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 2010  ottobre 12 Martedì calendario

COM’È BELLO LAVORARE NELL’AZIENDA CAMPUS


Sono bellissime, le Aziende Campus, e - come dimostra l’esperienza californiana - fanno anche bene ai fatturati. L’ultima ”made in Italy” è stata aperta poche settimane fa da Renzo Rosso, il creatore della Diesel. Si aggiunge alla “fattoria” di Internet di Riccardo Donadon, uno dei pionieri del web italiano. E alla “Fabrica” dei Benetton che il “sior” Luciano e Oliviero Toscani idearono addirittura negli anni ’90, agli albori del miracolo Nordest.
Sembra proprio che Industra, Creatività e Innovazione, dalle parti del Veneto, debbano essere coniugate con dei luoghi fisici particolari: architetture aperte, dialoganti, naturali. Moderne piazze. Ma anche ritorni alla terra, immersi nel verde, perché - vedi Microsoft o Google - la tranquillità fa lievitare i portafogli.
Ed ecco spuntare vicino a Breganze, provincia di Vicenza, Nordest profondo, il nuovo Diesel Village, 120 milioni di investimento, 50 mila metri quadrati per ospitare un asilo, solarium, ristoranti, auditorium, completati da tetti fotovoltaici e impianti che vanno anche ad energia geotermica. Il re del jeans italiano da un miliardo e 400 milioni di fatturato in tutto il mondo voleva una “capitale”, un luogo dove poter mettere radici nella sua terra: «Prima eravamo dislocati tra diversi sedi, ora siamo uniti. Potrò lavorare in mezzo alla mia gente, ai miei 750 ragazzi. Poter stare tutti insieme rinforza lo spirito di gruppo, accelera anche i processi, le decisioni. Mi sembra di essere tornato all’inizio quando si lavorava gomito a gomito in un mini capannone».
Ma quando si diventa grandi c’è la voglia di organizzare un pensatoio all’altezza dei tempi e dei fatturati. E i Benetton pensarono all’architetto giapponese Tadao Ando per creare nella provincia trevigiana una fucina per nuovi talenti dell’impero costruito intorno ai maglioncini colorati. La chiamarono Fabrica e fu una sfida inedita per il Nordest e originale anche per l’Italia, più abituata all’acciaio e ai mattoni degli impianti Fiat o Eni che ai giovani allo sbaraglio. Fabrica era divisa per settori: cinema, arti, comunicazione, design. Marco Muller, attuale direttore della Biennale cinema, fu uno dei suoi direttori creativi. Ma non era più tempo per le campagne dirompenti di Toscani, arrivò la rivista Colors e la comunicazione Benetton puntò decisamente sul web e divenne anche più istituzionale, più da agenzia che da laboratorio, mantenendo sempre la sua vocazione: ospitare giovani talenti da tutto il mondo. Tanto che ora si vorrebbe realizzare un vero e proprio ostello per loro. Già finito nelle solite guerre burocratiche che frenano ogni progetto di sviluppo.
Un’altra Azienda Campus è la H- Farm di Riccardo Donadon. Ragazzo prodigio e nipote d’arte - lo zio è quello che deratizzava New York e non solo - negli anni ’90 Donadon fondò la E-Tree, l’albero che in una vecchia fornace trevigiana esplorava Internet promuovendo i primi siti web e uno stile molto californiano del business. Nel suo quartier generale c’erano il ping pong e il calcio balilla, gli orari erano liberi come il prosecco. Prima dello sboom di Internet Donadon vendette tutto a un grande gruppo e divenne milionario. Poi tornò in pista con H - Farm, la fattoria restaurata a due passi dalla laguna di Venezia dove campeggia ancora un Silos che serviva per conservare il grano. «Ora abbiamo in programma una nuova “stalla” da 800 metri quadri per ospitare altre 4 società da far decollare entro fine anno - spiega questo pioniere del web da 6 milioni di fatturato - poi investiremo 7 milioni nel nuovo centro direzionale pronto nel 2012 e pensiamo anche allo sbarco al Sud».