STEFANO SEMERARO, La Stampa 14/10/2010, pagina 52, 14 ottobre 2010
“Ho un futuro da modella ma non cedo a Playboy” - Caroline Wozniacki, come ci si sente da prima danese n
“Ho un futuro da modella ma non cedo a Playboy” - Caroline Wozniacki, come ci si sente da prima danese n.1 del mondo nel tennis? «Orgogliosissima. È sempre stato il mio sogno, ci sono riuscita». Si sente migliore di Serena Williams, la regina che ha spodestato? «Serena è una grandissima campionessa. Io ho raggiunto un altissimo livello, posso battere chiunque». È diventata n.1 ma non ha ancora vinto uno Slam: quale vorrebbe prendersi l’anno prossimo? «Se devo scegliere dico Wimbledon. Comunque sono ancora giovane e ho tanti anni davanti a me». È vero che il suo secondo sport è la boxe? «Mi sono allenata spesso utilizzando la boxe: corda, corsa, palla medica, punching ball. Mi piace molto, e sono amica del campione dei super medi Mikkell Kessler. Sono stata a qualche suo match, proprio a bordo ring». Avere genitori che sono stati atleti come sua madre Anna, nazionale di pallavolo, e suo padre Piotr, calciatore, è un aiuto? «Sì, perché loro sanno che bisogna allenarsi duramente ma anche distrarsi. Sono sicura che non sarei arrivata così lontano senza i miei genitori». Dicono che lei è bravissima anche a calcio, è vero? «Sì, da piccola, a 7 anni, avevo iniziato a giocare seriamente, anche perché la Danimarca ha una buona nazionale. Avrei potuto fare la calciatrice, chissà, continuo a guardare le partite in tv e l’anno scorso sono andata a vedere i Los Angeles Galaxy e mi sono allenata con Beckham: è molto simpatico». Tiferà per l’ex squadra di suo padre, il Boldklubben 1909, o per quella di suo fratello Patrik, il Bronshoj BK? «No, la mia squadra del cuore è il Liverpool (ride, ndr), e il mio giocatore preferito è Steven Gerrard». Lei ha molti contatti con l’Inghilterra, compreso quello con Stella McCartney, la figlia di Paul, di cui indossa gli abiti creati per Adidas. Le piacciono i Beatles? «Sì, ma quando suonavano loro non ero neppure nata. La musica mi piace, suonavo il piano, vorrei riprendere perché è divertentissimo. Da piccola cantavo anche nel coro della scuola. In Inghilterra sto bene, posso girare senza essere fotografata a ogni passo, come succede in Danimarca, e poi adoro fare shopping a Soho». Vuole iscriversi all’Università a Yale: crede che sia possibile essere studentessa e campionessa di tennis? «Credo che si possano fare entrambe le cose. Mi piacerebbe iscrivermi a gennaio ai corsi di business management». La facilita il fatto di conoscere molte lingue... «I miei sono polacchi, parlo polacco, poi il danese visto che sono nata in Danimarca. A scuola ho studiato inglese e francese. Ho molto orecchio per le lingue. La prossima potrebbe essere l’italiano». A proposito di scelte: perché il tennis? Non è certo lo sport più popolare in Danimarca. «Di sport ne ho provati tanti, fondamentalmente imitavo mio fratello. Volevo fare tutto quello che faceva lui: calcio, nuoto... e tennis. Solo che lui non voleva giocare con me a tennis perché non ero abbastanza brava, e così ho iniziato a palleggiare da sola 4 o 5 ore contro il muro per migliorarmi. Un giorno mio padre si è convinto e mi ha portato a giocare con loro al club: sono riuscita a battere sia lui sia mio fratello e ho capito che potevo fare qualcosa di buono». Suo padre è il suo coach: cosa le diceva da giovane? «Sii onesta, felice, e divertiti con quello che fai». In cosa si sente polacca? «Nella grinta, nel carattere: non mollo mai, sono dura a morire. Come i miei genitori». Se si deve rilassare con un libro o un film cosa sceglie? «Twilight. I film mi piacciono da matti e ho divorato tutti i libri della serie. E magari anche un libro sul Liverpool». Le hanno attribuito flirt con Nadal e Verdasco: conferma? «Al momento sono single». Lei è la più bella n.1 della storia. Le piacerebbe fare la modella? «Qualcosa ho già fatto. Mi diverte, e un giorno potrei anche dedicarmici, perché no». Se Playboy le chiedesse di posare senza veli accetterebbe? «Me lo hanno già chiesto. Ho rifiutato, non è per me. Preferisco tenermi addosso i vestiti».