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 2010  ottobre 14 Giovedì calendario

Università, slitta la riforma Gelmini allarme del Tesoro: manca la copertura CORRADO ZUNNINO PER LA REPUBBLICA La riforma sull´università si arena

Università, slitta la riforma Gelmini allarme del Tesoro: manca la copertura CORRADO ZUNNINO PER LA REPUBBLICA La riforma sull´università si arena. Non c´è copertura finanziaria, soprattutto per i ricercatori. L´ingresso del decreto legge alla Camera - 600 emendamenti presentati - è stato rimandato per due giorni consecutivi e solo questa mattina si capirà se la discussione domani partirà. Di certo, il voto arriverà solo alla fine della "sessione di bilancio" della Finanziaria. Significa un altro mese, almeno. Ma con l´emersione dei nuovi buchi di bilancio è difficile immaginare che la riforma degli atenei possa passare entro l´anno. Il decreto è diventato il primo scoglio parlamentare della maggioranza: all´asse Pd-Udc, che il 4 ottobre era riuscito a posticipare di dieci giorni il passaggio alla Camera, ieri si sono aggiunti i finiani. Fabio Granata è andato giù piatto: «Se Tremonti non garantirà le risorse necessarie alla ricerca Futuro e Libertà chiederà al ministro Gelmini il ritiro del testo». Il leader della Lega, Umberto Bossi, ha ricordato: «Quando le cose arrivano a Tremonti se non ci sono i soldi tutto finisce lì. O diamo i soldi all´università o alle bombe per gli aerei, io preferisco la ricerca». Il Partito democratico parla di «maggioranza in tilt» e il segretario Cgil scuola, Domenico Pantaleo, dice: «Il gioco delle tre carte di Tremonti-Gelmini è stato svelato, adesso apriamo una discussione pubblica sul futuro dell´università italiana». La difficile costruzione della riforma - che vuole concentrare il potere decisionale nei rettori, taglia 1,35 miliardi agli 88 atenei italiani introducendo i finanziamenti in base ai risultati - è crollata con il tentativo di recuperare la protesta dei ricercatori (hanno bloccato, di fatto, le lezioni in tutti gli atenei d´Italia). L´emendamento Frassinetti (Pdl), concordato in extremis con il governo, introduceva questa novità: in sei anni novemila ricercatori potranno diventare "docenti associati" grazie a un fondo per la valorizzazione del merito accademico. Ma il fondo avrebbe pesato per 90 milioni solo nel 2011 e per 1.465 milioni nei cinque anni a seguire. Troppi per una riforma definita dal governo «a costo zero per il pubblico». La bocciatura della Ragioneria di Stato è stata netta. Un successivo incontro, freddo, teso, tra la Gelmini e Tremonti non ha risolto la questione: «Per me la copertura c´era, le riforme senza risorse non le faccio», si è congedata la titolare dell´Istruzione. Tutto rimandato. Al ministero sono convinti di poter strappare l´approvazione entro la fine di novembre, in tempo per l´inizio dell´anno accademico 2011-2012, ma il comunicato serale della Gelmini aveva i toni di chi mette in preventivo una sconfitta: «Il ministero ha presentato una riforma moderna e innovativa, ora tocca al Parlamento approvarla e al ministero dell´Economia valutarne la copertura». I rettori, che fin dall´inizio hanno appoggiato il testo, criticano il governo: «Non ha previsto le risorse finanziarie per sostenere il provvedimento». Il controcanto dell´Unione degli studenti è beffardo e intransigente: «Questo governo è precario quanto noi, dimissioni della Gelmini subito». Ieri sono proseguite le lezioni alternative all´aperto (al Policlinico Umberto I di Roma, per esempio) e le occupazioni di facoltà (il Politecnico di Torino). E la mobilitazione anti-Gelmini prevista per oggi con un assedio di Montecitorio «si trasformerà in una grande festa». La protesta vedrà protagonisti i ricercatori (centomila tra assunti e aspiranti): reggono il 40% della didattica universitaria e la commissione di controllo degli scioperi ha minacciato di sostituirli. Attorno alla Camera - questa mattina, a partire dalle 10 - ci saranno anche gli studenti, universitari e medi, diversi professori, diversi presidi di facoltà.