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 2010  ottobre 11 Lunedì calendario

Trovatevi una mattinata libera per il libro di D’Orrico - Sul numero in edicola di first , il mensile di Panorama , si può trovare un’intervista di Andrea Marcenaro al critico, e aspi­rante romanziere, Antonio D’Orrico

Trovatevi una mattinata libera per il libro di D’Orrico - Sul numero in edicola di first , il mensile di Panorama , si può trovare un’intervista di Andrea Marcenaro al critico, e aspi­rante romanziere, Antonio D’Orrico. Un’intervista molto di­vertente. In cui, per promuovere il libro del suo esordio lette­rario (che uscirà, come sempre accade quando si tratta di scrittori che disprezzano il Berlusconi politico, per la Monda­dori del Berlusconi editore), si lamenta dei «colleghi» giorna­listi e scrittori che parlano male di lui (tra i quali fa i nomi di: Serino, Scarpa, Onofri, Mascheroni, Parente, Langone...); mette le mani avanti facendo capire che il suo libro sarà un pastiche di frasi e situazioni ispirate (plagiate?) ai grandi auto­ri della letteratura mondiale; continua imperterrito a sostene­re che Faletti e Piperno sono i più grandi scrittori italiani vi­venti (??); prende le distanze dalle «sparate» di Vito Mancuso contro la Mondadori per poter più liberamente pubblicare per Mondadori, pur disprezzando l’editore della Mondadori (e allora perché non pubblichi per qualcuno che non sia la Mondadori???); e alla fine se la prende con i «ragazzi del Gior­nale » (che una volta incautamente hanno fatto notare che difficilmente Antonio D’Orrico può davvero leggere tutti i li­bri che recensisce, visto il numero abnorme di pagine che ogni mese dovrebbe sorbirsi) liquidandoli con un «e comun­que 200 pagine in una mattinata si leggono, si leggono. Se i ragazzi non sanno leggere, capisco che avranno dei proble­mi. Ma il problema, come sempre è loro, non mio». Il prossi­mo romanzo di D’Orrico, che esce tra poche settimane, sarà esattamente di 200 pagine. Si dice in giro che alcuni «colle­ghi » (tra i quali si fanno i nomi di: Serino, Scarpa, Onofri, Mascheroni, Parente, Langone) non vedano l’ora di prender­si una mattinata libera per leggerlo.