Christian De Poorter, Nòva24 14/10/2010, 14 ottobre 2010
ARCHITETTURE GALLEGGIANTI
Un tempo habitat naturale degli hippy in Olanda sulle loro Woonbooten o House boat, simbolo di libertà, le case galleggianti sono oggi un must riservato ai benestanti, sui canali d’Amsterdam e di Berlino come sulla Senna a Parigi o Little Venice a Londra, dove un tempo abitavano sull’acqua grandi star come Richard Branson, fondatore della Virgin.
Perché questa attrazione fatale nei confronti delle abitazioni sul l’acqua, questo nuovo lifestyle, che si presenta come una scelta anticonformista piena di fascino, soprattutto nella vecchia Europa?
Forse per riscoprire il romanticismo della vita, il piacere di vivere in contatto con la natura e l’acqua in modo ecologico, forse per la sensazione di libertà e d’indipendenza, che consente di ritrovare i valori essenziali, e di fuggire l’iperconsumismo. Più che un’abitazione, è uno stile di vita. D’altronde emergono oggi offerte di soggiorni atipici nella natura, lontani dalla città, come le capanne albergo sugli alberi, gli hotel sottomarini o di ghiaccio.
L’idea di vivere sull’acqua non è nuova né recente, risale persino ai nostri antenati della preistoria, che si mettevano così al riparo dai predatori sulle loro zattere. Con il mare che ricopre il 75% della superficie del pianeta, non c’è da meravigliarsi del fascino che l’elemento liquido ha sempre esercitato sull’essere umano, nel corso della storia. Ma il sogno d’avventura di tanti, diventa realtà per pochi fortunati. Abitare sull’acqua costa, soprattutto su fiumi e canali delle grandi città europee.
La casa galleggiante, la cosiddetta floating home, può essere trasferita in un altro quartiere acquatico, con l’aiuto di un rimorchiatore, e quindi non può essere paragonata con le house boat motorizzate, e in grado di spostarsi autonomamente. La floating home potrebbe in ogni caso essere la risposta ai cambiamenti climatici e al probabile innalzamento degli oceani. Quindi l’acqua per ripensare un territorio, un nuovo habitat? Con il 50% del paese situato sotto il livello del mare, una densità di popolazione tra le più elevate al mondo e una crisi degli alloggi, le case galleggianti per i Paesi Bassi, ad esempio, sono una scelta obbligata.
Per secoli l’Olanda ha incessantemente cercato di guadagnare a fatica territorio sul mare, costruendo su terre prosciugate, i polder, protette da un’impegnativa rete di dighe, pompe, canali e mulini a vento.
Non è venuto forse il momento di cambiare strategia, e di coabitare con l’acqua piuttosto che fronteggiarla? «È molto più facile costruire una casa galleggiante che una casa tradizionale bisognosa di scavi per le fondamenta», sostiene Koen Olthuis, il giovane architetto olandese fondatore di Waterstudio, inserito nel 2007 da «Time Magazine» nell’elenco degli uomini più influenti del mondo, per il suo lavoro sull’acqua come nuovo spazio abitabile. Per la maggior parte, le case galleggianti sono, infatti, edificate su una zattera.
Olthuis è inoltre l’ideatore di «The Citadel», il primo complesso residenziale d’appartamenti galleggiante in Europa, la cui costruzione dovrebbe iniziare quest’anno. Alcuni ricercatori come Rutger de Graaf dell’Università di Delft invece, intravedono addirittura la possibilità di progettare una città intera, costruita su elementi galleggianti connessi tra loro.
L’urbanizzazione si è sempre sviluppata attorno all’acqua, sorgente di ogni forma di vita, lungo i fiumi, i laghi, e i litorali. Nel ventunesimo secolo, più della metà della popolazione mondiale vive lungo le coste. L’architettura di domani sarà acquatica? Isole artificiali? Case, e città galleggianti futuriste come quelle dell’architetto belga Vincent Callebaut?
L’architettura galleggiante è una chance per riconciliare l’uomo con la natura, lasciando intatto il territorio, ed è una soluzione per il rispetto dell’ambiente, dai pannelli solari, ai sistemi di depurazione delle acque e ai trattamenti dei rifiuti. Gli architetti fanno a gara per sviluppare i loro concept, nelle forme più inaspettate e originali. Fioriscono progetti minimalisti o faraonici, sopra e sotto l’acqua.
Le confortevoli case galleggianti di oggi hanno ben poco a che vedere con i rifugi improvvisati di una volta, e si differenziano esteticamente dalle case sulla terraferma. Sono più economiche, hanno tutti i comfort, a volte più piani, utilizzano spesso materiali ecologici e per godersi appieno l’acqua come spazio di libertà, offrono grandi aperture vetrate trasparenti, che possono essere oscurate, come nel progetto di casa galleggiante «The last resort» presentato qui, assieme a un’altra casa di vacanza iceberg semi-sommersa, e al progetto di yacht sottomarino Undersea Yacht. Tre modi di vivere in armonia con l’acqua, sopra e sotto, tre progetti che hanno in comune l’originalità creativa della modernità.