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 2010  ottobre 14 Giovedì calendario

Franceschi Daniele

• 1974 (~), Grasse (Francia) 25 agosto 2010. Carpentiere. Morì in carcere, dove era detenuto dal 18 febbraio • «[...] la gendarmeria di Cannes lo aveva sorpreso nel Casinò mentre tentava di ritirare le fiches per le slots machines con una carta di credito rubata. “Mi è stata data da due tipi che ho conosciuto in un bar di Viareggio, mi hanno chiesto se volevo guadagnare qualche euro. Sono stato ingenuo, ho accettato…”, aveva confessato ma il giudice istruttore, Jean Pierre Mucciano, non gli aveva creduto. Per lui Daniele Franceschi è il perno di una gang di truffatori che da tempo svuota le casse del Casinò. Disoccupato e tossico dopo la morte del padre Piero, impiccatosi nel ’90, Daniele era finito in carcere a Siena per tre anni dopo lo scippo messo a segno da un amico a cui aveva dato un passaggio con lo scooter. “Lo scippatore è scappato e mio figlio è finito in galera” ricorda la madre. In carcere Daniele sta male. Il 14 marzo scrive ad Agostino Alciator Chiesa, console italiano a Nizza: “Non ho carichi pendenti in Italia, so di aver sbagliato e sono pronto a pagare. Se venite a trovarmi ne avrei piacere. I motivi sono molti e più passa il tempo e più aumentano…”. Daniele si sente discriminato perché italiano. “Forse mi fanno pagare la vittoria ai mondiali del 2006” rivela alla madre a cui scrive ogni giorno. In aprile le telefona tre volte con un cellulare che i detenuti hanno fatto entrare in carcere. E sempre si lamenta: le sue ordinazioni agli “spesini” spariscono. E ogni volta che si sente male si scontra con l’indifferenza delle guardie. Il 25 agosto riesce a ottenere un controllo medico, accusa strani malesseri. Lo rispediscono in cella dopo l’elettrocardiogramma. Per due volte le guardie lo vedono immobile sulla branda, il volto coperto dal giornale. Solo in serata si rendono conto che è morto. [...]» (Meo Ponte, “la Repubblica” 31/8/2010) • La madre Cira Antignano, impegnata alla ricerca della verità sulla morte del figlio, il 13 ottobre 2010 (ancora in attesa del rientro della salma) fu arrestata per aver srotolato davanti al carcere di Grasse uno striscione con scritto “Assassini”.