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 2010  ottobre 14 Giovedì calendario

L’INDIA SCOPRE LA «REGGIA» DI AMBANI

Secondo la rivista Forbes Mukesh Ambani dovrà aspettare fino al 2014 prima di diventare l’uomo più ricco del mondo. Per ingannare l’attesa, il presidente di Reliance Industries nei prossimi giorni si toglierà uno di quegli sfizi che solo una fortuna personale stimata in 29 miliardi di dollari può consentire di levarsi. Diventare il proprietario dell’abitazione più grande e costosa del pianeta: Antilia, un palazzo di 27 piani in Altamount Road, uno degli indirizzi più ambiti di Mumbai. Il prezzo? Poche decine di milioni di dollari secondo l’ufficio stampa del colosso petrolifero di Ambani. Un miliardo tondo secondo chi non ha interesse a tener buoni gli azionisti. Addirittura due secondo i maligni che in quei 173 metri di cemento, vetro e acciaio scorgono tanta ricchezza quanta mancanza di buon gusto per un edificio sorto nel mezzo della città che ospita la baraccopoli più grande dell’India.

Di certo per il momento c’è l’inaugurazione, messa in calendario per il 28 di ottobre. La lista degli invitati si annuncia corposa, ma c’è da scommettere che, nonostante la posizione piuttosto centrale dell’abitazione e i fenomenali problemi di traffico di Mumbai, nessuno avrà problemi di parcheggio. Secondo quanto riporta la stampa indiana (che segue con una certa regolarità la costruzione dell’edificio fin dall’acquisizione del terreno, avvenuta sette anni fa) i primi sei piani del palazzo saranno dedicati esclusivamente ai posti auto: 168 in tutto. Chi volesse distinguersi a ogni costo dalla "massa" con autista al seguito, potrà farlo. Ma per prima cosa dovrà mettersi in contatto con la torre di controllo all’ultimo piano da dove verrà gestito il traffico di elicotteri in partenza e in arrivo dall’helipad sul tetto.

Anche volendo lasciar perdere parcheggi multipiano e piste d’atterraggio trovare qualcosa di vagamente normale nella nuova abitazione del presidente di Reliance Industries sembra francamente difficile. Oltre all’health club (de rigueur visto che gli interni di Antilia sono ispirati alla spa del Mandarin Oriental di New York) ci saranno anche una piscina, una sala da ballo, un cinema, alcune palestre, almeno tre giardini e nove ascensori per scorrazzare i 5 membri della famiglia su e giù per questa specie di isola che non c’è.

Già, perché sia nel nome che nel suo curioso profilo, casa Ambani è ispirata all’isola di Antilia (o Antillia), il leggendario pezzo di terra nel mezzo dell’Atlantico avvistato, sognato e narrato secoli fa da un pugno di stupefatti naufraghi portoghesi. Un’isola divenuta famosa sia per la sua forma stranamente geometrica (un rettangolo disseminato di insenature squadrate, proprio come il grattacielo a cui dà il nome) che per le sue sette città, ça va sans dire, immensamente ricche.

Nonostante le dimensioni dell’edificio, Mukesh Ambani, sua moglie Nita e i tre figli Akash, Anant e Isha non paiono destinati a soffrire di solitudine. Le cronache del Times of India, sempre in prima linea a narrare le mirabolanti imprese dei nuovi ricchi indiani, ci informano che il personale che ruoterà intorno ad Antilia e i suoi occupanti sarà di circa 600 persone. Non pochissime anche per un paese in cui le famiglie dei ceti medio-alti non di rado hanno a libro paga un paio di guardiani, un autista, una cuoca e una collaboratrice domestica.

Come si conviene in ogni casa indiana per bene, i 37mila metri quadri di superficie calpestabile comprenderanno anche un appartamento per Kokilaben Ambani, mamma di Mukesh e vedova di Dhirubhai, il fondatore dell’impero Reliance. Nonostante le recenti voci di una tregua armata, è difficile invece che salti fuori uno strapuntino per la famiglia di Anil Ambani, ovvero il fratello minore e rivale d’affari (con solo 13,7 miliardi di dollari in banca) del padrone di casa. Anil e Mukesh, che dopo una lunga battaglia si sono spartiti l’impero paterno nel 2005, hanno vissuto per anni (naturalmente assieme alla madre) a Sea Wind, un palazzo affacciato su Cuffe Parade, avendo cura, pare, di usare ingressi separati per evitare di incrociarsi. Antilia, con tutta la sua sfacciata opulenza, è sicuramente eccessiva. Ma, come sa bene chiunque abbia vissuto in un condominio, dopo tanti anni di convivenza probabilmente era necessaria.