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 2010  ottobre 14 Giovedì calendario

LA FUGA MANCATA DI IVAN IL TERRIBILE


Chissà magari l´offeso sarà lui, l´uomo che prese in prestito il passamontagna della "Catturandi" per scatenare l´inferno allo stadio. Magari sarà lì, nella cella di Pontedecimo, coi suoi braccioni gonfi e incisi con l´inchiostro a percuotersi il petto tatuato con il disegno di una bomba a mano, e starà imprecando contro questi noiosi italiani che non gli hanno nemmeno lasciato finire il suo lavoro in mondovisione: distruggere con quella pinza arancione la fastidiosa rete di protezione che separa la "gabbia" dal campo, per poi continuare, insieme coi suoi soldati in gita, a lanciare bengala e fumogeni contro il mondo cattivo.
Che noia dev´essere il carcere per Ivan Bogdanov. Trent´anni, la meritata fama, ormai planetaria, di "Ivan il terribile", già nota ai tribunali serbi e ora esportata grazie a una notte delle sue. Anzi, la notte. Perché se sei un capo ultrà ("Ultra Boys", Stella Rossa di Belgrado, tra le bande curvaiole-ultranazionaliste più violente del paese) e ti chiamano come il primo zar russo, come minimo non devi deludere le aspettative. E infatti. Per tre quarti d´ora ha tenuto italiani e serbi incollati ai suoi occhi di ghiaccio che incrociavano le telecamere dalla feritoia del mefisto; tutti noi siamo rimasti lì, aggrappati a quel bisonte sospeso sulla vetrata per tutto il non-tempo di Italia-Serbia. Lui e il suo repertorio da guerriero degli spalti.
Ivan che squarcia la rete come un artigiano del teppismo, Ivan che irride i poliziotti e continua imperterrito (e indisturbato) a fare quello che gli pare, la maglia col teschio, la tuta, le scarpe Nike. Fa il saluto nazista, accende un fumogeno e brucia la bandiera dell´Albania; solleva le braccia al cielo, rivolto ai suoi, in segno di trionfo, poi il dito medio, poi le tre dita insieme (dio-patria-zar), il saluto della tigre Arkan. Eccolo dondolarsi a peso morto su quella barriera di vetro, per cercare di tirarla giù, e chissà il seguito.
Una bestia. Pronta allo scontro - non vedeva l´ora - quando i poliziotti sono sul punto di entrare nella sua arena. L´hanno preso di notte. Fuori dallo stadio aveva guidato l´ultima carica contro gli agenti. Poi si era nascosto come un topo nel bagagliaio di un pullman. L´ultimo atto, le foto in questura: a torso nudo, rasato, i tatuaggi in bella mostra. La croce ortodossa con la stella rossa, la bomba a mano, la data 1389 (la battaglia della Piana dei Merli contro i Turchi, cara agli estremisti serbi). L´hanno riconosciuto per quel numero marchiato sulla pelle. Ci diranno che "Ivan il terribile" ha precedenti per rissa, lesioni, aggressione a pubblico ufficiale, comportamento violento, possesso di droga. L´avevamo come sospettato.