogni megattera. Difficile dire quanto tempo sia durato il viaggio, anche se certamente, tra spostamenti e soste, non meno di diverse settimane. «La capacità delle megattere di esplorare i mari del mondo su vasta scala è resa possibile dal fatto che questi animali vivono per oltre 100 anni e la loro esperienza in fatto di viaggi si accumula nel tempo. Le balene poi possiedono una notevole capacità di orientarsi grazie alla percezione del campo magnetico terrestre che dice loro con precisione dove si trovano, quale strada hanno già percorso e come ritornare sui loro passi», spiega Francesco Petretti, docente di Gestione degli animali all´Università degli Studi di Camerino. «Il fatto che un esemplare abbia avuto un comportamento così estremo - continua Petretti - potrebbe essere spiegato dal suo patrimonio genetico che lo ha reso più vagabondo degli altri esemplari della specie, abituati a coprire lunghe distanze durante le migrazioni».
Questa scoperta ha in sé una nota di ottimismo. Spiega Daniel Palacios, oceanografo dell´Università delle Hawaii a Manoa: «È possibile che la balena abbia deciso di non tornare al suo luogo di origine perché lo riteneva troppo popoloso e ha deciso di cercare nuovi lidi. Vorrebbe dire che queste balene stanno aumentando di numero». Negli anni Novanta le megattere furono molto vicine all´estinzione, perché venivano cacciate quasi senza limitazioni. Leggi internazionali le hanno protette e i risultati si cominciano a vedere. Anche Stevick interpreta positivamente il comportamento della balena vagabonda. Spiega: «Saper cercare altri spazi dove poter vivere e accoppiarsi al di là di quelli che vengono in genere frequentati, fa ben sperare. Dimostra che, nel caso una balena trovi inospitale un luogo dove va abitualmente (magari per l´inquinamento o mutate condizioni ambientali), è poi in grado di cercare nuove zone più favorevoli alla sopravvivenza». Stevick, con il suo gruppo di ricerca, è impegnato in uno studio che tiene sotto controllo tutte le aree del pianeta frequentate dalle balene. Nella speranza di incontrare ripetutamente gli stessi esemplari, così da disegnare con precisione le loro rotte migratorie.