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 2010  ottobre 12 Martedì calendario

«Quel disturbo èmolto doloroso: può colpire chi usa male la penna» - Professor Ernesto Valenti, chirurgo ortope­dico, cos’è la sindrome di De Quervein, che ha colpi­to Berlusconi? «È un’infiammazione del­la guaina che contiene i ten­dini estensori del pollice

«Quel disturbo èmolto doloroso: può colpire chi usa male la penna» - Professor Ernesto Valenti, chirurgo ortope­dico, cos’è la sindrome di De Quervein, che ha colpi­to Berlusconi? «È un’infiammazione del­la guaina che contiene i ten­dini estensori del pollice. In pratica, quando si è colpiti da questa patologia non si può più fare il gesto dell’au­tostop... O meglio, chi prova a farlo sente molto male». Ma quanto è doloroso? «Si sentono delle fitte lan­cinanti. È difficilmente sop­portabile e praticamente ini­bisce l’uso della mano». È una patologia diffusa? «Non come il tunnel carpa­le. Ma succede con frequen­za. Però può essere arginata sul nascere. Di fronte ad una tendinite si mette a riposo la parte e con una terapia loca­le va a posto. Se uno si trascu­ra peggiora. E questo acca­de soprattutto alle mam­me ». Le mamme? «Certo, è meglio dire alle neo-mamme, quelle che tengono a lungo in braccio il proprio bambino. Per abitu­dine, infatti, la donna in quella posizione porta il pol­lice in ipertensione ed è il classico modo per infiam­mare il tendine». Però questa sindrome ha colpito anche il presiden­te del Consiglio. «Lo so, lo so. Ma statistica­mente le mamme sono le più colpite. Poi ci sono gli uo­mini e per loro le cause della tendinite sono le più varie. Per esempio, ne sono colpiti i musicisti, oppure chi lavo­ra al computer e usa molto il mouse. Infine gli sportivi che usano la mano in modo ripetitivo e molto a lungo». Insomma è questa sindro­me un’insidia di­tutti i mo­vimenti della mano che ri­petiamo tutto il giorno in modo automatico. «Esatto, e l’infiammazio­ne del premier potrebbe es­sere stata provocata dalla posizione della penna quan­do scrive, oppure è abituato a mantenere in tensione la mano quando parla o si muove. Insomma, ci sono di­verse variabili da considera­re ma tutte rientrano nella gestualità quotidiana». Ma con la tendinite si de­ve arrivare necessaria­mente all’operazione? «No, assolutamente. In ge­nerale la fisioterapia, un tu­tore e una terapia locale ri­solvono l’infiammazione e non serve l’intervento. Ma è necessario mettere a riposo la mano. Se uno non si fer­ma, l’infiammazione peg­giora e diventa acuta». E si arriva al bisturi. «Sì, perché diventa tendi­nite crepitante e la risolve so­lo il chirurgo. Ma non è un intervento complesso. Si opera in anestesia locale: si apre la guaina che racchiu­de i tendini estensori il cui movimento risulta quindi li­bero e non ostacolato». E dopo si guarisce subi­to? «Il recupero è molto rapi­do perché l’operazione di per sé è già risolutiva. Il dolo­re scompare nel giro di po­chi giorni. E la mano riacqui­sta tutta la sua forza, basta solo un po’ di fisioterapia e qualche giorno di riposo».