Frammenti, 13 ottobre 2010
Tags : Ugo Dighero
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "DIGHERO
Ugo"
Hanno cominciato a sentirsi male verso le cinque del pomeriggio, chi più chi meno, subito dopo sono comparse chiazze sulla pelle ed eritemi di primo grado, infine gli occhi hanno cominciato a gonfiarsi e a bruciare. In trenta, tra attori e tecnici, sono finiti al Pronto soccorso del Policlinico Umberto I, lo stesso nel quale stavano girando una delle puntate della quarta serie di «Ris» (la si vedrà a febbraio su Canale 5). L’ospedale romano, tristemente noto per inefficienze, sporcizie e controlli alla carlona, stavolta non sarebbe responsabile. In vista delle riprese, la Taodue, che produce, aveva delegato a una ditta la pulizia di una vecchia sala in disuso da due anni, affittata per ambientarvi le scene di medicina legale. Insomma, l’obitorio dove, un po’ alla maniera di «Csi», regna la dottoressa Morandi, interpretata dall’attrice Gea Lionello. Ma qualcuno deve aver esagerato nell’uso di sostanze chimiche. Così, mentre davanti alla cinepresa la bella anatomopatologa descriveva al maresciallo Ugo Dighero e alla carabiniera new entry Giorgia Surina i risultati di un referto autoptico, s’è capito subito che qualcosa non andava nell’aria.
(Michele Anselmi, Il Giornale 8/8/2007)
Gioacchino Basile Palermo 16 giugno 1949. Sindacalista. Operaio dei cantieri navali di Palermo, attivista antimafia, la sua storia è stata raccontata nella fiction A voce alta (è diventato Emanuele Cirinnà e ha il volto di Ugo Dighero)
(Tiziana Lupi, ”Avvenire” 1/6/2006)
[Maurizio Crozza] il gruppo che aveva fondato nell’84 con Giorgio Gallione, suo regista di oggi, e dove nel ’90 erano nati i Broncoviz, Crozza-Dighero-Cesena-Pirovano-Gallione e sua moglie Carla Signoris, la radiosa annunciatrice cotonata di La grande notte (’Progetti insieme? Forse altri due figlic”, scherza lui) [...] ”Ho la tecnica del ’tupamaro’. Sto nella boscaglia, in un angolo, esco, tiro la mia raffica e torno nella boscaglia. la tattica della guerriglia”».
(Anna Bandettini, ”la Repubblica” 23/1/2004