Roberto Giardina, ItaliaOggi 14/10/2010, 14 ottobre 2010
Tatort, letteralmente il luogo (Ort) del fatto (Tat), del delitto, per i tedeschi è qualcosa di più di un serial televisivo
Tatort, letteralmente il luogo (Ort) del fatto (Tat), del delitto, per i tedeschi è qualcosa di più di un serial televisivo. Accompagna la loro storia dal il 29 novembre del 1970, e continua tutt’oggi dopo quarant’anni e 775 puntate, ogni domenica sera. La serie, ideata da Günther Witte, che non ha un solo protagonista fisso, si svolge di volta in volta in un luogo diverso. L’Ard, il primo canale tedesco che la produce, è formato dalle varie emittenti dei Länder, e ogni regione ha i suoi investigatori, i suoi scenari e i suoi problemi. All’inizio anche i dialetti, ma si è rinunciato per rendere più agevole la comprensione. Il particolare più sconvolgente per la tv tedesca, pubblica o privata, è che Tatort da quarant’anni usa la stessa sigla, vagamente ispirata a James Bond: un uomo fugge inquadrato da un fucile a cannocchiale. L’attore che scappa disperato ha probabilmente il record di apparizioni tv, ma nessuno ha mai visto il suo volto. Si chiama Horst Lettenmayer e all’epoca ottenne 400 Deutsche Mark, 80 mila lire al cambio di allora. La sigla fu creata da Frau Kristina Böttrich, che ricevette 2.500 marchi. Ora chiede un nuovo compenso, o almeno il nome nei titoli di testa. Anche la musica di Klaus Doldinger è sempre la stessa, appena modificata un paio di volte. I tedeschi non sprecano soldi. Forse anche per questo i loro commissari hanno successo. Il Kinomuseum di Düsseldorf ha voluto rendere omaggio al serial dedicandogli un mostra.