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 2010  ottobre 11 Lunedì calendario

L’Unità ha un padrone: il Pd E Concita finge di non saperlo - Partendo dalla fine di que­sta storia, si potrebbe dire così: se è di destra è bieco e depreca­bile dossieraggio, se è di sini­stra è salvifico e virtuoso giorna­lismo d’inchiesta

L’Unità ha un padrone: il Pd E Concita finge di non saperlo - Partendo dalla fine di que­sta storia, si potrebbe dire così: se è di destra è bieco e depreca­bile dossieraggio, se è di sini­stra è salvifico e virtuoso giorna­lismo d’inchiesta. Che è anche un po’ come dire che se sei oc­chialuta e bionda e ti chiami Concita De Gregorio e il quoti­diano che dirigi guarda al Pd al­lora sì, tu puoi ; ma se sei occhia­l­uto e pelato e ti chiami Alessan­dro Sallusti e il tuo quotidiano guarda al Pdl allora no, tu non puoi . Perché al netto dei dos­sier che non ci sono e dei segugi che invece ci sono ma a Manto­va non ci vanno nemmeno in vacanza e di Nicola Porro che scherzava e della Sciura Marce­gaglia che si preoccupava e dei pm che non gli pareva vero, ec­co, al netto di tutto resta che l’Unità sta al Pd almeno quan­to il Giornale sta al Pdl. Non ci piove, anzi, piovono finanzia­menti pubblici: non al Giorna­le , che infatti non è del Pdl, ma all’ Unità , che infatti è del Pd e come tale nel 2009, per il 2008, ha messo in cassa quasi 6,4 mi­lioni di «Contributi per testate organi di partiti e movimenti politici che abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle camere o rappresentanze nel Parlamento europeo». Hai voglia ad accapigliartici, con la De Gregorio, come ha fat­to Sallusti l’altra sera a «In On­da » su La7. Lei a dire che «la dif­ferenza fra noi è che io non so­no eterodiretta, mentre il suo è il giornale di Berlusconi», lui al­libito: «E il suo è il giornale del Pd, infatti lei fa inchieste sulle notti di Berlusconi con ragazze maggiorenni e vaccinate, ma non sulle notti di Fassino». Non è dato sapere se il di lei stra­buzzare d’occhi fosse per l’ac­cusa in sé o al pensiero di met­tersi alle calcagna delle notti fassiniane, ma questo non cam­bia la sostanza. E la sostanza è che se il Giornale è del fratello del presidente del Consiglio e certo non lo nega, l’Unità è del Pd, epperò nega. Dice infatti la De Gregorio che il suo editore, tal Soru Renato, non è uno sco­­nosciuto, è vero,«è l’imprendi­tore che ha inventato Tiscali », e giura: macché Pd, io sono indi­pendente. Omette di dire, la De Gregorio, che Soru è stato go­vernatore della Sardegna: non da indipendente, ma col Pd. E mica ci passava per caso, nel Pd, visto che dal 2007 è nel «Co­mitato dei 45 » che riunisce i lea­der democratici. Quando s’è comprato l’Uni­tà , evitando l’ingresso del «ne­mico » Angelucci già editore di Libero e del Riformista , Soru ha annunciato che avrebbe rinun­ciato ai finanziamenti pubbli­ci, guadagnandosi il plauso di Beppe Grillo. Era il 5 giugno 2008. Nel 2009 i contributi sono arrivati lo stesso: 6,4 milioni contro i 3 del Secolo d’Italia ei4 della Padania , comunque il contributo più alto in assoluto. Ma era giusto, perché i soldi ar­rivano l’anno successivo per il precedente. Sul 2010, ancora non è dato sapere quali siano stati gli stanziamenti del gover­no. Di certo c’è che la rassegna stampa sulle ipotesi di tagli ai contributi pubblici dal 2008 in poi tira sempre in causa anche l’Unità fra gli altri organi di par­tito a­rischio chiusura per il dan­no economico. E a raccontare il condizionamento che l’Unità subisce, eccome, dal Pd, si po­trebbe scomodare il fatto che la stessa Concita fu nominata, con Soru già editore,dall’allora segretario Walter Veltroni, stan­co di venire pungolato da un sempre più scomodo Antonio Padellaro, che dal nuovo diret­tore venne persino censurato quando pubblicò un libro affat­to tenero col centrosinistra. Ma su tutto, a fugare ogni dubbio c’è quello che lo stesso Comitato di redazione dell’ Un­i­tà ha messo nero su bianco non tre anni fa, ma il 22 settembre scorso. «Cari amici, cari compa­gni » esordisce la lettera con cui il Cdr esprime preoccupazione per l’annunciata volontà da parte dell’editore di chiudere le cronache locali di Emilia Ro­magna e Toscana «con conse­guenti 11 eccedenze di perso­nale giornalistico ». È indirizza­ta ai gruppi parlamentari del Pd, quella lettera. Il Cdr chiede «un incontro urgente con i capi­gruppo del Pd, Dario France­schini e Anna Finocchiaro, e gli uffici di presidenza» per «parla­re del giornale, a cui voi contri­buite attraverso il finanziamen­to pubblico». Se lo dicono loro, forse la De Gregorio non li po­trà smentire. Resta da annotare che, a pro­posito di schiena dritta, dopo aver rumorosamente annun­ciato il famigerato dossier anti Emma del Giornale , ieri l’Uni­tà non ha scritto una-riga-una sul fatto che quel dossier era composto proprio di articoli dell’ Unità e di altre testate anti­berlusconiane, scherzetto. Quindi, ricapitolando: se sei sti­pendiato da Berlusconi fai dos­sier, se sei stipendiato dal Pd fai inchieste. Antonio Gramsci era sardo come Soru, ma forse dis­sentirebbe.