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 2010  ottobre 11 Lunedì calendario

I VIGILI URBANI TORNANO A SCUOLA TROPPO COMPLICATE LE NORME DEL NUOVO CODICE DELLA STRADA

Il tormento del nostro Codice della strada non conosce tregua: è vecchio di 30 anni ed è stato revisionato profondamente 17 anni fa, per poi essere stato appesantito da 70 interventi legislativi (71 con quello dello scorso luglio) fino a diventare quello che è oggi: una sorta di complicatissimo librone che regola tutto, dalla circolazione stradale agli aspetti tecnici di omologazione di auto, moto e camion. Una cosa talmente complicata che i vigili dovranno tornare sui banchi di scuola per capirla. Gli uomini della Polizia locale della Lombardia sono stati infatti i primi, lo scorso settembre, ad entrare in classe, visto che la regione è la prima in Italia che, attraverso il suo Istituto di formazione (Iref) e un pool di esperti, ha deciso di formare coloro che quotidianamente sono impegnati a garantire la sicurezza e le regole sulle strade.
Ma anche questa iniziativa mette in stato di accusa il Codice della Strada: se gli stessi professionisti della circolazione non ci hanno capito nulla, al punto di dover tornare a scuola, figuriamoci cosa ne possono sapere i normali cittadini di regole e regolette varie. E non è un difetto da poco perché uno dei requisiti fondamentali di ogni legge dovrebbe essere proprio quello di essere comprensibile da tutti per poter essere quindi più facilmente rispettata. E invece no: le complicazioni sono lampanti e, per capirle, basta guardare il programma didattico a cui devono sottoporsi gli agenti. Il corso è composto da ben cinque sessioni: nelle prime due si affronteranno i temi legati alle conseguenze della guida in stato di ebbrezza e sotto gli effetti di stupefacenti o psicotrope e le nuove sanzioni. La terza e la quarta sessione saranno invece dedicate ai nuovi requisiti per chi vuole prendere la patente, con le conseguenti limitazioni per i neopatentati, e alla nuova disciplina sanzionatoria dei tempi di guida e di riposo. Infine saranno affrontati i temi relativi alle modifiche degli accertamenti e alla notifica delle violazioni, al pagamento immediato delle contravvenzioni e al ricorso al giudice di pace.
Comunque va dato atto al Codice di costituire comunque una importante svolta sul fronte della sicurezza stradale. Un esempio per tutti: in caso di incidente mortale sarà ritirata la patente a chi lo ha provocato, per un periodo che può arrivare a quattro anni. Ma per i conducenti in stato di ebbrezza o drogati si arriva al ritiro immediato della patente e alla sospensione provvisoria fino a cinque anni, ma essi saranno colpiti non solo dalla revoca immediata del permesso di guida con impossibilità di conseguire una nuova patente prima di cinque anni, ma rischieranno la reclusione da tre a dieci anni (pena aumentata fino al triplo, ma non più di 15 anni, nel caso di morte di più persone). Con la sanzione accessoria della confisca dell’auto dopo la sentenza di condanna, anche con condizionale.
Non si tratta però solo di sanzioni, il nuovo Codice guarda anche avanti e pensa finalmente agli automobilisti di domani: dall’anno scolastico 2011/12 in tutti i corsi si introdurrà l’educazione stradale. Una decisione in realtà vecchia e mai attuata, considerato che già nel 1994 un decreto interministeriale aveva definito dettagliati programmi di insegnamento di educazione stradale per tutti gli ordini e gradi di scuola. Poi non se ne fece più nulla, per la solita mancanza di fondi: stavolta è diverso perché una parte dei proventi derivanti dalle violazioni del codice della strada di spettanza dello Stato, come la guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe, dovranno per legge finire al ministero dell’istruzione con lo scopo specifico di avviare lezioni sull’importanza dei comportamenti virtuosi al volante. Per saperne di più sul tema bisognerà però aspettare un decreto interministeriale che dovrà essere emesso entro 180 giorni dalla pubblicazione della legge: quindi tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio 2011.