Gina Kolata, la Repubblica 13/10/2010, 13 ottobre 2010
Uno studio condotto negli Stati Uniti e in 12 paesi europei dice che si degrada più velocemente la memoria di chi va in pensione prima
Uno studio condotto negli Stati Uniti e in 12 paesi europei dice che si degrada più velocemente la memoria di chi va in pensione prima. Gli anziani, pensionati e no, dovevano ricordare un elenco di nomi: riuscivano a farlo meglio quelli che ancora lavoravano o erano andati in pensione di recente. Robert Willis, uno degli autori della ricerca, spiega che «non ogni professione è stimolante dal punto di vista mentale, ma le competenze personali - alzarsi al mattino, interagire con il prossimo, sapere quanto conti essere affidabili - sono altrettanto importanti». Altri studiosi però sono cauti: chi ha una memoria più fragile forse va in pensione prima, oppure potrebbero far male le troppe ore davanti alla televisione. Gli autori della ricerca fanno anche notare che: ancora non si sa se sudoku e cruciverba aiutino la memoria, i paesi con peggiori performance mnemoniche sono quelli con politiche contributive, pensioni, sussidi per i disabili e provvedimenti che incoraggiano la gente a lasciare il posto di lavoro a un’età più giovane. (Gina Kolata sul New York Times, ripresa da la Repubblica 13/10).