Varie, 13 ottobre 2010
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Morrone Domenico
• 1964 (~) • «“Sentivo delle voci dietro la porta, l’indicazione di una donna: il signor Morrone abita qui”. Domenico Morrone, pescatore, non dimenticherà il giorno, e l’ora: 30 gennaio 1991, ore 14,15. Ha 27 anni. Bussano alla sua porta i poliziotti. Viene identificato, portato in questura, interrogato, incarcerato. È accusato di avere ucciso a colpi di pistola, a Taranto, due ragazzi di 15 e 17 anni. Condannato a 21 anni. Una sentenza sbagliata. Dopo il processo di revisione, la Corte di appello di Lecce ha chiuso così la sua disavventura giudiziaria. È innocente. Eppure ha scontato 15 anni di carcere di cui sei in semilibertà. Il 22 aprile 2006 alle 12,15 Morrone è uscito dal carcere di Taranto. “Non c’era nessuno ad attendermi. Mia madre è paralizzata. La fidanzata non ce l’ho più: mi ha lasciato 15 anni fa. Pensava fossi un assassino. Anche lei” [...] i giudici: non hanno creduto a lui ma, alla fine, hanno creduto a due pentiti. Sono stati soprattutto loro a scagionarlo. Ha una voce serena, Morrone: “La mia vita è cambiata. Era inutile piangere. In carcere ho lavorato, ho studiato, letto. Soprattutto le storie di Martin Luther King, Malcom X, Kennedy. Ho lavorato in cucina, nel casellario. Devo dire grazie alle suore: mi hanno voluto bene, mi hanno permesso di frequentare un corso e imparare a usare il computer. In carcere mi sono cresimato. E poi gli agenti penitenziari. Anche loro mi hanno voluto bene. No, non ho sciupato il mio tempo”. [...] Il delitto avviene dinanzi alla scuola media D’Aquino, in un rione popolare che convive con la gigantesca presenza del centro siderurgico Ilva, le casa incollate alle ciminiere e annerite dai fumi. Antonio Sebastio, 15 anni, e Giovanni Battista, 17, aspettano l’uscita da scuola di alcuni amici. Qualcuno punta contro di loro una pistola calibro 22. Spara. Li uccide. Sono le 14. Un quarto d’ora dopo i poliziotti sono a casa di Morrone. È un giovane subacqueo: pesca i frutti di mare e li rivende ai ristoranti. Secondo l’accusa, il movente va ricercato in una lite avvenuta una ventina di giorni prima: Morrone ha litigato con Giovanni Battista, che abita al piano di sopra. Lo accusava di disturbare il vicinato. Il pescatore, dopo la lite, verrà gambizzato. Poi il duplice delitto. Il quadro, agli investigatori, è chiaro. “I giornali scrissero: preso il vendicatore. Ero io: il vendicatore” ricorda Morrone. La madre tenterà di spiegare che alle 14 Domenico era in casa dei vicini per riparare un acquario. I vicini, i coniugi Masone, confermano. Tutti e tre, i Masone e la mamma, vengono condannati per falsa testimonianza, così come due ragazzi che in un primo momento lo accusano come assassino e poi ritrattano. In una carambola di ricorsi, condanne, appelli, rigetti (cinque i gradi di giudizio), viene accolta la richiesta di revisione del processo. Due collaboratori di giustizia, Saverio Martinese e Alessandro Blè, indicano come autore del duplice delitto un pregiudicato già detenuto per altri reati. Movente: uno scippo. La mamma del nuovo presunto assassino - dicono i pentiti - lo stesso giorno del delitto era stata scippata e ferita. Il figlio avrebbe riconosciuto gli scippatori nei due ragazzi. E si è vendicato. È questo il nuovo scenario disegnato dal processo di revisione e dalla decisione della Corte di appello di Lecce, che ha prosciolto Morrone dichiarandolo innocente. “Dopo l’arresto - ricorda il pescatore - il primo permesso per uscire dal carcere l’ho avuto a Natale ’98. Ho vissuto nella cella 3 sezione A, ci stavamo in cinque. Il 17 gennaio 2000 ho avuto la semilibertà. Cella più grande, eravamo dieci, c’era anche l’acqua calda” [...]» (“La Stampa” 23/4/2006) • «Alla fine il pescatore Domenico si è accontentato: quattro milioni e mezzo di euro per aver passato quindici anni in carcere senza motivo. Per aver perso una fidanzata che lo voleva sposare e una madre, che se n’è andata distrutta dal dolore. E anche per aver perso un lavoro, l’imbarco su un motopesca, che era la sua passione. [...]» (Massimo Martinelli, “Il Messaggero” 26/11/2008).