Varie, 14 ottobre 2010
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Straub JeanMarie
• Metz (Francia) 8 gennaio 1933. Regista. In coppia con la compagna Danièle Huillet (1 maggio 1936-9 ottobre 2006). Nel 2006, in concorso a Venezia con Quei loro incontri, fece scalpore una lettera al Lido in cui sosteneva che «Finché ci sarà il capitalismo imperialistico americano, non ci saranno mai abbastanza terroristi nel mondo» • «[...] il loro è lavoro politico e poetico in un’amorosa complicità che è dichiarazione di resistenza a ogni possibile compromesso. Di critica e radicalità del piacere visuale, una pratica antagonista sganciata sempre però dai supremi valori. La forza delle loro immagini sta piuttosto nel tono visivamente e acusticamente dissonante, è questo che le mette e con prepotenza al centro dell’attenzione etica e politica. [...] Il 1962 è l’anno di Machorka-Muff, l’esordio, 18 minuti di bianco e nero, feroce incursione, sempre trasversale come “lezione” di Brecht vuole, nel rimosso nazista della Germania di dopoguerra e boom economico e incontro con la giovane letteratura tedesca di Heinrich Böll. Lo stesso set, e la stessa lucida trasversalità, di Non riconciliati fino a Cronaca di Anna Magdalena Bach, rivoluzione del linguaggio narrativo epraticadi caos nel visibile, attraverso il racconto della vita in coppia detto dalla moglie del musicista. Il “nuovo cinema tedesco” non ha rapporti con Straub&Huillet pure se i due vorranno R.M. Fassbinder come protagonista del sublime La fidanzata, l’attrice, il ruffiano, il 68 distillato in immaginario. Prima di partire per sempre per l’Italia gli lasceranno alcune sequenze che Fassbinder inserisce poi nell’Amore è più freddo della morte. “La relazione con la Germania non è solo culturale, viviamo qui e siccome la violenza della Germania è sempre più forte e praticata in modo aperto abbiamo dovuto combattere dieci anni per finanziare la Cronaca di Anna Magdalena Bach” dicevano. La Germania era il punto di fuga di Straub dalla Francia ricercato perché aveva rifiutato di combattere nella guerra d’Algeria, da subito voce critica e solitaria contro un altro tabù intoccabile. Prima Metz la città dove Straub è nato era finita sotto l’occupazione tedesca, ma questa è ancora un’altra storia ... L’Italia sono gli anni Settanta, altre battaglie durissime di rivolta sociale e ricerca dopo il 68 di un’utopia dfi vita. Loro sono Marx, Brecht, Schoenberg, Fortini, Holderlin...La Roma di Othon , il primo film italiano, è città dissonante di rumore e immagine, Storia e bruciante presente. A pensarci bene tutto il loro cinema compone il secolo, il Novecento, declinato nell’attualità di musica scolpita e partitura all’aria aperta, corpi umani e presa diretta, gesti voci che dissipano le parole d’ordine. Una lotta di classe (Germania e poi Italia sono “buone scuole”) mai mummificata, fluida, vivente fino a quell’incursione nel mito di Quei loro incontri con gli umani che se capaci sanno e devono inventarsi attimi fuggenti, mentre le divinità sono intrappolate nell’essere immortali. Pavese lo amavano molto Jean-Marie e Danièle, scandalizzo le nostre lettere come loro il nostro cinema. A Roma si arrabbiavano, Danièle non ha mai capito perché questo paese continuasse a respingerli, a ignorare i loro film [...] Straub la voce che gridava dissenso negli incontri pubblici, Danièle sempre un po’ in disparte, camminando su e giù, quasi a “controllare” il momento in atto. Danièle e i suoi appunti minuziosi di traduzione ritmica di ogni testo. Il montaggio, l’ascolto di ogni rumore in ripresa. Il puntiglio amoroso nelle prove con gli attori. Gli animali indifesi, quasi un’ossesione praticata con la stessa urgenza del fare: fare cinema, fare vita, irrompere nel battito del tempo e dello spazio» (Cristina Piccino, “il manifesto” 11/10/2006).