milleottocentoquarantotto, Città di Torino, 13 ottobre 2010
CRONOLOGIA 1848 A TORINO
Il ’48 a Torino giorno per giorno
a cura di Umberto Levra e Rosanna Roccia
La cronologia degli eventi torinesi quarantotteschi è frutto dello spoglio sistematico delle testate qui elencate in ordine alfabetico, con la relativa abbreviazione: «L’Armonia della Religione colla Civiltà» (Arm.), la «Gazzetta Piemontese» (G.P.); «Il Mondo illustrato» (M.ill), «L’Opinione» (Op); «Il Risorgimento» (Ris). Per le notizie politiche presenti su tutti i giornali è omessa la citazione della fonte.
GENNAIO
1 - La Società delle Scuole infantili celebra nella chiesa di San Francesco da Paola, con l’intervento degli alunni, un triduo per la guarigione della duchessa di Savoia, protettrice della Società.
G.P., 1-1.
• Inizia le pubblicazioni il giornale quotidiano «La Concordia» per cui si è costituita una società, con un fondo di 60 mila lire, diviso in 120 azioni di lire 500 caduna. Concessionario Lorenzo Valerio. Il foglio inizia con una impostazione liberal-moderata e si sposterà in seguito su posizioni più radicali. I temi di fondo sono l’indipendenza, la nazionalità, la partecipazione elettorale, la federazione dei vari stati italiani.
G.P. 1-1.
• Il primo giorno dell’anno la famiglia reale, con un «numeroso corteggio», assiste in San Giovanni alla messa solenne come da consuetudine. Nel pomeriggio le dame di corte sono ammesse al baciamano della regina.
G.P., 3-1.
2 - Pranzo sociale della corporazione dei fabbri nel salone della Rocca. Tra gli invitati prendono la parola Roberto d’Azeglio e Angelo Brofferio, che riscuotono «unanimi e fragorosi applausi dai figli delle officine». Dopo altri oratori Costantino Reta conclude con «un suggerimento»: «La nazionalità in tutto, nelle grandi come nelle piccole cose, debb’essere costante e principale pensiero di tutti; epperciò dopo l’emancipazione dell’industria, emancipiamoci ancora dalle forme esterne della dipendenza straniera; aboliamo quelle iscrizioni sulle botteghe, sulle fabbriche, sugli opifizi, per le quali Torino rende immagine di una città francese».
Ris., 3-l.
3 - Dopo due numeri pubblicati nel dicembre 1847, inizia la periodicità quotidiana «II Risorgimento», giornale voluto dal circolo moderato di Cesare Balbo e affidato per la direzione al giovane Camillo Cavour. Il foglio punta sulla collaborazione tra principi e popoli per riforme moderate e senza eccessi.
7 - La corte prende il lutto di quattordici giorni per la morte della principessa Adelaide d’Orléans, sorella dei re dei Francesi, Luigi Filippo.
G.P., 7-1.
• Giunge in città una delegazione di Genova, composta da nove membri, presieduta dal sindaco Vincenzo Ricci, incaricata di presentare al re Carlo Alberto la petizione sottoscritta da 20 mila genovesi, in cui sono richiesti l’allontanamento dei gesuiti e l’istituzione di una guardia civica. La sera sono ricevuti da vari esponenti della stampa torinese, riuniti all’Albergo Europa, allo scopo di promuovere una manifestazione di solidarietà dei torinesi ai genovesi. Secondo il direttore della «Concordia», Lorenzo Valerio, per solidarietà le medesime richieste devono essere presentate al re da una delegazione torinese, ma Camillo Cavour, direttore del «Risorgimento», propone di sollecitare il sovrano a concedere una costituzione, unico strumento atto a dare solide basi al nuovo ordine avviato con le riforme del 1847, prima che «le agitazioni popolari facciano di un beneficio una necessità». Contro l’opposizione dei liberali-progressisti, la maggioranza dei convenuti accoglie la proposta cavouriana e invita i genovesi a sospendere la loro missione in attesa di concordare un’azione comune coerente.
Ris., 7-1, 8-1, 10-1; La Patria (Firenze), 18-1.
- All’Accademia Filarmonica si tiene un concerto serale in onore di Carlo Alberto: musiche di Bellini, Mercadante, Donizetti e Verdi (Nabucco); al termine viene suonato l’inno di Mameli. Dopo il concerto «i cocchi partono a squarciare il nevoso terreno».
G.P., 11-1; M.ill., 15-1.
8 - Carlo Alberto, considerandola priva di mandato legale, non riceve la deputazione genovese; costretta dall’intimazione del ministro dell’Interno a rientrare immediatamente, essa riparte verso sera per Genova. Alle ore 12 e poi alle 19, in casa Azeglio, si riuniscono di nuovo gli esponenti della stampa torinese: appresa la reazione indignata di Carlo Alberto, indotto a vedere in quelle riunioni un tentativo di ribellione per obbligarlo a concedere una costituzione sotto minaccia di un’insurrezione popolare, i presenti si propongono di inviare al re, accompagnata da una lettera particolare, l’esposizione veridica dei fatti. L’opposizione dei liberali-progressisti Valerio e Sineo, convinti di essere in presenza di un diversivo per impedire una progressione congiunta e unitaria, impedisce la realizzazione del proposito. Per ristabilire la verità, i direttori di quattro giornali torinesi (Cavour del «Risorgimento», Giacomo Durando dell’«Opinione», Brofferio del «Messaggiere», Francesco Predari dell’«Antologia Italiana» e del «Mondo illustrato») decidono tuttavia di pubblicare nei rispettivi fogli la relazione approntata; ne sono impediti dal divieto della censura e perciò la inviano ai giornali fiorentini e romani.
Ris., 7-1, 8-1, 10-1; La Patria (Firenze), 18-1.
13 - Il Consiglio di Conferenza, presieduto da Carlo Alberto, prende in esame la proposta di una costituzione già ampiamente discussa negli ambienti giornalistici, ma non adotta deliberazione alcuna.
• I commercianti torinesi eleggono una deputazione capeggiata da Roberto d’Azeglio al fine di presentare a Carlo Alberto un indirizzo con cui offrono «le loro sostanze e la loro vita in difesa del trono e della patria». Il sovrano, preavvertito, incarica Roberto d’Azeglio di esprimere la sua riconoscenza ai commercianti per l’atto generoso, «e assicurarli che per ora le circostanze del paese fan sì che non creda opportuno di approfittarne». Un indirizzo analogo è sottoscritto da studenti nel caffè Nazionale e in altri caffè torinesi.
Ris., l3-1, 14-1; M.ill., 22-1.
• 14 - Messa solenne con grande affluenza alla Gran Madre di Dio in suffragio dei milanesi morti la sera del 3 gennaio durante le dimostrazioni contro il fumo, colpiti dalle sciabolate dei soldati austriaci.
- Nei caffè e in vari luoghi è affisso un appello, con cui gli studenti universitari sono invitati a portare per 15 giorni il lutto sul cappello, per onorare la memoria dei confratelli studenti uccisi il 10 gennaio a Pavia, in un conflitto con la polizia.
Ris., 14-1, 15-1; M ill., 15-1, 22-1.
15 - Nella ricorrenza della festa di San Maurizio, protettore del Piemonte, il re, accompagnato dai due figli, si reca alla basilica dell’Ordine Mauriziano, ove viene celebrato un solenne Te Deum. Lungo il percorso, nelle vie di Dora Grossa e d’Italia, è festeggiato da una folla numerosissima, nella quale spiccano studenti di Pavia sfuggiti all’eccidio del 10, e moltissimi studenti di Torino, «vestiti a bruno per tale funesto avvenimento».
Ris., 17-1; M.ill., 22-1.
• La società torinese del Tiro a segno si accinge ad aprire al pubblico il suo locale privato per offrire alla gioventù torinese il mezzo di addestramento al tiro.
Ris., 15-1.
17 - Il Consiglio di Conferenza, presieduto da Carlo Alberto, riprende in esame l’indirizzo dei direttori dei quattro giornali torinesi proponenti la concessione di una carta costituzionale, e giudica la proposta irrispettosa e inaccettabile.
• La sera, splendida festa da ballo al teatro Carignano, a beneficio del Ricovero di mendicità e delle scuole infantili di Torino. Sono presenti il duca di Savoia, il principe di Carignano, la duchessa di Parma e numerose persone. Il voto dell’unione italiana è rappresentato dalle bandiere simboleggianti le città di Roma, Firenze, Genova, e altre; dai motivi tratti dagli inni patriottici; dalle sale decorate dei tre colori italiani; anche «negli abbigliamenti domina il bianco, il verde, il rosso». La vendita dei biglietti ad opera di 82 patronesse, frutta lire 16.841,30, da cui dedotte lire 6551,10 di spese, rimane un guadagno netto di lire 10.310,20: al Ricovero di mendicità sono distribuite lire 7.752,65, e alle scuole infantili lire 2.577,55.
Ris., 13-1, 18-1-1 suppl.; G.P., 15-1, 20-1; M. ill., 15-1, 22-1, 5-2.
• Attira immediata l’attenzione il proposito dei lombardi «di adottare una foggia italiana di vestire e drappi d’italiana fabbricazione» per liberarsi dalla servitù delle mode e industrie straniere. Nel caffè Nazionale è esposto un manichino con la nuova foggia: «all’ampia comodità dei calzoni riconosci il Milanese schivo sempre delle galliche attillature, la schietta tonaca, il cinto militare, il breve mantello ed il cappello acuminato danno maggior sveltezza alle membra». Ma, «memori» dell’inno di Mameli, si commenta, «avremmo preferito veder sul capello una penna d’aquila invece della vanitosa penna di pavone».
Ris., 17-1.
21 - Per sottrarsi alle vessazioni austriache, ripara a Torino lo storico Cesare Cantù, autore della Storia universale (1856-42), edita dal libraio-tipografo torinese Giuseppe Pomba.
Ris., 23-1.
23 - Sono aperte le sottoscrizioni per il monumento nazionale in onore di Carlo Alberto. Le offerte si raccolgono presso il caffè Nazionale, la farmacia Rasino, il negozio Engelfred, la banca Rignon e il gabinetto di lettura dell’Associazione Agraria.
Ris., 23-l, suppl.; Op., 12-2.
25 - Banchetto degli artisti nel salone della Rocca: a onesta «patriottica adunanza» è ammesso per la primavolta «il sesso gentile». Ris., 26-1.
26 - Inizia le pubblicazioni il quotidiano politico «L’Opinione», edito dalla tipografia Eredi Botta: lo dirige il colonnello Giacomo Durando, affiancato dal comitato di redazione composto da Aurelio Bianchi-Giovini, Massimo Cordero di Montezemolo, Giuseppe Torelli, Carlo Pellati, Giovanni Lanza, Giuseppe Cornero, Nicolò Vineis. Il giornale si propone di collocarsi su una posizione intermedia tra «Il Risorgimento» e «La Concordia» e riassume il proprio programma nei termini «Nazionalità - Monarcato - Progresso - Legalità».
Op., 26-1; Ris., 27-1; M.ill., 5-2.
29 - Nella sala attigua a San Francesco da Paola, alla presenza di un uditorio numeroso, «composto di persone d’ogni ceto», il professore Carlo Ignazio Giulio, ristabilito da una lunga malattia, inaugura il terzo corso serale di meccanica applicata alle arti.
Ris., 2-2; M.ill., 5-2.
31 - La Congregazione municipale delibera la convocazione del Consiglio generale, che dovrà avviare la formazione delle liste elettorali secondo il dispositivo della nuova legge comunale del 27 novembre 1847, e proporre l’istituzione di una guardia cittadina, «la quale si formerebbe in tempo di pace agli esercizi della guerra».
M.ill, 5-2.
• Ballo di gala a Corte, con grande affluenza di dame e cavalieri: inizia alle ore 20, le danze proseguono «animatissime» sino alle 2 del mattino.
G.P., 1-2.
• Da alcuni giorni grandi schiamazzi nel teatro d’Angennes molestano gli astanti, che spendono 80 centesimi per procurarsi «un po’ di ricreazione» e non per sentirsi «rintronare il timpano». Si cantano continuamente inni, e «le signore più frettolose sono accolte con ovazioni che non le incoraggiano molto». Circola voce che gli studenti siano gli autori.
Ris., 31-1.
FEBBRAIO
1 - II re Carlo Alberto riceve Lelio Cantoni, rabbino maggiore del collegio israelitico di Torino, che gli consegna, a nome di tutti gli israeliti del regno, un indirizzo con cui è richiesta l’emancipazione civile.
Ris., 2-2; Op. 3-2.
2 - Sono in corso gli abbonamenti al giornale «L’Opinione». Agli abbonati viene data in omaggio una «Tabacchiera nazionale», di forma circolare: nel disco superiore sono riprodotti i busti dei tre principi riformatori, Pio IX, Carlo Alberto e Leopoldo II; nel disco inferiore i busti dei tre scrittori italiani Vincenzo Gioberti, Cesare Balbo e Massimo d’Azeglio.
Op., 2-2.
• Giunge notizia del decreto napoletano del 29 gennaio, con cui il re Ferdinando II di Borbone incarica il governo di preparare entro dieci giorni una costituzione per il regno delle Due Sicilie. La notizia suscita una grande eccitazione nell’opinione pubblica torinese. Alla sera si raduna nel centro cittadino, festosamente illuminato, una folla entusiasta e plaudente, la quale, sotto la guida del marchese Roberto d’Azeglio e al canto dell’inno di Mameli, si reca sotto le finestre del rappresentante napoletano, Fulco Ruffo di Calabria, principe di Palazzolo, per manifestare il proprio gradimento dell’atto del sovrano borbonico. Ai cordiali saluti e ringraziamenti del diplomatico rispondono, esponendo i «generosi sensi» dei concittadini torinesi, Nicolo Vineis e Angelo Brofferio. Per esprimere la gratitudine alla Divina provvidenza per la concessione napoletana, che «segna un’era nuova nella civiltà italiana», si ordina, con il consenso del parroco, un solenne Te Deum nella chiesa di San Francesco da Paola; ma l’arcivescovo Luigi Franzoni (Fransoni) oppone il suo divieto.
Op., 3-2; Ris., 3-2.
3 - Convocato da Carlo Alberto, si riunisce il Consiglio di Conferenza, presenti tutti i ministri, per l’esame della situazione creata dalla concessione borbonica: tutti i ministri, preoccupati, suggeriscono al sovrano di prendere rapidamente una decisione inequivocabile.
• Nella chiesa della Gran Madre di Dio, alla presenza di una gran folla di fedeli, viene cantato il Te Deum, che si voleva celebrare nella chiesa di San Francesco da Paola e fu proibito dall’arcivescovo. Segue il canto del De profundis per le anime dei caduti per la libertà. La Gran Madre, tempio votivo per il ritorno dei Savoia, era stato a lungo il tempio dell’espiazione ma anche della celebrazione dinastica, come la parigina Madeleine. Grazie allo spirito liberaleggiante del parroco, diviene nel 1848 la «cattedrale» liberal-dinastica contrapposta a quella ufficiale controllata dall’arcivescovo ostile.
Ris., 4-2.
4 - Nel pomeriggio Carlo Alberto, accompagnato dalla Corte, fa visita ai ricoverati nell’ospedale San Giovanni; in seguito gli studenti lo accompagnano fino al ghetto, «asilo di miserie che speriamo presto dissipate». Al rientro a palazzo, una gran folla applaude il re in piazza Castello.
Ris., 5-2.
• Alle 19, una moltitudine di torinesi si raduna nella passeggiata dei Ripari per protestare contro il discorso pronunziato all’Assemblea nazionale francese dal ministro Guizot, il quale, rispondendo al discorso filo-italiano del deputato Lamartine, ha sostenuto l’impossibilità di concessioni costituzionali in Italia. Il ritratto e il discorso di Guizot sono dati alle fiamme.
Op., 5-2.
5 - Nell’immediata vigilia dell’adunanza del Corpo decurionale per richiedere al re la «più grande delle guarentigie civili», compare nei principali caffè torinesi l’invito rivolto ai concittadini di rinunciare a un’adunanza sulla piazza del Palazzo civico, per non turbare la libertà di deliberazione dell’assemblea.
Ris., 5-2.
• A mezzogiorno si riunisce il Consiglio generale della città per deliberare sulla richiesta al re di istituire la guardia civica di Torino. Ma Pietro De Rossi di Santa Rosa, sollecitato da Camillo Cavour, propone di richiedere al sovrano la concessione, a complemento delle riforme già promulgate nell’autunno 1847, di «quegli ordinamenti rappresentativi che formano l’ardente voto dei popoli». Il Consiglio, con scrutinio segreto, adotta con 36 voti contro 12, la proposta. Viene subito eletta la commissione incaricata della stesura della petizione al re, composta dai decurioni Santa Rosa, Giovanni Filippo Galvagno, Riccardo Sineo, Carlo Bon Compagni, la quale presenta poco dopo al Consiglio il testo richiesto.
Op., 5-2 suppl.; Ris., 5-2, 5-2 suppl, 6-2, 7-2; M.ill., 12-2.
7 - Alle ore 8 del mattino si riunisce il Consiglio di Conferenza, convocato appositamente da Carlo Alberto con invito esteso anche ai più alti funzionari dello Stato, per conoscere il loro parere sull’opportunità di concedere i liberi ordinamenti richiesti dagli enti e dalle popolazioni del regno. Per riportare la quiete nel paese, Carlo Alberto decide di annunciare, con un proclama reale, le basi della carta costituzionale che concederà al più presto. Al termine della riunione, verso le 16, il re riceve freddamente i due sindaci di Torino, latori dell’indirizzo del Consiglio comunale richiedente la costituzione. Sino a quell’ora i cittadini, ubbidendo all’invito a evitare manifestazioni, rimangono tranquilli nelle loro case, in attesa; verso sera si formano alcuni gruppi in piazza Castello e nei pressi del Palazzo Reale. Pare che «l’innocentissimo assembramento sia tornato discaro a chi ha già tanti diritti alla riconoscenza nostra».
Op., 7-2, 8-2; Ris., 7-2, 8-2; M.ill., 12-2.
8 - Verso le ore 16 è pubblicato il regio editto che precisa le basi dello Statuto albertino. L’annuncio, corso «come lampo da un capo all’altro» della città, suscita grande commozione, che dà vita intorno alle ore 19 a una grande dimostrazione: la folla si raduna in piazza Vittorio e raggiunge poi, guidata da Roberto d’Azeglio, piazza Castello e il Palazzo Reale. Con applausi e grida e lo sventolio di centinaia di bandiere e fiaccole, manifesta la propria riconoscenza all’«immortale» Carlo Alberto. In seguito i dimostranti, al seguito di Roberto d’Azeglio, Amedeo di Chiavarina e Nicolo Vineis, si portano dapprima nella piazza del Palazzo civico, per salutare i sindaci; poi a rendere omaggio al nunzio apostolico, ai ministri di Napoli e di Toscana, e a Pietro di Santa Rosa. Infine, in contrada Dora grossa, la folla si ferma dinnanzi al collegio dei gesuiti, nel massimo silenzio e con le bandiere capovolte.
Op., 8-2; Ris., 8-2 suppl., 9-2; G.P., 9-2; 10-2; M.ill., 12-2.
• I domenicani festeggiano con grande illuminazione della loro chiesa, sulla cui porta è posta un’iscrizione che invoca la benedizione divina su Carlo Alberto.
Ris., 9-2; M.ill., 12-2.
9 - Nel pomeriggio proseguono i festeggiamenti del giorno precedente. Le contrade e i portici di Po sono affollati come negli ultimi giorni di carnevale; molte le carrozze per le vie; ovunque «impareggiabile» l’ordine.
G.P., 10-2.
• Alla sera, durante la rappresentazione di una commedia al teatro d’Angennes, gli attori portano sul petto una coccarda turchina; il pubblico acclama il re e lo Statuto, e canta l’inno di Mameli; da alcuni palchi si sventolano le bandiere; «in segno di concordia e di fratellanza, le signore intrecciano i fazzoletti».
Op., 11-2.
• Nel corso del consueto passeggio, gli alunni del Collegio dei Nobili, gestito dai gesuiti, sono tutti fregiati con una nappa tricolore italiana, da cui pendono nastri turchini.
Ris., 9-2.
10 - Il Corpo decurionale cittadino festeggia con un banchetto i sindaci di Genova, inviati dai genovesi a esternare al re la loro gratitudine.
Ris., 11 -2; Op., 15-2.
• La Camera di Agricoltura e Commercio vota un indirizzo di ringraziamento a Carlo Alberto.
Ris., 11-2.
11 - Con un manifesto, i sindaci Vittorio Colli di Felizzano e Giovanni Nigra comunicano che, per corrispondere alla richiesta del re di evitare manifestazioni pubbliche, il Consiglio comunale si è astenuto dal promuovere le dimostrazioni.
Ris., 12-2.
• Numerosi cittadini, riuniti nel caffè di Piemonte per discutere sull’organizzazione della festa prevista per domenica 13 febbraio, eleggono una commissione di nove membri, presieduta da Roberto d’Azeglio. Al termine dell’adunanza il presidente raccomanda che nella festa sia inalberata soltanto la coccarda azzurra, gradita al re.
Ris., 11-2.
• Il marchese Roberto d’Azeglio informa i sindaci che la commissione eletta dai torinesi per regolare le dimostrazioni di esultanza ha deliberato di rimandare, a causa del cattivo tempo, alla domenica 27 febbraio la festa nazionale già fissata per la domenica 13.
M.ill., 12-2; Ris., 12-2.
• Per esprimere la riconoscenza al re anche i seminaristi escono a passeggio con la coccarda tricolore sul petto.
Ris., 12-2.
12 - Il Corpo decurionale, salutato nel percorso da due ali di folla esultante, si reca nella chiesa civica del Corpus Domini per partecipare alla celebrazione del Te Deum in rendimento di grazie a Dio per il beneficio della concessione dello Statuto. La chiesa, splendidamente addobbata, è affollata di fedeli, presenti anche nella piazza esterna. Intona l’inno sacro l’arcivescovo, monsignor Fransoni.
G.P., 14-2.
13 - Giungono a Torino molte deputazioni delle province alle quali non è pervenuto tempestivamente l’avviso del rinvio della festa nazionale. Per rimediare alle scarne accoglienze fatte loro, si organizza un banchetto, cui intervengono molti cittadini e tutta la commissione organizzatrice della festa del 27 febbraio: brindisi a Carlo Alberto, a Gioberti, ai martiri lombardi, all’indipendenza italiana, alla libertà. Alla fine, canto dell’inno di Mameli e di una canzone piemontese di Brofferio, applauditissima.
Op., 14-2; Ris., 14-2.
15 - Si riunisce la commissione incaricata di compilare la nuova legge sulla stampa, composta da Federico Sclopis, Carlo Bon Compagni, Luigi Cibrario, Luigi Franchi di Pont, Giovanni Filippo Galvagno.
Op., 16-2.
• E istituita una commissione per adattare le leggi di polizia alle nuove istituzioni, composta tra altri da Matteo Agnes, Camillo Cavour, Giovanni Filippo Galvagno, Biagio Alasia.
Op., 17-2.
• Violento incendio in casa Radicati di Brozolo situata nel vicolo del teatro Carignano. Un addetto all’ufficio dei corrieri, Luigi Rossotti, salva da sicura morte tre povere famiglie, composte di dodici persone.
Op., 17-2; Ris., 18-2; G.P., 21-2.
16 - Il Consiglio comunale offre un banchetto ai deputati della città di Chambéry per esaltare i legami fra le due città.
Op., 17-2.
17 - Carlo Alberto promulga le regie patenti del 17 febbraio con cui i valdesi sono ammessi a godere dei diritti civili e politici degli altri sudditi.
Op., 19-2; Ris., 19-2; G.P., 24-2; M.ill., 4-3.
• Il quotidiano «L’Opinione» avanza la richiesta motivata di un’ampia amnistia a favore dei condannati politici nei processi del 1821, del 1831 e del 1834.
Op., 17-2.
• Un manifesto dei sindaci comunica che il re ha autorizzato la città a prendere l’iniziativa delle dimostrazioni per festeggiare la costituzione.
Ris., 17-2 suppl.; G.P., 18-2.
• Gli avvocati torinesi festeggiano la costituzione con un banchetto, seguito da una veglia e un intrattenimento musicale.
Op., 19-2.
18 - Nel pomeriggio Carlo Alberto, salutato dagli evviva della popolazione, visita l’Ospedale di carità e il Ricovero di mendicità.
Op., 19-2.
• Serata nazionale al teatro Carignano, con canto di inni popolari: pubblico scarso, assenti i nobili.
Op., 19-2.
• Trapela la notizia che ogni giorno, per la tutela dell’ordine pubblico, tutti i reggimenti di stanza a Torino, compreso quello dei Granatieri-Guardie, tengono 100 soldati consegnati in caserma.
Op., 19-2.
19 - La sera la folla plaude, sotto le finestre dell’ambasciatore del granduca Leopoldo II di Toscana, la promulgazione, il 15 febbraio, della costituzione toscana; e, davanti alla casa del pastore Bert, l’emancipazione dei valdesi. Per solidarietà e in attesa di un provvedimento analogo, gli israeliti illuminano le loro case.
Op., 19-2; Ris., 21-2; M.ill., 26-2.
20 - Cena di molti torinesi vestiti in costume italiano, alla trattoria delle Indie, per presentare e festeggiare il nuovo abbigliamento, da alcuni deriso.
Op., 21-2.
21 - Ballo a Corte, dalle ore 20 alle 2 del mattino.
G.P., 22-2.
• Nomina della commissione incaricata di preparare la legge elettorale: Cesare Balbo presidente, Stefano Gallina, Cesare Cristiani di Ravarano, Luigi Demargherita, Ercole Ricotti, Camillo Cavour, Riccardo Sineo, Gustavo Ponza di S. Martino.
Op., 22-2.
• Accademia vocale e strumentale nel salone della Rocca, a beneficio della Piccola Casa della Divina Provvidenza e delle Scuole Infantili di Torino: ricavo lire 2273, spese lire 723, guadagno netto lire 1550, di cui 775 al Cottolengo e 775 alle Scuole.
M.ill, 4-3.
22 - Il Consiglio comunale, d’intesa con l’apposita commissione, pubblica il programma della festa nazionale del 27 febbraio.
G.P., 22-2, 26-2; Op., 23-2; Ris., 23-2.
• L’arcivescovo Fransoni e il Nunzio pontificio rifiutano l’invito dei sindaci della città a celebrare la messa, il mattino della festa nazionale del 27 febbraio, sotto il pronao del tempio della Gran Madre. In luogo della messa il parroco del tempio canterà un Te Deum.
Op., 23-2.
• La commissione ordinatrice della festa del 27 febbraio estrae a sorte l’ordine numerico con cui le corporazioni, unioni e società prenderanno posto nel corteo. Per acclamazione i valdesi sono posti al primo posto.
G.P., 24-2.
23 - Alle 19, appresa la notizia della proclamazione della legge marziale a Milano, una folta schiera di torinesi si porta sotto la dimora del ministro plenipotenziario inglese, Ralph Abercromby, per manifestare la gratitudine per l’appoggio del governo inglese alla causa italiana, dichiarato da lord Palmerston ai Comuni, e nel contempo la protesta contro l’Austria. Il ministro britannico riceve una deputazione dei dimostranti, guidata da Brofferio.
Op., 24-2; Ris., 24-2; M.ill., 4-3.
24 - L’arcivescovo Fransoni vieta agli studenti di teologia di prendere «parte attiva» alla dimostrazione del 27 febbraio,
Ris., 26-2.
• Data la ressa prevista, il proprietario del caffè Nazionale introduce, per il giorno 27 febbraio, un biglietto d’ingresso al caffè, il cui ricavato è destinato a beneficio della Piccola Casa della Divina Provvidenza, che però rifiuta perché ravvisa un balzello imposto agli avventori in una festa patriottica.
Ris., 24-2, 26-2.
25 - La commissione ordinatrice della testa del 27 febbraio convoca a un incontro preparatorio, alle ore 20, i lombardi e i veneti domiciliati in città che hanno richiesto di partecipare alla festa.
Ris., 25-2.
• Iniziano i divertimenti teatrali straordinari in occasione della festa nazionale del 27: al teatro Carignano gran concerto nazionale con orchestra e cori; sarà seguito il 26 e 27 al teatro Regio da una gran festa da ballo in maschera.
G.P., 24-2; Ris., 29-2.
26 - La regina, per mezzo dei parroci, provvede a «una larga distribuzione di pane» ai poveri, «oltre le convenute sue elemosine».
Ris., 26-2.
27 - La festa nazionale, secondo le norme impartite dal Comune d’intesa con la commissione ordinatrice, ha inizio alle ore 9 con l’adunata generale nei viali della piazza d’Armi, dalla parte di Porta Nuova e della Crocetta (tra gli odierni corsi Vittorio Emanuele, Stati Uniti e via Arsenale). Accompagnati dal rombo dei cannoni, i partecipanti, indicati dagli organizzatori in circa 100 mila, ordinati in drappelli separati di 20 persone su due file, composti dai membri delle deputazioni della città e dei paesi del Piemonte, delle corporazioni d’arti e mestieri, delle unioni, delle società, formano un corteo lungo due chilometri circa, sventolante centinaia di coccarde azzurre, in cui spiccano, al primo posto, il drappello dei valdesi, circa cinquecento, «non ricchi», scesi dalle loro valli, e quello dei lombardo-veneti, senza bandiera e vestiti a lutto. Il corteo, muovendo tra due ali di cittadini acclamanti ed entusiasti, percorre le contrade della Provvidenza (via XX settembre), dei Carrozzai (via San Quintino), della Madonna degli Angeli (via Carlo Alberto), di Po e della piazza Vittorio Emanuele, e giunge ai piedi della gradinata della Gran Madre di Dio. Ai quattro angoli del ponte sul Po quattro bellissimi modelli rappresentano i fiumi Po, Arno, Tevere, e Sebeto, simboli dell’Italia tutta. Alle ore 11, da un altare eretto nel pronao della Gran Madre, viene intonato, «con inusitata pompa», l’inno ambrosiano, in rendimento di grazie al Cielo: mentre i drappelli del corteo sono sulla piazza, la coda è appena giunta davanti alla chiesa della Madonna degli Angeli. Terminata la funzione religiosa, il corteo, percorre la piazza Vittorio Emanuele e la contrada di Po, giunge «in sul mezzo tocco» in piazza Castello, e per tre ore sfila sotto la galleria d’armi davanti a Carlo Alberto, ai due suoi figli, e al principe Eugenio di Carignano, tutti a cavallo, circondati da un folto Stato maggiore. La prima parte della testa termina verso le ore 15.30. Verso le 18 ha inizio l’illuminazione straordinaria della città: la Gran Madre, piazza Vittorio Emanuele, contrada di Po, piazza Castello, Palazzo civico «erano coperti di lumi sì fattamente che avresti detto che i palazzi e gli edifici erano di fuoco; migliaia e migliaia di lumiere sagomavano gli stipiti, gli archi, gl’intercolonnii». Sulla Gran Madre, sfarzosamente illuminata, fiammeggia l’iscrizione «Viva lo Statuto». In ciclo un globo aerostatico ornato di fuochi di bengala. Verso la mezzanotte, quando si stanno spegnendo gli ultimi residui dell’illuminazione, la città è «cheta e silenziosa come un deserto».
G.P., 28-2, 2-3; Ris., 28-2; O.P., 3-3; M.ill, 4-3.
• Mentre il corteo sta percorrendo le vie cittadine, giunge la notizia dell’insurrezione repubblicana di Parigi e dell’abdicazione del re Luigi Filippo d’Orleans (24 febbraio).
G.P., 28-2.
• Per disposizione del re «e contro la tradizione sino ad ora eseguita», anche i militari di stanza a Torino sono autorizzati a partecipare alla festa nazionale: la ritirata è spostata eccezionalmente dalle ore 18 alle 21, ed è distribuita una gratifica di 50 centesimi al soldato, 80 al caporale e 1 lira al sottufficiale.
G.P., 28-2.
• In occasione della festa si effettuano, a spese del Comune, quattro lotterie di commestibili nelle piazze Palazzo di Città, Castello, San Carlo e Carlina, ciascuna con distribuzione di 1500 biglietti alle persone bisognose. I commestibili elargiti consistono in focacce, salami, capponi, quarti di castrato, pezzi di manzo, lingue salate, farina di meliga, riso, mele e vino.
G.P., 28-2.
28 - I sindaci comunicano al Consiglio decurionale l’alto gradimento e l’ammirazione espressi da Carlo Alberto per la dimostrazione offertagli il 27.
Ris., 3-3.
• I sardi residenti a Torino, in una protesta inviata al giornale «Il Risorgimento», giustificano l’assenza della bandiera sarda fra i rappresentanti di Liguria, Nizza e Savoia nel corteo della festa nazionale del 27 febbraio, affermando che la commissione ordinatrice ha negato alla loro bandiera il primo posto che le competeva; ed esprimono il dispiacere per «quel certo poco conto che di loro, siccome in tutte le precedenti, fecero anche in questa circostanza, i fratelli del Piemonte».
Ris., 2-3.
MARZO
1 - Alla sera, nel salone dell’albergo Trombetta, banchetto offerto dal Consiglio decurionale alla commissione ordinatrice della festa del 27 febbraio. Verso la fine, sotto le finestre si forma un assembramento di cittadini, che richiedono armi nella supposizione che l’insurrezione di Parigi abbia per conseguenza ben presto la guerra. I sindaci si recano dal re, che manifesta l’intenzione di provvedere all’armamento del paese.
Op., 2-3; Ris., 2-3.
- Esce il primo numero del «Corriere Subalpino», diretto da Luigi Vigna, autore del Dizionario amministrativo.
M.ill., 12-2.
2 - I gesuiti e le suore del Sacro Cuore sono espulsi da Torino. Clamorosa adunata popolare davanti ai loro collegi per manifestare l’avversione ai due ordini religiosi. E’ sciolta con la forza.
G.P., 4-3; Ris., 4-3,
- Chiamata alle armi degli ufficiali provinciali e dei militari in congedo di varie classi di leva.
M.ill., 11-3.
Avviso dei sindaci, che invita i proprietari, i commercianti, i capi di bottega o di officina con i loro figli, gli impiegati, i militari in ritiro, tra i 21 e i 55 anni, a presentarsi, da domani in poi, dalle ore 8 alle 18, per essere iscritti nei registri appositi e ordinati in compagnie provvisorie sotto il comando dei capitani elettivi.
G.P., 4-3; Op., 4-3; Ris., 4-3; M.ill., 11-3.
5 - Le voci circolanti di prossimi assembramenti, ostili ad alcuni istituti religiosi «non troppo benevisi», e la preoccupazione per la rivoluzione di Parigi inducono un gruppo di cittadini, amanti dell’ordine e della legalità, a chiedere armi al Governo. Questo mette a disposizione della cittadinanza 500 fucili per fare un primo esperimento di guardia civica.
Op., 4-3; Ris.,4-3.
4 - Sono pubblicati il testo dello Statuto albertino e l’editto sulla milizia comunale.
G.P., 5-3, 8-3; Ris., 6-3; Op., 9-3 suppl.; M. ill., 11-3.
- Da questa sera, oltre 600 cittadini, radunati sotto i portici di piazza San Carlo e ordinati in varie squadre comandate dal colonnello Giacomo Durando, perlustrano le vie cittadine.
Op., 6-3.
La chiesa dei Santi Martiri, già officiata dai gesuiti, è ora officiata dal parroco di San Rocco.
Ris.,4-3.
- Avviso rivolto ai francesi residenti in Torino a riunirsi alle ore 10 nel caffè del Piemonte per prendere accordi sulla celebrazione di un ufficio funebre per «leurs frères morts pour la liberté».
Ris., 4-3.
6 - Mentre i contingenti provinciali appena chiamati alle armi raggiungono i corpi con grande rapidità ed entusiasmo, su proposta del sindaco Colli, la ragioneria comunale apre una sottoscrizione per porgere soccorsi alle famiglie dei giovani chiamati alle armi al principio dell’anno.
Ris., 6-3, 7-3, 13-3.
7 - Il governo respinge la richiesta degli israeliti di esser ammessi a far parte almeno della guardia nazionale.
Op., 7-3.
8 - Carlo Alberto accetta le dimissioni del governo Borelli e incarica Cesare Balbo e Lorenzo Pareto della formazione del primo ministero costituzionale.
Ris., 9-3.
- Proposta del «Costituzionale Subalpino», appoggiata anche dall’«Opinione», di cambiare i nomi delle principali vie di Torino «per secondare il processo di nazionalità italiana»; l’attuazione della proposta darà modo al cittadino e al forestiero che passeggiano per la capitale di avere continuamente sott’occhio «un nome che rammenti una gloria nazionale».
Op., 9-3.
9 - L’arcivescovo Fransoni invia una lettera al rettore del seminario in cui sono negate le ordinazioni dei seminaristi che, contro il divieto arcivescovile, erano usciti dal seminario il 4 dicembre 1847 per manifestare il loro affetto alla patria e al re e si erano fregiati di un nastro col nome di Pio IX e della coccarda nazionale.
Ris., 16-3.
10 - Un gruppo di studenti universitari chiede al ministro dell’Istruzione, Cesare Alfieri di Sostegno, la libertà di insegnamento, nonché l’abolizione dei prefetti e dei «biglietti di confessione». Il ministro risponde che, avendo dato le dimissioni ed essendo in corso la formazione di un nuovo ministero, non gli è possibile prendere in considerazione le richieste.
Op., 11-3; Ris., 14-3.
11 - Il crescente arrivo in città dei contingenti richiamati sotto le armi crea difficoltà di acquartieramento.
Op., 11-3; Ris., 13-3.
14 - Alle ore 10, nella chiesa della Gran Madre di Dio, è celebrato il servizio funebre ordinato dai francesi residenti in Torino in memoria dei caduti nelle giornate parigine di febbraio. I partecipanti portano un velo nero al braccio sinistro e il tricolore all’occhiello.
Ris., 9-3, 16-3, 2-5; M.ill., 18-3, 25-3.
15 - Il giornale «Il Risorgimento» propone che i cittadini agiati, possessori di cavalli, ne offrano uno o più che per età, altezza e robustezza siano atti alla guerra.
Ris., 15-3.
16 - Il primo ministero costituzionale, presieduto da Cesare Balbo, e composto da Vincenzo Ricci, Lorenzo Pareto, Ottavio Thaon di Revel, Luigi Des Ambrois, Federico Sclopis, Antonio Franzini e Carlo Bon Compagni, presta giuramento davanti al re alle ore 16.30, e si insedia. Alla sera una folla numerosissima acclama i nuovi ministri, al canto dell’inno di Mameli.
Op., 17-3; Ris., 17-3; G.P., 18-3; M.ill., 18-3.
18 - Lettere patenti del 18 marzo, con cui Carlo Alberto concede piena amnistia a tutti i condannati per motivi politici prima della pubblicazione dello Statuto.
Op., 20-3.
- Con grande tempismo è richiamata l’attenzione sulla funzione d’amalgama della lingua nazionale dalla pubblicazione di due opuscoli: il primo, di Ignazio Pansoya, propone la soppressione dei dialetti per favorire la diffusione della lingua italiana; il secondo, del barone Dal Pozzo, presenta il progetto di un’associazione per la diffusione della lingua italiana.
Op., 20-3.
19 - Un supplemento straordinario dell’«Opinione» riporta nell’articolo di fondo, dal titolo Torino 19 marzo, le prime notizie dell’insurrezione di Milano (18 marzo). L’articolo presenta larghi spazi bianchi, imposti dalla censura.
Op., 19-3.
- A causa delle notizie sugli avvenimenti di Milano e di Vienna, il Consiglio dei ministri, convocato da Carlo Alberto, adotta due provvedimenti: l’invio di un corpo d’osservazione di 30 mila uomini, sulla frontiera orientale, e l’istituzione di depositi a Chivasso, Casale e Novi per accogliervi i numerosi volontari che si offrono a sostegno dell’esercito di linea. Verso le 15 il marchese d’Azeglio comunica alla folla queste determinazioni, che sono accolte «con grido universale di entusiasmo».
G.P., 20-3, 21-3; Ris., 20-3; M.ill., 25-3.
- E pubblicata la legge elettorale del regno, datata 19 marzo.
M.ill., 25-3.
20 - Sono convocati per il 17 aprile i collegi elettorali per l’elezione della Camera dei deputati. E fissata la prima riunione del Senato e della Camera il 27 aprile.
Op., 20-3.
- Ottocento uomini della milizia comunale provvisoria si riuniscono, sotto una fitta pioggia, nella piazza Emanuele Filiberto per salutare il secondo reggimento di Pinerolo in partenza per la frontiera. Dopo aver stilato davanti alla cancellata reale, il reparto della milizia si scioglie in piazza San Carlo.
Ris., 21-3.
- Gli studenti, riuniti nel cortile dell’Università, chiedono la chiusura dei corsi per potersi armare e correre in aiuto ai milanesi insorti.
Op., 20-3; Ris., 21-3.
- Assembramenti si formano in vari punti della città, arringati da oratori improvvisati; si aprono spontaneamente sottoscrizioni per i lombardi e per formare battaglioni di volontari.
Op., 20-3.
21 - Il ministro degli Esteri riceve una delegazione di torinesi, desiderosi di avere notizie sui fatti di Milano e promette loro la pubblicazione di un bollettino informativo.
Op., 22-3.
- Gli studenti ottengono la chiusura dei corsi universitari a tempo, senza perdere l’anno.
Op., 22-3.
- Radunatesi davanti al palazzo dell’Università, un grosso gruppo di studenti si dirige verso il deposito di Chivasso, dove si accolgono i volontari. Li hanno preceduti 150 israeliti torinesi.
Ris., 21-3; Op., 22-3.
22 - Dopo aver sfilato davanti al re in piazza Castello, e ricevuti gli onori della milizia comunale in piazza Emanuele Filiberto, il reggimento Guardie parte per Novara salutato dagli applausi della folla e da evviva al re.
G.P., 22-3; M.ill., 25-3.
- Inizia un triduo nella chiesa di San Domenico a favore dei lombardi; grandissima affluenza di donne.
Op., 23-3; Ris., 23-3.
23 - La folla si raduna davanti all’albergo Europa, essendosi sparsa la voce, infondata, che il duca e la duchessa di Parma, allontanati dal loro stato, erano giunti a Torino, da dove i manifestanti intendono cacciarli. Mentre si conclude la manifestazione giungono le prime notizie della liberazione di Milano.
Ris., 24-3.
24 - Al mattino è pubblicato il proclama di Carlo Alberto ai popoli della Lombardia e della Venezia (23 marzo), che annuncia l’entrata dell’esercito sardo in territorio lombardo, con la bandiera tricolore italiana su cui è sovrapposto lo scudo di Savoia. Grande dimostrazione cittadina sotto il balcone del Palazzo Reale, dal quale si affaccia il re, che ha al fianco i figli e i ministri.
Op., 24-3; Ris., 24-3, 25-3.
- Verso mezzogiorno, nel Duomo, alla presenza del re e delle massime autorità dello Stato, del Corpo municipale, dell’Università, e di un «numero indicibile di gente d’ogni condizione», l’arcivescovo Fransoni in pontificale intona, mentre rimbombano le salve dei cannoni, il Te Deum per la vittoria dei milanesi. Il pubblico è freddo verso l’arcivescovo. Successivamente, in piazza Castello, il re passa in rassegna la milizia comunale provvisoria, e s’inoltra tra la folla esultante.
G.P., 24-3; Op., 25-3; M.ill., 1-4.
25 - Il governatore della Divisione di Torino apre gli arruolamenti dei volontari, piemontesi, italiani e stranieri, per tutti i corpi dell’esercito regolare.
Op.. 27-3.
- Alle ore 9, nel caffè di Piemonte, i commercianti torinesi, per iniziativa dei banchieri Carlo Schioppo e Ignazio Casana, deliberano che ai commessi e ai giovani di negozio che vorranno arruolarsi nell’esercito saranno conservati il posto e la paga maturata, purché riprendano il lavoro entro l’anno.
Op., 25-3; Ris., 25-3.
26 - È aperta la sottoscrizione per un prestito straordinario di 13 milioni di lire.
Op., 27-3.
- Alla sera, acclamato dalla folla, mentre piazza Castello, contrada di Po e piazza Vittorio Emanuele sono splendidamente illuminate, Carlo Alberto parte per Alessandria per assumere il comando delle truppe che si accingono a entrare in Lombardia.
G.P., 27-3; Ris., 27-3;,M.ill., 1-4.
28 - Corre voce che l’arcivescovo Fransoni sia partito da Torino e dalla provincia torinese. Effettivamente partirà il giorno seguente.
G.P., 28-3; Ris., 29-3, 31-3.
29 - Nel Palazzo comunale sono aperti i registri per l’iscrizione nelle liste elettorali.
Op., 30-3.
- È pubblicato il decreto con cui Carlo Alberto concede l’emancipazione agli israeliti, e la loro ammissione ai diritti civili.
Op., 1-4.
-Impressione in città per i segni non comprensibili comparsi nella notte su molte abitazioni. I timori di qualche mena eversiva sono fugati dalla scoperta che i segni sono stati fatti da un incaricato delle collette per l’Ospizio dei catecumeni.
Ris., 31-3.
- Verso le ore 14 giunge a Torino il principe Eugenio di Carignano, nominato luogotenente del re durante l’assenza di Carlo Alberto.
G.P., 29-3.
30 - Appello di Giulia Molino Colombini alle donne torinesi perche offrano i monili alla patria e preparino bende e fasce per i feriti dell’esercito.
Ris., 30-3; Op., 1-4.
31 - Invito anonimo del clero torinese a pregare per la vittoria del Piemonte (l’arcivescovo è partito da due giorni). Alle ore 18, nella chiesa della Missione, inizia un triduo solenne, cui sono invitati i torinesi.
Op., 31-3.
- Si progetta l’installazione di una linea telegrafica da Superga ad Alessandria.
Ris., 31-3.
- Alla sera illuminazione delle case degli israeliti per festeggiare l’emancipazione.
Op., 1-4.
Parte per Milano, quale rappresentante sardo presso il Governo provvisorio lombardo, il colonnello Giacomo Durando, direttore dell’«Opinione». Lo sostituisce nella direzione Massimo Cordero di Montezemolo.
Op., 31-3.
APRILE:
1 - Si invita la polizia a intensificare la vigilanza: in città si notano parecchi «scappati di galera», un numero insolito di «faccie sconosciute», e molti di loro «ozianti, sguardanti» si trovano «nei quartieri appartati».
Ris., 1-4.
2 - Appello di un abbonato affinché i giornali si possano leggere «in pubblico» e «si tengano affissi onde ognuno possa averne visione».
Ris., 2-4.
3 - Il Comune ha alzato al 5 per cento l’interesse dei depositi nella Cassa di Risparmio.
Ris., 3-4.
4 - Vari membri dell’Associazione Agraria fondano, presso le sale della medesima, un club politico per influire sulle prossime elezioni politiche. Presidente il cavalier Bertini.
Op., 5-4.
5 - Indirizzo di ringraziamento del Comitato Israelitico di Torino ai giornalisti.
Ris., 5-4; M.ill., 8-4.
6 - È pubblicata la legge sulla libertà di stampa, promulgata il 26 marzo.
Op., 7-4.
- Di giorno e alla sera avanzata, un numero crescente di accattoni gira per le vie, nelle piazze, nell’interno della case, con domande insistenti di soccorso. Sono per lo più forestieri, a detta del «Risorgimento» capaci di procurarsi «la vita col lavoro».
Ris., 6-4.
7 - Gli elettori dei collegi elettorali IV e V sono invitati a riunirsi in due case private il 7 aprile per dar vita ai rispettivi comitati elettorali. Sono previste regolari riunioni ogni sera.
Op., 5-4.
- Il Consiglio generale straordinario della città di Torino vota un indirizzo «ai generosi fratelli della Savoia».
Ris., 10-4.
8 - E’ proposta l’erezione di un Banco Nazionale intitolato Banco Carlo Alberto.
M.ill., 8-4.
- Alla sera il Comitato elettorale del V collegio delibera, a grande maggioranza, che i candidati devono presentare la loro professione di fede politica, e all’unanimità che nessuna formula sia prescritta dalla presidenza o da altri, «affinché i candidati più liberamente possano manifestare le loro opinioni e gli elettori meglio possano essere istruiti delle loro idee e convinzioni». Sono invitati gli elettori a partecipare ogni sera alle riunioni successive per discutere e deliberare.
Op., 11-4.
10 - Giunge da Milano una staffetta che porta la notizia della vittoria piemontese nello scontro del ponte di Goito.
G.P., 10-4.
- Aperte presso una tipografia privata le iscrizioni dei militi della milizia nazionale che vogliano imparare il maneggio delle armi.
G.P., 10-4.
- È formata una commissione per regolare la raccolta dei soccorsi alle famiglie povere dei soldati al fronte; le oblazioni sono raccolte presso i giornali «Il Risorgimento», «La Concordia», «L’Opinione».
Op., 11-4.
11 - Gli israeliti di Torino, anziché manifestare la loro gioia con conviti e luminarie, dopo aver ringraziato Dio con celebrazioni religiose offrono ai poveri di Torino: 10.000 razioni di pane, 500 lire per le famiglie povere dei soldati al fronte, 400 lire al Ricovero di Mendicità, 400 lire all’ospedale Cottolengo, 400 lire per gli israeliti poveri, 150 all’ospedale dei vldesi.
Ris., 11-4; G.P., 12-4.
12 - A mezzanotte tra l’l1 e il 12 aprile e poi nella mattina del 12 si diffonde la voce che una grossa banda, proveniente dalla Francia, sia penetrata nelle valli di Luserna con intenzioni ostili alla popolazione. Si teme il ripetersi dell’episodio della banda dei «voraces» a Chambéry di una settimana prima. La notizia risulta infondata.
G.P., 11-4; Op., 12-4.
- Sulla torre più alta di Palazzo Madama, quella della specola, compare «un semplice T di legno rivolto verso le colline e la valle del Po», l’inizio dell’installazione del telegrafo desiderato. Molti torinesi osservano dalla piazza Castello i lavori.
Ris., 14-4.
13 - Alla presenza di Carlo Alberto le truppe sarde iniziano l’attacco alla fortezza di Peschiera, con cinque ore di bombardamento. La guarnigione austriaca resiste.
- Il luogotenente generale del re, principe Eugenio di Carignano, ha fregiato con la croce dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro il dottore Mollard di Chambéry, che con straordinaria energia ha contribuito a ristabilire l’ordine turbato dall’invasione dei «voraces» provenienti dalla Francia.
G.P:, 13-4; Ris., 14-4.
15 - Un decreto luogotenenziale ammette gli israeliti regnicoli alla leva militare.
Op., 19-4; Ris., 19-4.
- Il clero torinese desidera introdurre una «nuova loggia di vestire»: un cappello rotondo alla borghese invece del cappello triangolare, e un paio di calzoni, come nel Lombardo-Veneto e in Francia, invece delle calze corte.
Ris., 15-4, 22-4.
19 - Alla testa delle brigate Aosta e Casale, di un battaglione di bersaglieri e due batterie d’artiglieria, Carlo Alberto muove su Mantova per facilitare la riunione con le truppe toscane e romane. Lungo combattimento attorno a Mantova, senza successo.
- Il proprietario del caffè Comunale, all’angolo della piazza del Palazzo di Città, per migliorare la sorte delle famiglie dei soldati al fronte, offre di cedere il decimo del prodotto lordo ricavato dalla vendita di caffè, birra, vino e altre bibite somministrate ai corpi di guardia della milizia nazionale.
G.P., 19-4; Ris., 19-4.
20 - Sono pubblicate le liste elettorali dei sette collegi di Torino: in totale 3151 iscritti. E’ generale il lamento che i subalpini non curino l’esercizio di un diritto «pel conseguimento del quale tante lagrime e sangue sparsero i nostri maggiori, tanti inni e feste cantammo e celebrammo noi». Il clero subalpino, al contrario, preoccupa la stampa liberale perché adopera «ogni arte» affinchè le elezioni cadano su persone a lui almeno ligie e accette.
Ris., 20-4, 21-4.
- Giunge a Torino il tenente generale Ettore Perrone di San Martino, che dalle sue benemerenze passate è indicato come uno dei capi «i più atti a guidare l’esercito piemontese alla pugna, alla vittoria».
Ris., 20-4.
21 - Riunione degli elettori del collegio Torino 1° per discutere sulla scelta dei candidati alle prossime elezioni.
Op., 21-4.
22 - Su proposta del Consiglio dei ministri, Carlo Alberto accorda piena e intera amnistia a coloro che parteciparono al tentativo di invasione di Chambéry.
Op., 29-4.
- «L’Opinione» registra che, da alcuni giorni, si stanno diffondendo nell’opinione pubblica gravi preoccupazioni sull’andamento delle operazioni militari.
Op., 22-4.
23 - Lasciata Monzambano le truppe sarde passano il Mincio e si spingono sino a Villafranca.
- Nel giorno di Pasqua, verso sera, tra alcuni soldati sardi, volontari nel reggimento Cacciatori-Guardie, scoppia una rissa violenta davanti a un albergo fuori di Porta Palazzo; accorsa la milizia nazionale, i sardi si azzuffano con i militi. Sparsasi la voce di una sedizione militare, il tamburo chiama a raccolta: quaranta compagnie di milizia nazionale accorse, parte in piazza Castello, parte in piazza di Palazzo di città, riescono a riportare l’ordine.
G.P., 24-4; Op., 24-4; Ris., 24-4; 26-4.
24 - Si apre il teatro Nazionale di Torino, con sipario di Gonin.
M.ill., 29-4.
27 - La 3° compagnia della milizia nazionale dona un cavallo al governo.
Ris., 27-4.
- Risultati elettorali delle elezioni nei sette collegi di Torino: sono eletti deputati Vincenzo Gioberti, Cesare Balbo, Amedeo Ravina, Evasio Radice, Federico Sclopis di Salerano, Giacinto Cottin, Giovanni Giacomo Prever.
Op., 28-4; Ris., 28-4.
28 - Un decreto del luogotenente generale, principe Eugenio di Carignano, stabilisce dimensioni e colori delle insegne della milizia nazionale: m. 1,60 di altezza, m. 1,50 di larghezza, tre liste verticali e uguali in verde, bianco e rosso, con lo scudo di Savoia orlato di azzurro al centro.
Op., 5-5.
- Da alcuni giorni insolita presenza di ragazzi nelle vie più frequentate, che gridano lazzi e motteggi contro il clero e cercano di vendere libelli anticlericali.
Op., 5-5.
- Riferendosi all’esecuzione di una condanna alla pubblica infamia di un giovane condotto dagli arcieri legato e con un cartello al collo per via Dora Grossa, Aurelio Bianchi-Giovini protesta contro la sopravvivenza dell’uso della «berlina».
Op., 28-4.
29 - Scarsa affluenza di sottoscrittori al prestito straordinario di 13 milioni, destinato a sopperire alle spese di guerra.
G.P., 29-4; Op., l-5, suppl.; Ris, 1-5.
- Un emissario del duca Litta di Milano giunge a Torino per acquistare, a spese del duca, 8 pezzi da campagna e 2 obici per l’esercito lombardo.
Op., 29-4.
30 - Dopo sette ore di combattimento le truppe sarde mettono in tuga gli austriaci a Pastrengo.
- Giungono a Torino dall’esilio parigino Vincenzo Gioberti e il principe della Cisterna. Grande tripudio e imbandieramento nelle vie principali. Verso le ore 16 una fitta schiera di cittadini e di militi della guardia nazionale muove dal giardino pubblico verso l’albergo Feder, dove è alloggiato l’abate. Illuminazione serale in suo onore.
G.P., 30-4; 1-5: Op., 1-5; Ris., 1-5.
MAGGIO
1-2 - Entrano in carica il Magistrato Supremo di Cassazione e la nuova Corte dei Conti.
G.P., 3-5.
6 - Sferrato un attacco a Verona, l’esercito piemontese conquista Santa Lucia per favorire una prevista insurrezione in città: fallita la speranza, l’esercito è costretto a ripiegare su Sommacampagna.
- Indirizzo del clero secolare al re perché venga abolita l’esclusione dalla lista elettorale, inflitta ai chierici dall’editto 27 novembre 1847 sull’amministrazione dei comuni.
Ris., 8-5.
7 - Nel pomeriggio adunanza preliminare di senatori e deputati per prendere i primi accordi sulla solenne apertura del Parlamento.
Ris., 8-5.
- Alle ore 17.30, nel Circo Sales fuori di Porta Palazzo recita straordinaria della Francesca da Rimini da parte di una società di filodrammatici a beneficio delle famiglie bisognose dei soldati al fronte.
Ris., 6-5; Op., 7-5.
8 - Apertura del primo Parlamento subalpino, con l’inaugurazione della I legislatura. Salutato dalle salve dei cannoni dagli spalti della Cittadella, e onorato dalla guardia nazionale in armi, il principe Eugenio di Carignano, luogotenente generale del re, muove dal Palazzo Reale verso Palazzo Madama, sede del Senato, su cui è issata la bandiera tricolore. Accompagnato da una deputazione di sei senatori e sei deputati, il luogotenente giunge ai piedi del baldacchino reale, presta giuramento di fedeltà al re e di leale osservanza dello Statuto. Dopo il giuramento, uno per uno dei senatori e dei deputati, il luogotenente, seduto sul trono, legge il discorso della Corona, molto applaudito.
G.P., 8-5; Ris., 8-5, 9-5; Op., 9-5; M.ill., 13-5.
- Dopo la seduta reale, i deputati si riuniscono nel Palazzo Carignano, sede della Camera dei deputati, per concertare le procedure di avvio dei lavori.
G.P., 9-5.
- Anche questa domenica, come le precedenti, dalle ore 12 alle 14, presso il conservatore del Vaccino, sono effettuate le vaccinazioni pubbliche. I giornali sollecitano i genitori a provvedere.
G.P., 8-5.
9 - Al mattino la 2° compagnia pontieri, comandata dal capitano Alessandro Della Rovere, salpa sul Po verso il fronte, su una lunga fila di barche, cariche di uomini e di ponti di recente fabbricazione.
Ris., 13-5.
- Alle ore 13 prima seduta della Camera dei deputati a Palazzo Carignano.
Op., 10-5.
- Nei locali in San Francesco da Paola Ascanio Sobrero ricomincia il corso di chimica applicata alle arti.
G.P., 2-5.
10 - Prima seduta del Senato a Palazzo Madama. Si diffonde la voce, per ora infondata, della resa della fortezza di Peschiera.
Ris., 10-5.
11 - La stampa moderata deplora la lentezza con cui il Consiglio comunale provvede all’armamento della milizia nazionale, alla formazione dei battaglioni e delle legioni, ai consigli di disciplina, al luogo di riunione in caso d’allarme.
Ris., 11-5.
13 - Valorosa resistenza dei volontari toscani e napoletani a Curtatone e Montanara contro 4000 austriaci.
16 - I militi della prima compagnia Monviso celebrano nella parrocchia di Santa Teresa un servizio funebre in onore del cavaliere Alfonso Balbis, già loro compagno, caduto combattendo sotto le mura di Verona.
Ris., 15-5.
18 - La Commissione incaricata della distribuzione dei soccorsi alle famiglie povere informa che finora sono state soccorse 1079 famiglie, composte di tre o quattro, ma talora di otto-dieci individui, alle quali sono state distribuite cinquemila razioni la settimana. I possessori di una razione ricevono 5 libbre di pane la settimana, quelli di due razioni 10 libbre e quelli di tre razioni (ma sono pochissimi) 15 libbre.
Ris., 18-5; G.P., 19-5.
- Con molto concorso di fedeli, i padri carmelitani scalzi celebrano, nella loro chiesa parrocchiale di Santa Teresa, una messa funebre in suffragio di tutti i liguri-piemontesi che cooperano col loro sangue alla redenzione italiana.
Ris., 20-5.
19 - Circolano in città voci preoccupate sull’andamento delle operazioni militari, riprese il giorno precedente alla Camera da varie interpellanze al governo.
Op., 19-5.
20 - Riunione di operai, per lo più falegnami, che chiedono una diminuzione delle ore di lavoro e un aumento del salario.
Ris., 22-5.
- In piazza d’Armi, circa 3000 uomini della guardia nazionale schierati assistono alla consegna solenne della medaglia al valor civile concessa, per ordine del re, al milite della V compagnia, Carlo Degrossi, per aver salvato la vita di una giovane donna caduta nel pozzo di una casa di piazza Castello.
G.P., 22-5; Ris., 22-5.
21 - Verso le ore 16 assembramento di parecchie centinaia di operai, muratori, falegnami, stipettai, stuccatori, magnani disoccupati che chiedono lavoro: da mesi a Torino manca il lavoro, pubblico e privato, e gli operai hanno consumato nell’inverno i risparmi della scorsa estate. Alcuni privati ne approfittano «costringendoli a lavorare quasi per nulla».
Op., 22-5; M.ill., 27-5.
- Intorno alle 21, la notizia della controrivoluzione del 15 maggio a Napoli provoca manifestazioni popolari contro Ferdinando II di Borbone: tra mille imprecazioni, la bandiera borbonica con lo stemma reale è trascinata per le vie sino al luogo destinato alla forca, e qui, dopo una specie di giudizio popolare, arsa e disperse le sue ceneri. Osanna invece per Carlo Alberto "re d’Italia".
Op., 22-5; Ris., 22-5.
22 - Per la prima volta una seduta del Senato è aperta al pubblico dopo l‘inaugurazione dell’8 maggio.
Op., 24-5.
24 - Giungono a Torino, scortati da quattro carabinieri e da guardie nazionali di Settimo Torinese, circa 240 prigionieri austriaci. Esemplare contegno della popolazione, che offre loro danari e sigari: «non una parola sfuggì che tradisse un risentimento pur troppo giustificato dalle atrocità commesse dai loro barbari compagni».
G.P., 24-5; Ris., 25-5; M.ill., 27-5.
25 - Al mattino giunge una seconda colonna di prigionieri austriaci, condotta anch’essa, come la prima, nella cittadella.
G.P., 25-5.
- La brigata Guardie fa celebrare nella chiesa di San Giuseppe una messa per i commilitoni caduti sul campo.
G.P., 27-5; M.ill., 3-6.
26 - Al mattino giunge una terza colonna di prigionieri austriaci, condotti anch’essi nella cittadella.
G.P., 26-5.
- Proteste contro la censura postale operata dalle autorità militari sulle lettere provenienti dal campo, e dirette all’interno. «Vorrebbe forse - scrive un giornalista dell’«Opinione» - o crederebbe il governo impedire con ciò che s’ignorino gli errori di certi comandanti, le lagnanze degli uffiziali subalterni?».
Op., 27-5.
- Alla rappresentazione data dalla Compagnia drammatica regia a favore delle famiglie povere dei soldati al campo presenzia un pubblico molto scarso, i palchi sono deserti. Come già la sottoscrizione timida al prestito di 13 milioni, anche questo è il segno dell’affievolirsi della tensione a sostegno della guerra.
Op., 27-5.
27 - Giunge un altro drappello di prigionieri austriaci.
G.P., 27-5.
29 - La Direzione del «Risorgimento» rende noto agli azionisti che nella sede del giornale è aperta la sala per la lettura dei giornali, che era stata promessa sin dall’inizio delle pubblicazioni.
Ris., 31-5.
30 maggio - Muovendo da Valeggio e da Volta le truppe sarde si scontrano con gli austriaci a Goito e li sconfiggono.
- Elenco nominativo delle perdite nella battaglia di Goito, il 30 maggio: 46 morti, 262 feriti, 55 «mancanti».
G.P., 10-6.
- Viene avvertito il pubblico che dal 30 maggio sarà distribuito presso la Camera dei deputati un biglietto di ingresso obbligatorio per poter accedere alla tribuna e alla galleria riservata.
- Si lamenta da vari giornali la sfrontatezza della moltitudine di monelli che assordano il pubblico per le vie e i portici col pretesto di vendere supplementi, bollettini, lettere ecc.; sono pure stigmatizzati il numero crescente di mendici e vagabondi e la vendita impunita di immagini indecenti per le vie. «Questa non è libertà..., è licenza», commenta «Il Risorgimento».
Ris., 30-5.
31 - L’esercito occupa la fortezza di Peschiera.
- Perdura la pessima usanza di insozzare muri e luoghi più frequentati con scritte «infamanti or questo, or quello».
Ris., 31-5.
- Alla sera manifestazione con fiaccole e bandiere, inni e applausi, davanti all’albergo dove alloggia la deputazione siciliana, composta da Paolo Amari, Giuseppe La Farina, Casimiro Pistacchi, Emerico Amari, giunta a Torino per offrire l’unione della Sicilia al regno dell’Alta Italia. I siciliani si affacciano al balcone e La Farina ringrazia.
Ris., 1-6 suppl; Op., 2-6; M. ill., 3-6.
GIUGNO
1 - Verso le ore 7 salve d’artiglieria annunciano la vittoria di Goito e la resa di Peschiera. A mezzogiorno, alla presenza del luogotenente generale del re, di senatori e deputati, e di uno stuolo di ufficiali dell’esercito e della milizia nazionale, è cantato in Duomo un solenne Te Deum in rendimento di grazie per i successi al campo. Schierati in piazza Castello, rendono gli onori la milizia nazionale e gli allievi dell’Accademia militare. Sfilata di compagnie della milizia nazionale, con «ramoscelli di mirto sui meschini kepì». Dai balconi e dalle finestre sventolano le bandiere. Alla sera vie affollatissime e illuminazione generale: non solo «i giardini pubblici rivestono un’apparenza magica», ma anche «i lumicini che dagli industri mezzani alle travagliate soffitte delle case private il buon popolo torinese accende».
G.P., 2-6; Op., 2-6; Ris., 2-6, 3-6; M.ill., 3-6.
- Di ritorno dalla funzione in Duomo, il Senato delibera di inviare al campo una deputazione.
G.P., 3-6.
2 – Il Municipio invita a un banchetto le delegazioni della Sicilia e di Parma presenti in città. Conclude con un discorso Brofferio, a cui risponde La Farina.
Op., 3-6.
- Dodici battaglioni di guardia nazionale, radunati in piazza Vittorio Emanuele, percorrono contrada di Po e giungono in piazza Castello, dove sono passati in rassegna dal luogotenente generale del re.
G.P., 3-6; Op., 3-6.
4 - Banchetto tra i furieri della guardia nazionale e i furieri di fanteria, artiglieria e cavalleria, per smentire le voci di contrasti fra la guardia nazionale e l’esercito.
Op., 5-6.
- Imbarcato sul Po e diretto a Piacenza e Cremona, parte da Torino, salutato dalla folla, il battaglione di riserva della brigata Guardie.
Ris., 5-6.
5 - Risulta da un’interpellanza alla Camera dei deputati che il Governo è poco disposto a distribuire armi tra i civili, per timore della «nazione armata». Torino e Genova dispongono di 3500 e 4000 guardie nazionali invece delle prevedibili 10-12 mila. Analoga la situazione in altre località: Alessandria ne ha 100, Asti 200, Casale 500. Alla provincia di Mondovì sono stati assegnati 75 fucili, da distribuire fra 71 comuni: poco più di un fucile per comune.
Op., 8-6.
6 - Circa 300 garzoni sarti abbandonano il lavoro, e chiedono aumento di salario e diminuzione delle ore di lavoro per riprendere il loro posto. Di lì a qualche giorno questi «mal condotti» perderanno l’impiego, secondo l’auspicio del «Risorgimento». «Gli operai di Francia si trovano a questo mal partito. Se i Piemontesi, rinunziando alla loro buona riputazione, vogliono imitarne l’esempio, padroni; fanno di loro capo, pagheranno di loro borsa».
Ris.; 8-6
9 - Per concertare le condizioni dell’annessione della Lombardia e di quattro città venete al regno sardo, giungono a Torino i deputati del Governo provvisorio lombardo: Giuseppe Durini, Gaetano Strigelli, Andrea Lissoni, Emilio Broglio. Con essi i deputati delle province venete: Sebastiano Tecchio di Vicenza, Luigi Perazzolo di Treviso, Giuseppe Callegari di Padova, Alessandro Cervesati di Rovigo. Sono accolti festosamente. Il Circolo Nazionale offre un banchetto ai veneti, i quali, tristi per la caduta di Vicenza in mano austriaca, rinunciano.
M.ill., 17-6.
13 - Carlo Alberto rinuncia all’azione su Verona e fa schierare l’esercito sulla linea Pastrengo-Villafranca-Goito.
- E’ firmata una convenzione tra il Governo sardo e i deputati del Governo provvisorio lombardo e delle quattro province venete per l’annessione al regno sardo.
M.ill., 24-6.
15 - Un progetto di legge dispone la leva suppletiva di 6000 uomini delle classi 1825-27 e la chiamata della classe 1828.
M. ill., 24-6.
- La Camera dei deputati approva l’unione agli Stati sardi della Lombardia e delle province venete di Padova, Treviso, Vicenza e Rovigo. Ma il Governo respinge l’obbligo di convocare, entro il 1° novembre 1848, un’Assemblea costituente, eletta a suffragio universale, che stabilisca le basi e le forme di una nuova monarchia costituzionale con casa Savoia.
16 - Esce il primo numero del quotidiano «Gazzetta del Popolo», diretto da Giovanni Battista Bottero e Felice Govean. Si rivolge alla piccola borghesia, agli artigiani e agli operai: ha tendenza democratica, ma nell’ambito monarchico-costituzionale; si caratterizzerà ben presto per il suo avanzato liberalismo, per la forte carica anticlericale, per la chiarezza dell’informazione e dei commenti diretti a un pubblico alfabetizzato ma non fornito di una buona istruzione. Costo molto ridotto rispetto agli altri periodici torinesi: 5 centesimi il numero.
G.P., 14-6; Ris., 26-6.
23 - Alla vigilia del giorno di San Giovanni è acceso in piazza Castello il tradizionale falò. Dinanzi al fuoco di alcune migliaia di fascine, certuni osservano che sarebbe meglio distribuire «una ad una quelle fascine ad ogni soffitta che sovrasta le case di Torino per procurare a quelle povere famiglie che le abitano il mezzo di far bollire gratis la loro magra pentola almeno pel giorno di S. Giovanni».
G.P., 24-6; Op., 24-6; Ris., 24-6.
- Assembramento di moderati sotto la casa di Lorenzo Valerio per fischiare il suo aperto sostegno alla richiesta dei lombardi di un’Assemblea costituente.
M.ill., 24-6.
26 - Nelle elezioni suppletive Camillo Cavour è eletto deputato in quattro collegi, tra cui quello di Torino 1°.
Op., 28-6; Ris., 28-6.
27 - Aurelio Bianchi-Giovini assume la direzione del quotidiano «L’Opinione».
Op., 27-6.
- Dopo l’unione con la Lombardia prende avvio, sui giornali torinesi, un vivace dibattito sul destino di Torino come capitale.
Op., 27-6.
LUGLIO
3 - Una Compagnia drammatica ha in programma di dare una rappresentazione al Circo Sales a beneficio degli asili infantili; ma quando alcuni spettatori sono già in attesa nella sala, le autorità, rispettando l’esclusiva di spettacolo teatrale in Torino riconosciuta da anni alla compagnia drammatica regia, li fanno uscire e appongono i sigilli alla porta. Gli spettatori sopraggiunti, rotti i sigilli, impongono dapprima agli attori di recitare almeno una parte della rappresentazione diurna promessa; poi si recano al teatro Carignano, dove sta recitando la compagnia regia del capo-comico Righetti, entrano nella sala senza pagare il biglietto, e si ritirano soltanto quando un esponente della compagnia promette che l’introito della serata sarà devoluto a favore degli asili infantili.
Op., 4-7; Ris., 4-7.
- Continuano a giungere dal campo insistenti notizie sulle condizioni pessime dei soldati combattenti, «sprovvisti specialmente di biancheria», ma più in generale sotto il profilo logistico e sanitario.
Op., 4-7.
4 - Inizia le pubblicazioni il giornale «L’Armonia della Religione colla Civiltà», direttore Guglielmo Audisio, gerente G. Cerutti. Esce il martedì e il venerdì, costa 25 centesimi il numero: vuole essere il portavoce dei cattolici conservatori, con un programma di stretta obbedienza al pontefice e di subordinazione all’autorità della Chiesa di qualsiasi ordinamento politico-sociale.
Arm., 4-7.
7 - L’annessione della Lombardia al regno sardo pone l’opportunità di un nuovo governo: il primo gabinetto costituzionale Balbo-Pareto si dimette, e il sovrano affida a Vincenzo Ricci e Ottavio di Revel l’incarico di formare il nuovo ministero: quest’ultimo, però, rinuncia al mandato.
M.ill., 8-7.
- L’incaricato di affari francesi a Torino, Reiset, apre una sottoscrizione in favore delle vittime dei moti parigini del 23-26 giugno.
Ris.,7-7; G.P., 12-7.
- «L’Armonia» di Torino, appena fondato, assorbe un analogo giornale di Genova.
Arm., 11-7.
13 - Giunge a Torino il presidente del Governo provvisorio lombardo, conte Gabrio Casati.
Ris., 13-7.
14 - Giungono a Torino i deputati di Venezia, guidati da Pietro Paleocapa, latori del voto espresso dalla Repubblica di Venezia a favore dell’annessione della città al regno sardo.
M.ill., 22-7.
- Il Padre generale dei Cappuccini, fratel Venanzio da Torino, protesta pubblicamente contro l’operato del cappuccino padre Angelo da Torino, il quale ha inoltrato al Parlamento una petizione che richiede l’abolizione di tutti gli ordini religiosi e specialmente quello dei Cappuccini.
Arm., 28-7.
- Il canonico della collegiata della SS. Trinità, monsignor Renaldi, è nominato vescovo della diocesi di Pinerolo.
Arm., 14-7.
18 - Le truppe sarde conquistano Governolo, presidiato da una guarnigione austriaca.
- Inizia le pubblicazioni «Il Conciliatore torinese», bisettimanale poi trisettimanale; è un foglio «religioso» redatto da ecclesiastici, nell’orbita giobertiana fino all’inizio del 1849.
Arm., 18-7.
21 - Il giornale «L’Opinione» apre una sottoscrizione per raccogliere oblazioni in denaro o in telerie per rifornire di camicie e di altri capi d’abbigliamento i soldati al campo.
Op.,21-7.
23 - In piazza d’Armi, alla presenza del luogotenente generale del re, si svolge la cerimonia della benedizione delle bandiere e del giuramento della milizia nazionale, schierata in quadrato.
Arm., 22-7; G.P., 24-7; Ris., 25-7; M.ill., 29-7.
25 - Dopo quattro giorni di aspri combattimenti (22-25 luglio), l’esercito, sconfitto a Custoza da preponderanti forze austriache, è costretto ad abbandonare le posizioni conquistate nei primi mesi della guerra. Inizia il ripiegamento verso occidente, sino alla riva destra del Mincio.
27 - Sono comunicate ufficialmente verso la mezzanotte le notizie sulla sconfitta militare sui campi lombardi. Concitazione generale, vari assembramenti nelle piazze centrali, folla tumultuante davanti al Palazzo Carignano, sede della Camera dei deputati, con richiesta di pronti provvedimenti per la continuazione della guerra.
Op., 28-7, 29-7; Ris,. 29-7.
28 - Dal quartier generale di Bozzolo, Carlo Alberto lancia un proclama di popoli dell’Alta Italia: avendo il nemico posto condizioni inaccettabili alla proposta di una sospensione delle ostilità, è necessario esporsi «a qualunque estremità piuttosto che compromettere l’onore e l’interesse della patria».
Op., 31-7.
- Si presenta alla Camera dei deputati il nuovo ministero, composto da Gabrio Casati presidente, Giacinto Provana di Collegno, Giacomo Plezza, Lorenzo Parete, Pietro Gioia, Vincenzo Ricci, Pietro Paleocapa, Giuseppe Durini, Urbano Rattazzi, Guglielmo Moffa di Lisio.
Ris., 28-7; M.ill., 29-7.
29 - La Camera concede i pieni poteri al governo del re. Intanto in piazza Carignano una nuova manifestazione preme per la continuazione della guerra, con invettive contro i deputati. Solo Vincenzo Gioberti riesce a calmare gli animi.
Op., 28-7, 29-7, 5-8.
- Le truppe sarde si ritirano a Cremona, gli austriaci varcano l’Oglio.
AGOSTO
1 - Le truppe sarde abbandonano le posizioni della riva destra dell’Adda, che sono subito occupate dagli austriaci. Carlo Alberto ordina il ripiegamento su Milano, nel timore di un moto milanese in difesa della città.
- Decreto che prescrive la mobilizzazione di 56 battaglioni di milizia nazionale.
M.ill., 12-8.
- Con una circolare il ministro dell’Interno, Giacomo Plezza, invita i parroci a stimolare il patriottismo e lo spirito di resistenza dei cittadini. Con un’altra circolare il ministro sollecita gli intendenti generali alla pronta esecuzione del decreto di mobilizzazione della milizia nazionale.
Op., 3-8.
- Nel timore di un’invasione austriaca, il Governo invia nelle province commissari straordinari per provocare la sollevazione in massa.
Or., 3-8; M.ill., 12-8.
3 - Il grosso dell’esercito, circa 25 mila uomini, lasciata Lodi converge su Milano, e si attesta in semicerchio a sud-est della città per fronteggiare gli austriaci.
- Secondo il quotidiano «Il Risorgimento», per le vie di Torino sono frequenti risse e violenze notturne, e rumorosi schiamazzi, che la polizia, troppo negligente, non sa prevenire né punire. Anzi, se la milizia nazionale arresta qualche perturbatore, la polizia si affretta a rimetterlo in libertà.
Ris., 3-8.
- Sempre più viva la stampa clandestina, nel clima di generale ansietà.
Ris., 3-8.
- Nel pomeriggio Carlo Alberto riceve a Milano la deputazione della Camera dei deputati, che gli presenta un indirizzo esprimente ammirazione, fiducia e proponimento di secondare con ogni sforzo l’azione regia.
G.P., 5-8.
- Nella notte, chiamato dal governo, giunge l’abate Antonio Rosmini, che ha un colloquio con il presidente del Consiglio, Casati, e con Gioberti. Ripartirà il giorno seguente per Milano per ricevere dal re direttive sulla sua missione presso la Santa Sede.
Arm., 5-8, 11-8.
- Sempre nel timore di un’invasione austriaca, il giornale «L’Opinione» pubblica alcuni cenni indicativi sui vari modi di rendere impraticabili le strade, tratti dal «Repertorio di agricoltura».
Op., 4-8.
4 - Un decreto luogotenenziale vieta gli assembramenti dopo le ore 22 e proibisce la pubblicazione di proclami, stampe e scritti senza averne richiesto la preventiva licenza.
Op., 5-8; M.ill., 12-8.
- Dopo duri scontri, l’esercito è costretto a ritirarsi sui bastioni a Milano. Alla sera, in palazzo Greppi, Carlo Alberto consulta un consiglio di guerra, e delibera di inviare parlamentari al maresciallo Radetzki per una sospensione delle ostilità.
- La tregua è firmata alle ore 4: le truppe sarde debbono ritirarsi immediatamente al di là del Ticino, nel vecchio confine, e sono liberi i lombardi di seguirle. La notizia provoca una violenta dimostrazione dei milanesi contro Carlo Alberto, assediato in palazzo Greppi. Liberato da un reparto di bersaglieri, il sovrano lascia la città nella notte.
- Si costituisce a Torino, per la tutela dell’ordine, una commissione straordinaria di sicurezza pubblica.
6 - Il luogotenente generale del re assume il comando delle truppe stanziate al di qua del Ticino e alla destra del Po.
M.ill., 12-8.
- La marchesa Giulia di Barolo dona all’esercito due casse di filacce e 50 camicie di tela finissima.
7 - I prigionieri austriaci, chiusi nella cittadella di Torino, sono trasferiti a Nizza, sotto scorta della milizia nazionale.
Ris., 7-8.
- Continuano gli arrivi dei profughi della Lombardia e dei Ducati: sono famiglie «che preferiscono l’amarezza dell’esilio alla dimora in paese contaminato dalla presenza del tedesco».
Ris., 7-8.
9 - A Milano il capo di Stato maggiore austriaco e il generale sardo Carlo Canera di Salasco firmano ufficialmente l’armistizio, per sei settimane, prorogabile. Esso sancisce: la linea di demarcazione tra i due eserciti coincidente con i vecchi confini; l’immediata restituzione dei forti di Peschiera, Osoppo, Rocca d’Anfo; l’evacuazione dei piemontesi dai ducati di Parma e Piacenza e di Modena, e dalla terraferma veneziana.
- Le strade della capitale, delle città e delle campagne pullulano di sbandati dell’esercito che spontaneamente se ne tornano a casa, «affranti dalla fatica, laceri nei vestiti e nella calzatura, alcuni coll’armi e altri senza». Il ministero di Guerra ha impartito disposizioni alle autorità militari e civili affinché gli sbandati siano, a seconda dei casi, ricoverati in ospedale, o restituiti ai loro corpi, o inviati ai depositi di Alessandria e di Casale.
Ris., 9-8; Op., 10-8.
10 - Il ministero di Guerra osserva che troppo spesso i privati, mossi da pietà e affetto verso i soldati combattenti, offrono a qualche militare isolato dei doni «come se il governo non provvedesse sufficientemente ai loro bisogni», e pertanto avverte che quando ciascun soldato si presenta all’autorità costituita «gli sono somministrati tutti i necessari mezzi di sussistenza».
G.P., 10-8.
11 - Dimissioni del ministero Casati, che invia al re una lunga memoria critica sulla condotta della guerra.
14 - Partono da Torino l’ambasciatore d’Inghilterra e l’incaricato d’affari di Francia a Torino, Abercromby e Reiset, i quali, dopo avere consultato Carlo Alberto, intendono recarsi presso il maresciallo Radetzki a Milano, per offrire la mediazione anglo-francese. Il ministero in carica ha ufficialmente dichiarato loro di riconoscere l’armistizio nei suoi effetti militari, ma non in quelli politici.
G.P., 16-8; Ris., 17-8.
- Il Vicariato della città invita a segnalare le camere ammobiliate disponibili, da assegnare, mediante pagamento della pigione, agli ufficiali dell’esercito in arrivo.
G.P., 14-8.
15 - Alle ore 8, accolta da una moltitudine plaudente, rientra nella capitale la terza divisione, composta dalle brigate Savoia e Savona, con reparti di bersaglieri e di artiglieria. La milizia nazionale, schierata in piazza Emanuele Filiberto, rende loro gli onori militari. Il generale Mario Broglia di Casalborgone, comandante della divisione, considerato con il generale Bava e altri, responsabile degli insuccessi militari, è accolto con «un gelido silenzio universale». Alla sera, riuniti sotto la sua abitazione, i dimostranti gli dedicano «una solenne serenata di fischi».
G.P., 15-8 suppl.; Op., 15-8; Ris., 16-8; 16-8; M.ill., 19-8.
16 - Per volere del ministro dell’Interno si insedia una speciale commissione, per la raccolta di soccorsi agli emigrati lombardi.
Op., 17-8.
17 - Alle ore 8 si celebra nella chiesa del Monte dei Cappuccini un ufficio funebre in suffragio dei caduti nella guerra «dell’indipendenza italiana».
Arm., 15-8.
- Un manifesto comunica che entro il 10 settembre saranno richiamate alle armi tre classi della riserva.
Ris., 18-8.
- Da alcuni giorni è in città Anaw Burke, redattore del «Times», «celebratissimo giornale inglese».
Ris., 17-8.
18 - Gli allievi delle scuole comunali della città chiedono al Municipio di rinunciare alla consueta distribuzione di premi e di convenire in soccorsi alle famiglie povere dei contingenti chiamati straordinariamente sotto le armi le somme preventivate.
G.P., 18-8.
19 - Si costituisce il nuovo ministero di tendenza moderata, presieduto dal marchese Cesare Alfieri di Sostegno, composto da Pier Dionigi Pinelli, Ettore Perrone di San Martino, Felice Merlo, Ottavio di Revel, Carlo Bon Compagni, Pietro di Santa Rosa, Giuseppe Dabormida, tutti piemontesi. Nel programma è dichiarato: l’armistizio e un fatto puramente militare, e le annessioni sono un fatto compiuto; si accetta la mediazione anglo-francese per ottenere una «pace onorevole», che garantisca il principio di nazionalità; in caso contrario saranno riprese le ostilità.
20 - II Circolo Politico Nazionale tiene sedute straordinarie.
M.ill., 26-8.
21 - Il richiamo alle armi delle ultime classi della riserva ha tolto altre braccia al lavoro: pertanto è aumentato il numero delle famiglie prive del principale introito. Si fa appello alla beneficenza torinese perché compia un ulteriore sacrificio. Finora sono stati distribuiti questi soccorsi: emine 465 di farina di meliga; 125.753 razioni di pane di 15 oncie caduna; lire 3.200 in denaro alle persone più bisognose.
Ris., 21-8
22 - È proibito esportare fieno, paglia e avena dalle frontiere, tranne quelle della Savoia.
M.ill., 2-9.
- Le bandiere della brigata Savoia sono decorate, in una cerimonia in Campo di Marte, della medaglia d’oro.
M.ill., 26-8.
23 - Al Circolo Politico Nazionale Gioberti accusa il ministero Altieri-Pinelli di essere il ministero «dei due programmi», uno palese e nazionale per illudere l’opinione pubblica, l’altro municipalistico, volto a ottenere la pace e modesti aumenti territoriali.
- Sono sciolti i reggimenti di volontari arruolati per un anno nei bersaglieri.
Op., 24-8.
- Banchetto offerto dalla milizia nazionale agli ufficiali reduci dalla guerra per riaffermare i legami e i buoni rapporti tra l’esercito e i militi.
Op., 24-8.
25 - Su richiesta di Carlo Alberto partono per il quartiere generale ad Alessandria i deputati siciliani.
Ris.. 26-8.
26 - È pubblicato il decreto luogotenenziale del 25, che sancisce l’espulsione dei gesuiti e delle dame del S. Cuore.
Op., 28-8.
30 - La quarta legione della milizia nazionale festeggia in un banchetto gli ufficiali del 16° reggimento fanteria.
Ris., 30-8.
- Nell’arsenale scoppio accidentale di una bomba, che provoca tre morti e numerosi feriti tra i soldati.
Op., 1-9.
31-11 Circolo Politico Nazionale inizia la pubblicazione del quotidiano «La democrazia italiana», dedicato alla diffusione di due princìpi politici: unione dell’Alta Italia sotto il regno costituzionale della dinastia sabauda; istruzione popolare. L’obiettivo immediato è la prosecuzione della guerra. Alla fine di ottobre cesserà le pubblicazioni.
M.ill., 9-9.
SETTEMBRE
3 - In piazza d’Armi, alla presenza del luogotenente generale del re, le truppe stanziate in Torino prestano giuramento di fedeltà allo Statuto.
G.P., 4-9; Ris., 4-9.
- Giunge da Milano la notizia che l’Austria ha accettato la mediazione anglo-francese.
Ris., 9-9.
9 - La legione mantovana ringrazia il popolo torinese della cortese accoglienza.
Arm, 9-9.
12 – E’ abolito il diritto annuo del rettore dell’Università di esigere «da ciascun fondachiere esercente nella capitale una risma di carta da scrivere».
Arm., 22-9.
14 - Alle ore 3 del mattino Carlo Alberto rientra a Torino: nessuna manifestazione di popolo.
Op., 14-9; Ris., 14-9; Arm., 15-9; M.ill., 16-9.
16 - Il Consiglio dei ministri delibera di incaricare una commissione speciale di stendere un progetto di difesa della città, coordinato con il sistema di difesa generale dello Stato.
Ris., 16-9; Arm., 19-9.
18 - Primo esperimento di un nuovo sistema di corrispondenza che mira ad accelerare di un giorno l’arrivo delle lettere da Parigi.
M.ill., 23-9.
- Avvicinandosi il momento in cui sarà reso obbligatorio l’uso del sistema metrico decimale, è annunciata la pubblicazione dell’opuscolo Metrologia comparata, scritto dall’intendente Milanesio.
Ris., 18-9.
21 - Sono ormai trascorse le sei settimane previste di durata dell’armistizio: ma la sospensione delle ostilità è prorogata di otto in otto giorni.
Ris., 20-9.
24 - Alle ore 7 inaugurazione del primo tronco ferroviario da Torino a Moncalieri, con corse alternate sino a sera: nonostante il cattivo tempo, gran concorso di «persone impazienti di rare in pochi minuti, comodamente, ed a prezzo insignificante, quel tratto di via onde Moncalieri è ormai un sobborgo di Torino».
Ris.. 23-9, 27-9; G.P., 25-9; Op., 25-9; Arm., 26-9.
27 - È aperto, sotto l’ultima arcata destra dei portici di Po, il caffè Lombardo, luogo di riunione degli emigrati lombardi: un locale senza lo sfarzo di altri caffè torinesi, ma dove «decenza e pulizia, come del povero sono il lusso dell’esule».
Ris., 27-9.
28 - Nel teatro Nazionale, prima adunanza del Comitato centrale della Società per la Confederazione Italiana: discorso applauditissimo di Gioberti.
M.ill., 30-9.
29 - La brigata Savoia saluta con una serenata il ritorno del suo comandante, il generale Menthon d’Aviernoz, ferito in battaglia e preso prigioniero dagli austriaci, per lungo tempo creduto morto.
Ris., 30-9.
- La commissione dei soccorsi alle famiglie povere dei soldati richiamati alle armi, appartenenti alla provincia di Torino, rinnova l’invito «ai facoltosi a essere larghi in sovvenzioni, acciò non si veda costretta a desistere». Le sottoscrizioni stanno infatti calando vistosamente.
Arm., 26-9, 29-9.
OTTOBRE
1 - La Società nazionale per la Confederazione Italiana bandisce un concorso per un opuscoletto politico, che spieghi principi e vantaggi della Confederazione: in premio una medaglia d’oro da 20 zecchini.
M.ill., 7-10.
2 - Vivace denuncia dell’«Opinione»: accade sovente di vedere al mercato le mogli di ufficiali seguite da un soldato d’ordinanza in uniforme, con la daga al fianco e colla sporta piena al braccio. «Questa degradazione dell’uniforme, quantunque in uso fra di noi, dovrebbe cessare»: quei soldati in servizio domestico dovrebbero essere vestiti in borghese, come si usa negli altri Stati.
Op., 3-10.
4 - Da alcuni giorni notevole afflusso dei torinesi alla sottoscrizione del prestito straordinario di 15 milioni di lire: per impedire gli eventuali disordini creati dalla calca furono disposte sentinelle.
Ris., 4-10.
- Alle ore 10,30 nella chiesa dei SS. Martiri, solenne messa funebre in suffragio delle anime dei caduti nella guerra dell’indipendenza italiana: straordinario concorso di popolo, di ufficiali, di soldati d’ogni arma, e di militi; è giudicata sublime la musica del maestro Luigi Felice Rossi, commovente l’omelia del teologo don Cavalleri.
G.P., 5-10; Ris., 5-10; Arm., 6-10; M.ill., 7-10.
5 - Alle ore 10, presso il Circolo Politico Nazionale prima adunanza generale degli emigrati italiani.
Op., 4-10.
- Riunione del Comitato centrale della Società per la Confederazione italiana, per ascoltare la lettura di un Indirizzo ai popoli dell’Alta italici: relatore Gioberti.
M.ill., 7-10
6 - L’afflusso straordinario di sottoscrittori al prestito ha costretto la tesoreria ad aprire una terza cassa.
Ris., 6-10.
7 - Per armonizzare col nuovo ordinamento statutario l’amministrazione comunale, provinciale e divisionale, è promulgato il decreto legislativo 7 ottobre 1848, n. 807, presentato dal ministro dell’interno, Pinelli, ed emanato in virtù dei pieni poteri conferiti all’esecutivo in agosto.
Ris., 10-10.
8 - Alle ore 10, tra l’entusiasmo della folla, Carlo Alberto passa in rassegna i battaglioni della milizia nazionale torinese, schierati lungo via Po. Ritornato in piazza Castello, il sovrano assiste alla sfilata dei medesimi battaglioni, mentre la regina e la duchessa di Savoia si affacciano al balcone reale.
Ris., 7-10; G.P., 9-10; Op., 9-10; Arm., 10-10.
10 - Nel teatro Nazionale prima adunanza pubblica, con moltissimi presenti, sotto la presidenza di Gioberti, del Congresso nazionale per la Confederazione italiana, che era stato convocato il 17 settembre dal comitato centrale della Società per la Confederazione, al duplice scopo di provvedere al conseguimento dell’autonomia ed unione italiana, e di preparare un progetto di confederazione. Tra i presenti spiccano Terenzio Mamiani, Pier Angelo Fiorentino, Giovanni Andrea Romeo, Pietro Romeo, Francesco Paolo Perez, Carlo Luciano Bonaparte principe di Canino. Il congresso proseguirà nei giorni seguenti in forma privata.
Op., 11-10; Arm., 22-9; M. ill., 14-10; Ris., 12-10.
- Decreto di amnistia a favore dei militari che hanno abbandonato il proprio corpo dopo la sconfitta di Custoza, e che vi rientreranno entro otto giorni.
Op., 14-10.
- Per procedere alla formazione delle liste elettorali amministrative entro il 19 ottobre, il Municipio invita gli interessati a presentare i titoli richiesti dalla legge.
Ris., 12-10.
11- In piazza d’Armi, Carlo Alberto assiste alle manovre della truppa di linea di guarnigione in città, applaudito dalla folla numerosa, tra cui si notano molti esuli lombardo-veneti.
G.P., 12-10; Op., 12-10.
14 - In piazza Castello alcuni soldati gridano il loro desiderio: o partire per la guerra o ritornare a casa. Momentanea agitazione e improvviso assembramento, che presto si scioglie.
G.P., 14-10; Arm., 17-10.
- Con un manifesto il sindaco rinnova l’invito agli interessati a iscriversi nelle liste elettorali amministrative.
- Con gioia si apprende che il luogotenente generale Lazzari, aiutante di campo del re, soprintendente generale di polizia, è stato collocato in pensione. Il corpo dei carabinieri fa festa: «tanto fu l’amore che ispiravano nei subalterni gli organi del potere assoluto».
Op., 14-10, 16-10; M.ill., 21-10.
- L’ambasciatore sardo a Parigi, Antonio Brignole Sale, marchese di Groppoli, è collocato in pensione: lo sostituisce il marchese Alberto Ricci.
M.ill., 14-10.
- Giunge a Torino il generale polacco Chrzanowski, ora addetto al ministero di Guerra. Di lui si hanno pochissime notizie.
M.ill., 14-10.
15 - Raduno di molti lombardi per una dimostrazione di riconoscenza a Carlo Alberto. Preceduti dalla bandiera tricolore, e via via accompagnati da torinesi, «ingombrano tutta la piazza e fanno echeggiare il cielo di fragorosi evviva». Il re non si affaccia.
M.ill., 21-10,
16 - Il siciliano Francesco Ferrara è nominato professore di economia politica nell’Università, succedendo ad Antonio Scialoja. Il lombardo Angelo Fava è nominato ispettore generale delle scuole elementari.
Op., 21-10; M.ill., 28-10.
- I dirigenti dell’Associazione profughi italiani, Cristoforo Negri, Cesare Correnti, Giuseppe Valenti Gonzaga, Giovanni Codazza e Giovanni Carcano, dichiarano che ai profughi italiani viene troppo sovente attribuita la responsabilità di certe dimostrazioni tumultuose, «alle quali i medesimi sono realmente stranieri».
G.P., 16-10.
- Nel teatro Nazionale adunanza generale del Congresso Federativo sulla questione di Venezia, «l’eroica mendica delle lagune».
M.ill, 21-10.
18 - Parte per Casale il primo reggimento della brigata Savona. Lo seguirà il giorno seguente il secondo.
Ris., 18-10.
19 - Scadono i termini per le iscrizioni nelle liste elettorali. Il sindaco avverte che «in vista del tenuissimo numero di elettori comunali comparsi sino a tutt’oggi» terrà aperta «per pochi giorni» la lista a favore dei dubbiosi.
- Lo Stato maggiore della Guardia Nazionale pubblica il regolamento sul servizio di piazza.
Ris., 19-10.
24 - Diminuzione preoccupante delle oblazioni a favore delle famiglie povere dei richiamati alle armi: si teme che debbano cessare le distribuzioni quotidiane di pane alle 1700 famiglie torinesi assistite.
Op., 21-10.
- Voci che alla guardia nazionale sarà affidata la custodia interna del Palazzo Reale, dopo lo scioglimento delle guardie di corte.
M.ill., 21-10.
- Dimissioni del marchese Cesare Alfieri di Sostegno dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Per «Il Mondo illustrato» è «notizia eccellente: spira un’aura di guerra che ci apre l’animo a nuove speranze».
M.ill., 21-10.
26 - Alle ore 19.30, nella sacrestia della chiesa di San Filippo, riunione plenaria degli elettori comunali della città, per preparare le votazioni dei membri dei Consigli comunale, provinciale e divisionale. Sono presenti 400 elettori, che procedono alla nomina di un ufficio provvisorio per la direzione dei lavori. Prossima riunione il 28 ottobre, alla stessa ora e nel medesimo locale.
Op., 25-10, 27-10; G.P., 27-10 suppl.
- Giunge a Torino il generale Alfonso La Marmora.
Ris., 27-10.
27 - Nel teatro Nazionale, ultima seduta pubblica del Congresso Federativo.
M.ill., 4-11.
29 - È approvata dall’intendente generale della divisione amministrativa di Torino la lista degli elettori comunali della città, che è resa pubblica a cura del Comune in un volumetto, in vendita presso il caffè di San Filippo. In totale sono 2065 iscritti, ripartiti in trenta elenchi a seconda della parrocchia di appartenenza.
- Lo stesso intendente generale convoca gli elettori torinesi per il 7 novembre per procedere alle elezioni contemporanee di tre Consigli amministrativi: il comunale di Torino (80 membri), il provinciale (25 membri per la provincia di Torino con 135 comuni), il divisionale (25 membri per la divisione amministrativa di Torino, comprendente le province di Torino, Pinerolo e Susa).
50 - Un regio decreto istituisce nell’Università di Torino le cattedre di Storia ecclesiastica e di Sacra eloquenza.
Arm. 8-11.
NOVEMBRE
4 - Inaugurazione dell’anno accademico nell’Università: orazione del latinista Tommaso Vallauri.
Arm., 8-11.
- È pubblicata la lista dei 164 candidati (su 194 schede scrutinate) alle elezioni comunali del 7 novembre prossimo.
7 - In sette sezioni cittadine si svolgono le elezioni di 80 membri del primo Consiglio comunale elettivo.
Arm., 1-11.
8 - Rinnovato attacco della stampa liberale contro i cortigiani del vecchio regime carloalbertino.
Op., 8-11.
- Deplorazione del monopolio dell’amministrazione delle diligenze di Torino, che da lungo tempo gode di un «illimitato privilegio» di cui approfitta per trasportare «ad un prezzo esorbitante i viaggiatori da Torino a Chambéry e viceversa, tuttoché non sieno sicuri di trovare dei posti».
Ris., 11-11.
10 - Lotteria di oggetti a beneficio delle famiglie povere dei soldati della provincia di Torino richiamati alle armi.
Ris., 10-11; M.ill., 25-11.
13 - Sono prorogati i termini del prestito forzoso.
M. ill., 18-11.
16 - Inaugurazione dell’anno giuridico della Camera dei Conti: discorso dell’avvocato Alessandro Domenico Franchi, sostituto procuratore generale, che espone le condizioni della giustizia amministrativa e della necessità di affidarla a collegi speciali di giudici inamovibili.
G.P., 18-11; Arm., 20-11.
- Inaugurazione dell’anno giuridico del Tribunale di prima cognizione: discorso dell’avvocato fiscale Francesco Spingardi, che tratta del progressivo miglioramento delle leggi e del dovere che incombe ai magistrati di promuoverlo.
G.P., 18-11; Arm., 20-11.
19 - Verso le ore 19 un gruppo di circa 500 individui, riuniti davanti al caffè Venezia a fare chiasso, e passati poi in piazza Castello sotto i balconi del governo, gridano: «abbasso il ministero, vogliamo la guerra». «Furono osservati alcuni che girando qua e colà per la folla raccomandavano di gridare in italiano, anziché usare del proprio dialetto».
Arm., 20-11; Op., 20-11.
- Ripresa delle lezioni di ginnastica tenute da Rodolfo Obermann per giovani d’ambo i sessi. E’ presente anche il fondatore degli asili d’infanzia Ferrante Aporti.
Ris., 17-11, 20-11.
20 - Alla sera, in piazza Castello, altra dimostrazione contro il ministero, repressa dalla cavalleria, dalla fanteria e dalla guardia nazionale. Un ragazzo ha l’orecchio staccato dalla daga di una guardia, un borghese è calpestato dai cavalli.
Op., 20-11, 21-11.
- «Il Risorgimento» interviene a rettificare le affermazioni di un articolo della «Gazzetta del Popolo» sul contegno della guardia nazionale nelle dimostrazioni serali del 19 e del 20: è stata aggredita con pietre e insulti e non ha reagito; ha cercato di sciogliere gli assembramenti con la persuasione; essa stessa è espressione del popolo; ha diritto di pretendere ordine e legalità; non ha usato le armi, né percosso gli arrestati, né sparso sangue.
Ris., 30-11.
21 - Terza dimostrazione ostile al ministero, con salve di fischi.
Arm., 22-11.
24 - Da due sere la città è tranquilla, sono cessate le dimostrazioni: «quando il governo provveda a che non si rinnovino i furti nelle botteghe e nelle case, cesserà pur anche quell’ansietà che tiene l’animo inceppato di tutti gli onesti cittadini».
Arm., 24-11.
25 - Il Circolo Federativo presieduto da Angelo Brofferio fa celebrare, nella chiesa di San Francesco di Paola, un rito funebre in suffragio degli «intrepidi difensori di Vienna», caduti per la libertà del loro paese.
Arm., 29-11; Mill., 2-12.
- Manifestazione di circa 300 studenti universitari contro il nuovo regolamento del ministro Bon Compagni, che vieta ogni riunione di più di 20 studenti, e ogni associazione, anche letteraria, scientifica o educativa; essi chiedono inoltre alla Camera dei deputati di modificare gli articoli illiberali.
Op., 25-11.
- In due sedute l’ufficio elettorale centrale della città, sulla base del numero di voti ottenuti, compila due liste, con 80 nomi la prima, e 20 la seconda costituente la riserva cui attingere per future surrogazioni.
26 - Banchetto nell’albergo Nazionale per festeggiare la vittoria ottenuta da alcuni giornali nel processo intentato alla Confederazione italiana di Gioberti.
M.ill., 2-12,
27 - L’ufficio elettorale centrale esclude, per motivi di ineleggibilità, 6 eletti dalla lista degli 80 consiglieri comunali già eletti, e compila una lista di 12 eleggibili, il doppio degli esclusi, tra i quali gli elettori sceglieranno, in una votazione successiva, 6 nuovi eletti (v. 5 dicembre).
- Il comitato elettorale riunito nella sacrestia della chiesa di San Filippo per le elezioni municipali (v. 26 ottobre) comunica la destinazione della somma raccolta, con i 40 centesimi pagati da ciascun intervenuto: lire 80,50 alla tipografia Pavesio; lire 5,60 spese di cancelleria; lire 33 per mance e spese varie; lire 65 al parroco per elemosine; lire 10 per vendita delle liste elettorali. Totale lire 194,50. I padri di San Filippo hanno assunto a proprio carico le spese di illuminazione.
G.P., 27-11.
DICEMBRE
4 - Dimissioni del ministero Perrone-Pinelli. Alla sera un buon migliaio di cittadini manifesta davanti all’albergo Feder in favore della nomina di Gioberti presidente del Consiglio.
Oo., 5-12; M.ill.. 9-12.
- Il corpo di artiglieria lombarda, nel trasferirsi da San Maurizio Canavese a Carmagnola, sfila in piazza Castello, sotto la loggia reale, ed è passato in rivista da Carlo Alberto.
Ris., 5-12; Arm., 6-12.
5 - Elezione di 6 consiglieri comunali per completare la lista degli 80 (v. 27 novembre). Scarsa affluenza di elettori.
6 - È annunziato ufficialmente che l’Austria ha accettato la mediazione anglo-francese: le trattative si terranno a Bruxelles.
G.P.,7-12.
12 - Proveniente dalla Toscana giunge a Torino Massimo d’Azeglio: si dice che Carlo Alberto voglia affidargli la formazione del nuovo ministero.
Arm., 13-12; 16-12; Op., 13-12.
15 - Giunge a Torino una deputazione genovese per richiedere un ministero «democratico e costituente».
Op., 15-12.
È costituito il nuovo ministero: presieduto da Vincenzo Gioberti, è composto da Riccardo Sineo, Ettore Gerbaix de Sonnaz, Urbano Rattazzi, Vincenzo Ricci, Carlo Cadorna, Domenico Buffa, Sebastiano Tecchio.
16 - Decreto dell’intendente generale della divisione amministrativa di Torino, che conferma la validità dell’elezione di 3 consiglieri comunali fra i 6 esclusi dall’ufficio elettorale (v. 27 novembre), e convoca gli elettori per il 23 dicembre per l’elezione di 3 consiglieri mancanti.
17 - Radunate nella piazza Vittorio Emanuele, le quattro legioni della guardia nazionale di Torino assistono alla consegna della medaglia al valore a un loro ufficiale, il cav. Magnone, che in Lombardia aveva contribuito all’arresto di un corriere austriaco, dai cui dispacci si erano ricavate notizie importantissime.
Ris., 18-12; M.ill., 23-12.
18 - Dimostrazione in piazza Castello a favore di un nuovo ministero Gioberti.
Op., 18 12.
23 - Nuove votazioni per eleggere tre consiglieri comunali che completano la lista degli 80 (v. 16 dicembre). Scarsa affluenza di elettori.
- Riunioni in casa Viale degli esponenti delle «due aristocrazie dell’oro e del sangue», per costituire un circolo politico che possa influire sulle prossime elezioni.
M.ill., 23-12.
24 - L’ufficio centrale elettorale della città pubblica la lista definitiva degli 80 consiglieri eletti, che formano il nuovo Consiglio comunale. Nella lista, occupano il primo posto Giovanni Nigra con 936 voti, e l’ultimo Pietro Baricco con 332 voti.
- Gli studenti universitari danno vita a un proprio circolo politico.
Op., 26-12.
26 - Banchetto dei polacchi presenti in Torino, a cui sono invitati molti ufficiali italiani.
Op., 29-12.
29 - Costituzione dell’associazione denominata «Società promotrice della libertà e dell’ordine», per la difesa della monarchia costituzionale e dei principi liberali.
Arm., 29-12.
30 - Decreto reale che scioglie la Camera dei deputati e convoca i collegi elettorali per il 15 gennaio 1849.
- Cessa le pubblicazioni «Il Mondo illustrato», per i costi eccessivi.
M.ill., 23-12.