Eugenio Capodacqua, la Repubblica 11/10/2010, 11 ottobre 2010
«Il ciclismo sarebbe uno sport bellissimo, ma è malato dentro. Mio figlio Mattia mi ha detto che nell’ambiente non si parla altro che di sostanze, farmaci, pratiche più o meno lecite
«Il ciclismo sarebbe uno sport bellissimo, ma è malato dentro. Mio figlio Mattia mi ha detto che nell’ambiente non si parla altro che di sostanze, farmaci, pratiche più o meno lecite. È una catena, un passa parola continuo. E piano piano emerge l’idea che se non ti aiuti non riesci a competere. Ai miei tempi c’erano gli stimolanti, ma se facevi la vita da atleta potevi emergere anche senza; oggi gira roba che fa una grande differenza. O ti adegui o smetti di correre». (Pierino Gavazzi)