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 2010  ottobre 12 Martedì calendario

Cina, il dissidente ricercato torna da tycoon in incognito - Nell’eccitazione che ha accompagnato, il mese scorso, l’arrivo in Cina di Warren Buffett e Bill Gates, una persona sembra essere scivolata quasi inosservata: Li Lu, uno dei leader degli studenti durante le proteste di piazza Tienanmen nel 1989, che figura ancora sulla lista dei ricercati del governo centrale di Pechino Li, che ha avuto grande successo negli Stati Uniti come manager nel settore dei fondi d’investimento e che, secondo alcuni, è il successore prescelto di Buffett alla Berkshire Hathaway, era stato messo al bando in Cina dalla sua fuga in Francia e poi negli Stati Uniti in seguito alla repressione violenta del governo contro i manifestanti nel 1989

Cina, il dissidente ricercato torna da tycoon in incognito - Nell’eccitazione che ha accompagnato, il mese scorso, l’arrivo in Cina di Warren Buffett e Bill Gates, una persona sembra essere scivolata quasi inosservata: Li Lu, uno dei leader degli studenti durante le proteste di piazza Tienanmen nel 1989, che figura ancora sulla lista dei ricercati del governo centrale di Pechino Li, che ha avuto grande successo negli Stati Uniti come manager nel settore dei fondi d’investimento e che, secondo alcuni, è il successore prescelto di Buffett alla Berkshire Hathaway, era stato messo al bando in Cina dalla sua fuga in Francia e poi negli Stati Uniti in seguito alla repressione violenta del governo contro i manifestanti nel 1989. Tuttavia, Li ha fatto parte del seguito di Buffett quando recentemente ha visitato Shenzhen per la prima volta in occasione di un convegno di azionisti della BYD. Un dipendente dell’Himalaya Capital, il fondo d’investimento americano di Li, ha confermato la sua presenza a Shenzhen, ma Li non si è reso disponibile per commentare i dettagli della visita o spiegare come è riuscito a ottenere il visto avuto dal governo centrale. Sono trapelate anche direttive governative ai media di Stato che hanno confermato la presenza di Li, insieme a una direttiva dell’Ufficio provinciale di propaganda del Guangdong che ricordava ai giornalisti della Cina continentali alla convention della BYD che erano autorizzati a «prendere solo foto di Warren Buffett e non di Li Lu». La sicurezza durante il convegno era molto alta ed è stato vietato l’ingresso ai rappresentanti di media stranieri. Li, di cui si dice che sia stato proprio lui a presentare Buffett al produttore di automobili BYD, e che, secondo il Wall Street Journal è egli stesso proprietario di un 2,5% di azioni della società, dopo essere fuggito dalla Cina e prima di iniziare la sua carriera nella finanza ha trascorso diversi anni alla Columbia University di New York per imparare l’inglese, laureandosi contemporaneamente in economia e giurisprudenza, conseguendo anche una laurea di specializzazione in imprenditoria. Pare che negli ultimi anni il divieto di ingresso in Cina per Li sia già stato occasionalmente allentato per permettergli brevi viaggi d’affari. Ma la direttiva del governo di Pechino ai media cinesi su come trattare questa ultima sua apparizione nella Repubblica popolare dimostra quanto sia ancora delicata la situazione intorno alle persone coinvolte nelle proteste studentesche del 1989. La direttiva dell’Ufficio della propaganda del Guangdong inviata ai media locali diceva che, secondo le istruzioni del governo, Li non poteva rendersi «molto visibile» durante la sua permanenza in Cina. Il professor Jiang Wenran, dell’Istituto di ricerche sulla Cina all’Università di Alberta, in Canada, ha dichiarato: «Nel corso degli anni il governo cinese sembra aver sviluppato verso gli ex membri del movimento studentesco del 1989 un tipo di politica per cui, se non sono rimasti ancora attivamente coinvolti nella politica, li si lascia più o meno in pace». Nonostante questo, pare che il governo centrale di Pechino continui ad adottare un atteggiamento cauto nei confronti di Li, che rimane nella lista dei ricercati. «Li è una persona importante, entro pochi anni potrebbe essere alla guida di una delle più grandi società di investimento del mondo», ha detto Jiang. «La Cina non vuole perdersi le grandi opportunità economiche che questa situazione potenzialmente può offrire, ma allo stesso tempo non vuole un ritorno trionfale di Li alla presenza dei media, ecco il motivo dello strano compromesso messo in atto in queste ultime settimane», ha aggiunto. Sebastian Veg, un ex ricercatore del Centro francese per la Ricerca sulla Cina Contemporanea di Hong Kong, ha dichiarato: «Il fatto che Warren Buffett abbia portato Li Lu con sè la dice lunga sul prestigio di cui godono gli imprenditori di spicco in Cina. E molto difficile immaginare che un politico di rilievo chieda di essere accompagnato in un viaggio ufficiale in Cina da un ex dissidente». A Hong Kong i media dicono che Li è entrato grazie a un passaporto statunitense con un visto speciale, dopo aver ricevuto il permesso dal governo centrale. «Se questo procedimento vale per Li sarebbe interessante vedere se può essere esteso agli altri ex leader studenteschi del 1989», si interroga Jiang. «Possiamo solo ipotizzare cosa accadrebbe se Chai Ling cercasse di tornare per fare affari in Cina, dal momento che lei non è importante come Li», aggiunge. Chai, nota come il «comandante in capo» durante le proteste degli studenti di ventuno anni fa, oggi gestisce negli Stati Uniti una societa di software educativo per la scuola superiore, che ha fondato insieme con il marito. Nella fase preparatoria alla molto pubblicizzata visita di Gates e Buffett nella Repubblica popolare, ai media di Stato cinesi è stato anche proibito di scrivere qualunque cosa negativa su Chen Guangbiao, il miliardario del riciclaggio che si è impegnato a dare tutti i suoi soldi in beneficenza. Chen è uno dei pochi miliardari della Cina continentale che abbia aderito finora all’appello alla filantropia lanciato da Bill Gates e Warren Buffett. Copyright South China Morning Post Traduzione di Carla Reschia