Frammenti Vari, 14 ottobre 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE “FERRARA
GIULIANO”
Giuliano Ferrara, visto da "Mastino" al Villaggio dei Pescatori: bruschetta con telline, spaghetti alle vongole in bianco, merluzzi alla brace, peperoni arrosto, insalata mista, frutta fresca, gelato. I camerieri movendosi veloci con i piatti in bilico: ”ma quale dieta”. (Villaggio globale n. 10, Sette 08/09/1994)
”Io sono la tv spazzatura” (Giuliano Ferrara). (Villaggio globale n. 46, Sette 25/05/1995)
Giuliano Ferrara al suo top ne pesava 170 e con una dieta forte fatta in America scese a 140. (Villaggio globale n.91, Sette 09/05/1996)
Giuliano Ferrara e Lino Jannuzzi clienti fissi del "Pirata" di Porto Infreschi, tra Scario e Palinuro (ci si arriva solo via mare) (Panorama del 19/7/2001 a pagina 209)
Niente verdura, nemmeno un uovo. «Non è successo niente. Ripetiamolo, scandendo le parole: non-è-successo-niente. Il direttore extralarge quando è arrivata l’ora X ha dato ”vigliaccamente” forfait» (Aldo De Luca). «Nemmeno un filo di quella contestazione minacciata dalle brigate ”Tebaldi”. [...] Ci fosse Giuliano Ferrara, sarebbe forse costretto a rendere l’onore delle armi. Ma non c’è, il direttore del ”Foglio” ha alimentato fino all’ultimo minuto l’attesa della contestazione. Ha detto: ”Sono a un tiro di schioppo da Sanremo”. Il gioco ha tenuto sul chi vive plotoni di giornalisti e di funzionari, anche se nessuno s’èsognato di ordinare perquisizioni del pubblico all’ingresso del teatro» (Fabrizio Ravelli). (Aldo De Luca, Il Messaggero 4/3/2002; Fabrizio Ravelli, la Repubblica 10/3/2002)
Appena nato Giuliano Ferrara pesava 7 chili (ora ne pesa 165) (Margherita De Bac "Corriere della Sera" 10/8/2002 pagina 18.)
Voltagabbana secondo Simona Ercolani: «Giuliano Ferrara fu un traditore ignobile, che a me piace, perché mi piacciono gli arroganti e gli intelligenti, è una perversione». (Claudio Sabelli Fioretti, "Sette" 26/2002, pagina 65.)
Pubblicata su un settimanale, la classifica dei quattro personaggi famosi che 100 donne italiane, tra i 18 e i 64 anni, «vorrebbero mettere in mutande»: al primo posto Giuliano Ferrara, seguono Maurizio Costanzo, Bruno Vespa, Emilio Fede. (Denise Pardo, ìLíespressoî, 7/11/2002 pagina 25.)
"Mica male" (lo spinello secondo Giuliano Ferrara, che però dice di voler "proibire le canne ai bambini e alle persone in età matura che hanno la responsabilità del paese") (boxini specchio settembre 2003)
”Quando mi gridano da un auto in corsa ’ciccione’, soffro come un vecchio cane artritico, mi viene voglia di morire o di uccidere”. Giuliano Ferrara racconta così il rapporto con il suo corpo: ”Vivo male la mia obesità, l’obesità è una vera e propria malattia. Ne soffro molto anche se non lo do a vedere. Combatto questa patologia con diete periodiche, comunque è dura”. (boxini specchio settembre 2003)
"Non avrei voglia di chiamare voltagabbana Giuliano Ferrara".
Non farlo. Non è un voltagabbana.
"È un uomo che nella sua vita ha toccato molte stazioni, ha visto molte cose e le ha vissute con pienezza".
Una caratteristica fondamentale del voltagabbana è l’interesse.
"E in Ferrara non c’è. In tutte le stazioni in cui si è fermato Ferrara ha dato, non ha preso". (Intervista a Furio Colombo) (Claudio Sabelli Fioretti, Sette, 14/8/2001)
«D’Alema fa 170 flessioni a giorno? Io ne ho fatte 3 due anni fa e ancora mi fanno male i muscoli» (Giuliano Ferrara). ("TvSette" 8/2/2004.)
La Camera ha bocciato la legge Boato, che assegnava il potere di grazia al solo Presidente della Repubblica, senza più la controfirma del ministro della Giustizia. Il primo effetto del provvedimento sarebbe stato la grazia ad Adriano Sofri a cui Ciampi sarebbe favorevole, mentre il ministro della Giustizia Castelli è contrario. Il bello è che la legge è stata bocciata, col voto segreto, dagli stessi che l’avevano presentata, cioè i deputati di Forza Italia. Questo ha mandato su tutte le furie Giuliano Ferrara, strenuo sostenitore dell’innocenza di Sofri, che ha scritto sul Foglio un editoriale di fuoco contro Berlusconi e la maggioranza: "Carattere cialtrone della coalizione", "Silvio Berlusconi, uno che sa distrarsi come pochi altri quando non si tratti degli affari suoi", "Prova miserabile", "Manipolo di vecchi missini riciclati", "Capociurma delle tifoserie varesotte della Lega", "Voto gaglioffo", ecc. Se ne è dedotto che Ferrara avrebbe abbandonato il Cav., il che, nonostante tutto, è falso. (Vanity Fair 1/4/2004)
Giuliano Ferrara sul Foglio ha messo quattro pagine tratte dal video della decapitazione, stampate a colori, con foto enormi. L’ordine dei giornalisti di Milano lo ha denunciato. Lui ha risposto, in sostanza, che certe verità vanno sapute fino in fondo. (Vanity Fair 27/5/2004)
Ritanna Armeni, che da settembre affiancherà Giuliano Ferrara alla conduzione di "Otto e mezzo", dice che il futuro collega è il suo opposto: «E’ per la guerra, io per la pace. E’ di centrodestra, io di sinistra radicale. E’ bravissimo, è un mostro televisivo e io no. Poi è molto buono, io cattiva. Però ho una cosa che lui non ha: ho ragione». (Paolo Giordano, "il Giornale" 9/7/2004, pagina 30.)
«Chi potrebbe essere il Bush italiano? Non c’è uno come lui, un vero uomo di fede, uno che va in chiesa ogni giorno... Forse ci vorrebbe un mix tra Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Umberto Bossi... Anzi no. C’è e si chiama Giuliano Ferrara. È l’unico che ha capito certe cose e si sta battendo per la difesa di valori autenticamente cristiani» (Marco Invernizzi, responsabile lombardo di Alleanza Cattolica e voce militante di Radio Maria). (Fabio Poletti, La Stampa 5/11/2004, pag. 11.)
Ingiurie. Sabina Guzzanti definita "teppistella ignorante" da Giuliano Ferrara durante L’Infedele di Gad Lerner (su La7, il 22 novembre 2003), gli diede a sua volta del "gran ciccione". Ma sentendosi ancora dare dell’"ignorante" ricorse a una citazione di Totò, classificando il giornalista come "fetecchia" ("Guarda tu se si può sopportare una simile fetecchia"). (Peter Gomez, Marco Travaglio, Regime, Bur, 2004)
Antonello Venditti, invitato a parlare di tv, definisce Giuliano Ferrara "un magnifico pazzo" (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 27/3/2005)
Giuliano Ferrara e Gad Lerner, dopo essere stati sommersi di lodi per la loro doppia conduzione del programma tv Otto e mezzo su La 7, hanno annunciato la separazione perché, in definitiva, non si sopportano e litigano troppo. (Vanity Fair Dal 3 al 10 ottobre 2005)
In mezzo ad una marea di bandiere biancocelesti con la stella di David, Giuliano Ferrara prende la parola in farsi, che è la lingua di Mahmoud Ahmadinejad: «Zendebab Israel! Zendebab Israel! Viva Israele! Viva Israele!» Ecco - dice Ferrara - a Roma, per una sera, si parla così, in iraniano. L´ambasciatore di Teheran, per quel poco che starà ancora qui, dovrà ascoltarci...». (La Repubblica 04/11/2005, pag.4 Alessandra Longo)
Giuliano Ferrara è terzista? «È un uomo di grande intelligenza, passione e astuzia. È terzista: se la destra fa una stronzata lo dice. Se la sinistra fa una cosa buona lo ammette. Ma non si può essere terzista a giorni alterni. Su Sofri è di un fanatismo assoluto. Non è disposto a riconoscere nulla delle opinioni degli altri. Vuole Sofri libero. Chiuso». (Intervista a Giordano Bruno Guerri) (Claudio Sabelli Fioretti Corriere della Sera magazine, 13/05/2004)
Il gran sacerdote di questa nuova casta di intellettuali è indubbiamente Giuliano Ferrara. A quanto mi risulta, Ferrara non ha mai scritto un libro (ricordo soltanto una sua lunga introduzione a Leo Strauss e un minuscolo pamphlet) ma sarebbe ingenuo rimproverarglielo: l’assenza di opere è una manifestazione quasi snobistica della sua egemonia. La splendida sintassi di cui, sera dopo sera, Ferrara dà prova con l’impermanenza della parola orale nel suo salotto intellettual-televisivo, quella sintassi suntuosa è la superiore cornice articolatoria in cui si inserisce ogni nostra affermazione nella sfera del discorso pubblico. L’influenza enorme che il suo giornale senza lettori ha negli ambienti professionali dei giornalisti è una prova di forza, non di debolezza: indica che oramai la sfera pubblica si è appiattita sull’unica superficie della comunicazione giornalistica, la densità del dibattito intellettuale è svaporata nelle correnti d’opinione degli influssi televisivi. La sua maestria di signore dei venti brilla più che mai quando, di tanto in tanto, interrompe l’analisi dell’attualità sociopolitica per presentare la letteratura in prima serata. I suoi scrittori prediletti servono sempre la strategia del populismo elitaristico: sono o autori di romanzi commerciali di massa presentati come raffinati scrittori (Faletti) o raffinati ideologi di impronta conservatrice-reazionaria lanciati come autori di romanzi per le masse (Piperno, Buttafuoco). I nuovi intellettuali egemoni sono lì, alla corte degli opinionisti di Ferrrara. Non importa a quale destra professino di appartenere (cattolica, moderata, fascista etc.). Alla corte televisiva di Ferrara appartengono tutti alla destra berlusconiana. Da questo punto di vista, Giuliano Ferrara è l’ultimo critico letterario del Novecento. Prolunga la genìa di quei critici che non scrivevano romanzi ma erano più bravi dei loro scrittori perché costringevano i libri che elogiavano a produrre significati soltanto concatenandosi al loro discorso di ordine superiore. Completano il quadro l’opera di sistematico revisionismo storico-ideologico condotta dalle terze pagine dei principali quotidiani e il marketing giornalistico sapientemente applicato al prodotto culturale. Un libro viene lanciato esclusivamente in base alle sue caratteristiche extraletterarie. Lo si decompone nei suoi ingredienti comunicabili come un piatto di cucina destrutturata e lo si serve al lettore gastronomo. Oppure lo si galvanizza in una spuma evanescente alla Ferran Adrià. un caso esemplare della legge per cui, oramai, la comunicazione determina il prodotto: presto si scriveranno e pubblicheranno soltanto i libri comunicabili secondo la lingua del marketing. (l’Unità, 8/04/2006, Antonio Scurati)
«Il grosso è fatto, come disse la madre di Giuliano Ferrara mentre partoriva» (Roberto Benigni). (Onda n.30 2006)
"Schumacher, dopo il ritiro, si confessa: "il mio sogno è nuotare con le balene. Ho già cominciato gli allenamenti in piscina con Giuliano Ferrara". (Roberto Benigni) (Gente n.45 09/11/2006)
Così, hanno preso un attico vista Tevere al Testaccio, quartiere popolarissimo. Il palazzo è il cosiddetto Cremlino, per la mole da edificio staliniano e storica sede di una sezione dell’ex Pci. Nello stabile abitano anche Giuliano Ferrara e Enrico Letta. Con simili inquilini, il Cremlino è diventato uno status symbol proletario a 20mila euro il metro quadro. (Il Giornale 06/11/2006, Giancarlo Perna)
Antonello Piroso dice di ispirarsi a Giuliano Ferrara («Il miglior conduttore di spazi di approfondimento della tv italiana») (Roberto Rizzo, Corriere della Sera Magazine 11/1/2007, pag. 116.)
FestivalBaudo 2002, Roberto Benigni ospite. Giuliano Ferrara promette che gli tirerà le uova marce. Fibrillazioni politiche. Alla fine Ferrara tira uova marce in tv; si sospetta che i due, Baudo e Ferrara, si siano messi d’accordo per fare «rumors». (La Stampa 25/02/2007 ALESSANDRA COMAZZI)
E Giuliano Ferrara? «L’ho conosciuto nel ’73 quando Adalberto Minucci, che era il segretario regionale del Pci, chiese ad alcuni giovani dirigenti non torinesi di venire a fare esperienza a Torino. Anche se la prima volta che vidi Giuliano fu al cinema, nelle vesti del figlio di un gerarca fascista, in un film a me molto caro, "Le stagioni del nostro amore", di Florestano Vancini. Lui aveva 14 anni». Ferrara aveva un futuro come attore? «Altroché, Ferrara è un gigione straordinario, ha una carica umana, una vis polemica e una capacità recitativa molto forti. Fin quando non se ne andò, nell’’82, vivemmo insieme dieci anni intensi, anche per il terrorismo che allora cercava di mettere radici nelle fabbriche di Torino» (intervista a Piero Fassino) (Libero 12/05/2007, pagg.16-17 BARBARA ROMANO)
«Giuliano è uno del Cinquecento, intelligente. Mi ha chiesto di scrivere per il suo giornale una trovatina tutti i giorni. Una cosa che mi gratifica. Mi fermano per strada come ai tempi di ”Alto Gradimento”». (Gianni Boncompagni) (La Stampa 30/07/2007, pag.21 GIANCARLO DOTTO)
Il cuginetto Ferrara?
"Da piccolo era buonissimo. Io invece facevo giochi un po’ violenti. E un paio di volte l’ho mandato all’ospedale". (Intervista a Fabrizio Ferri) (Corriere della Sera Magazine 23/08/2007, pagg.42-48 Vittorio Zincone)
dal gruppo Pirelli Giuliano Ferrara ha acquistato l’appartamento ex Ina da 7,5 vani in piazza dell’Emporio al Testaccio nel palazzo che un tempo veniva chiamato ”il Cremlino” per l’alta percentuale di comunisti. Ferrara, che un tempo tuonava contro De Mita per il suo affitto a Fontana di Trevi, ha rilevato un sesto piano con terrazzo a 890 mila euro. (Marco Lillo, L’espresso 6/9/2007)
Aborto Grazie soprattutto alla forte iniziativa italiana, lo scorso 18 dicembre l’Assemblea dell’Onu ha approvato una «moratoria sulla pena di morte». Niente di stringente, solo l’invito al mondo a non ricorrere più al patibolo (invito peraltro già disatteso da iraniani e cinesi). Su questo, Giuliano Ferrara, con un discorso televisivo e una campagna martellante del Foglio, ha inserito la richiesta di «moratoria dell’aborto», in quanto pratica eugenetica e selettiva, in Italia (dove «non sono nati» cinque milioni di bambini) e nel mondo (in Cina e in India, per esempio, le donne incinte di femmine preferiscono abortire). Benché Ferrara abbia spiegato più volte che non vuole ridiscutere la 194 (per una cui revisione hanno però parlato sia Ruini che Bagnasco), le forze politiche hanno cominciato subito ad azzuffarsi sulla legge. Specialmente nel Partito democratico, dove sono presenti tutte le posizioni. Non succederà niente, perché il governo non ha la forza di affrontare in Parlamento alcunché e l’apertura sul serio di un dibattito simile porterebbe a una crisi immediata. (Vanity Fair Dal 24 dicembre 2007 al gennaio 2008)
La prima volta che Anselma Dell’Olio vide Giuliano Ferrara: «Una sera, a cena. Ho pensato subito: quest’uomo deve fare parte della mia vita. Chiedevo informazioni su di lui, tutti mi dicevano: lascialo perdere, e comunque era fidanzato ed ero fidanzata anch’io. Ci sono voluti altri cinque anni perché "accadesse". Siamo diventati dirimpettai, a Roma, ci guardavamo dalle finestre, ci incontravamo dal salumiere, abbiamo preso a uscire quasi ogni sera con amici comuni. Lui mi faceva il baciamano, eravamo amichevoli e Giuliano mi stava studiando. Un paio di volte mi telefonò per dirmi che non poteva uscire, ed era solo per vedere la mia reazione. Finché l’estate del 1987 sono rimasta a Roma per lavoro, e lì è cominciato tutto: era agosto ed eravamo insieme. Ma io dovevo lavorare all’adattamento italiano di "Who’s that girl?" e Giuliano mi disse: "Ti aiuto io, lo facciamo insieme". Ci siamo chiusi in casa per una settimana, abbiamo riso come pazzi, lavorando giorno e notte, abbiamo capito di avere lo stesso sense of humour, e alla fine di quella folle settimana mi ha portato al mare e su un gozzo mi ha chiesto di sposarlo. Gli dissi: ti sposo, ma fai tutto tu, la parte burocratica mi paralizza. Mi paralizzava anche il matrimonio, e non avrei potuto sposare nessun altro al mondo». Ci sono stati momenti difficili: «Abbiamo litigato furiosamente per anni, in tutte le lingue, ci sentivano in tutto il quartiere: poi, ripensando al motivo del litigio, c’era da vergognarsi. Sciocchezze, sempre: il cibo, un oggetto che non era dove doveva essere, lui gettava un lapillo e io allora lanciavo il petardo. Sua madre, mia suocera, una donna meravigliosa, diceva che quella era "la lotta per il potere nella coppia". Ma sempre scontri su minuzie, mai sulla famiglia, sul lavoro, sulle idee: abbiamo grande rispetto l’uno per l’altra, ed è imbarazzante come siamo spesso d’accordo. Anche se ci siamo incontrati in età adulta, il nostro percorso precedente (entrambi provenivamo dalla sinistra) è stato simile, abbiamo sempre camminato l’uno accanto all’altra anche senza conoscerci». (Annalena Benini, Donna Moderna 27/2/2008, pagina 36)
"Antro d’amore. Rombo di luce" (versi di Sandro Bondi dedicati a Giuliano Ferrara) (Denise Pardo, L’espresso 11/9/2008, pagina 68)
«Nel collegio del Mugello lo stracciai. Lui, che tanto se la tirava!». (Antonio Di Pietro a proposito di Giuliano Ferrara) (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 23/11/2008)
«Io trovo simpatici gli antipatici» è l’ossimoro sostenuto da Ferrara «e disgustosi i piacioni. Sono un tipo pacioso, amo la cordialità, tant’è vero che per rappresentarmi ho scelto l’elefantino, un animale simpatico a tutti. Però nella mia funzione civile la simpatia la lascio da parte. Sono convinto che dovremmo tutti seguire l’esempio di Mourinho». (Antonella Piperno, Panorama, 19 marzo 2009)
«Giuliano Ferrara è un grande ”italiano antitaliano” luciferino: un avventuriero che ha per fede solo l’intelligenza e l’amicizia ma che, come tutti i grandi italiani, è sempre solo, anche quando è circondato da tante persone, non importa se per bene o per male. Ferrara è l’antitaliano che esclude e non include, non dentro la realtà ma oltraggio alla realtà. Dunque è solo come sono e furono soli, malgrado le apparenze, i grandi antitaliani: Longanesi, Flaiano, Montanelli, Gassman, Carmelo Bene, Lucio Colletti, l’avvocato Agnelli, Eugenio Scalfari, Guido Ceronetti, Renzo Piano, Paolo Conte, Claudio Abbado e Claudio Magris. (Francesco Merlo, Faq Italia Bompiani 2009)
«Ferrara ha provato a fare il mio stesso mestiere e i risultati non sono stati esaltanti, ricordo che a Mediaset gli inserzionisti scappavano quando si trattava dei suoi programmi. Io ho sempre difeso la sua libertà, ma in nessun paese le polemiche tra i giornalisti arrivano a chiedere tagli e censure politiche. Purtroppo Ferrara non concepisce che qualcuno possa operare in proprio, senza grandi chiese di riferimento, come ha sempre avuto lui.» (intervista a Michele Santoro) (Norma Rangeri, il manifesto 10/09/2009)
Il tiro a Giuliano Ferrara organizzato a Bologna nel 2008, contro la sua lista anti-abortista, fu salutato come un progresso culturale da Odifreddi: «Sono manifestazioni di dissenso vero, come quelle che si tenevano anni fa contro la guerra del Vietnam». (Odifreddi) (Paolo Bracalini, Il Giornale 3/10/2009)
«un altro con una componente femminile strepitosa. Ai suoi livelli puoi essere tutto. Uomo donna, qualunque cosa» (Irene Ghergo a proposito di Ferrara)( Giancarlo Dotto, Gioia 17/04/2010)
Si parla di lui nei libri:
STELLA Gian Antonio - Tribù. Foto di gruppo con cavaliere. Bibliografia. Indice dei nomi. Mondadori, Milano 2001.
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PETRIGNANI Sandra - E in mezzo il fiume. A piedi nei due centri di Roma. Laterza, Bari 2010.
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