Il Sole 24 Ore 10/10/2010, 10 ottobre 2010
BATTAGLIE, ARMI ED EROI
Oh mia patria sì bella e perduta!
Il popolo e i suoi eroi
1 Gli abitanti di Parga che abbandonano la loro patria (1831) di Hayez, dove come aveva affermato Mazzini il popolo diventa protagonista della storia, anticipa lo spirito del coro «Va pensiero» del Nabucco di Verdi, struggente rievocazione del dramma degli ebrei costretti ad abbandonare la patria occupata dall’esercito babilonese. Il dipinto costituisce, insieme alle due celebri statue di Vela e di Puttinati Spartaco e Masaniello che esaltano i due grandi ribelli di estrazione popolare, un significativo preludio al clima della pittura risorgimentale.
L’epopea delle battaglie. Dalla Crimea
alla Seconda guerra di indipendenza
1 La sezione è dominata dalla monumentale Battaglia della Cernaja di Gerolamo Induno, eseguito nel 1857 al ritorno dalla spedizione in Crimea insieme all’esercito piemontese. L’opera, dove gli umili soldati e i feriti diventano i veri protagonisti dell’evento, ha segnato l’inizio della pittura militare del Risorgimento, rappresentata da altri straordinari esempi, relativi alla Seconda guerra di indipendenza, come La presa di Palestro e La battaglia di Magenta di Induno, o il grandioso Assalto a Madonna della Scoperta di Fattori.
L’epopea delle battaglie. Dalla Seconda guerra
di indipendenza alla breccia di Porta Pia
1 I volontari al seguito di Garibaldi ebbero un ruolo fondamentale nella Seconda guerra di indipendenza ricordato nell’immenso dipinto di Eleuterio Pagliano Il passaggio del Ticino a Sesto Calende dei Cacciatori delle Alpi il 23 maggio 1859. Lo straordinario taglio fotografico di quest’opera lo si ritrova nella Battaglia di Varese di Faruffini che rappresenta sempre i Cacciatori delle Alpi impegnati in uno scontro dove morì Ernesto Cairoli, ma soprattutto in due celebri dipinti del napoletano Cammarano dedicati alla leggendaria presa di Porta Pia.
1848-1849. Oh giornate del nostro riscatto!
1 Abbandonato il registro epico dei grandi quadri esposti al primo piano, al secondo piano delle Scuderie sono presentati dipinti di dimensioni ridotte, non di soggetto militare, ma relativi alla rappresentazione dei risvolti umani e domestici delle vicende risorgimentali. Questa sezione introduttiva alla seconda parte della mostra ricorda, con commoventi capolavori come la Meditazione di Hayez, allegoria dell’Italia sconfitta, o La trasteverina colpita da una bomba di Induno i tragici fatti del 1848 e 1849 a Milano, Venezia e Roma.
Garibaldi e le camicie rosse: il 1859,
l’impresa dei Mille
1 Nei dipinti di interni del macchiaiolo Borrani
(Il 26 aprile 1859) o di Induno (La lettera dal campo, Il racconto del ferito) i riflessi delle grandi battaglie o delle lotte politiche sono vissuti "dietro le quinte", nel tessuto umile della vita di tutti i giorni. Anche la popolare epopea garibaldina non ha assunto in pittura toni celebrativi, come dimostrano il ritratto di Garibaldi di Lega, L’imbarco a Genova del generale Garibaldi di Induno, il Garibaldi a Palermo di Fattori che ha ispirato una scena del film Il Gattopardo di Luchino Visconti.
Garibaldi e le camicie rosse: Aspromonte
1 Nella Sepoltura garibaldina del siciliano Liardo il pianto di due donne davanti alla bara di un garibaldino ricorda il sacrificio di coloro che morirono per il sogno unitario. Questo sogno venne infranto nel grave episodio di Aspromonte, quando il 29 agosto 1862 Garibaldi, diretto a Roma per liberarla, venne fermato e ferito dall’esercito dell’Italia unita.
La camicia rossa Induno, che partecipò all’evento, ce ne ha lasciato una drammatica memoria nel magnifico dipinto dove i protagonisti, noti e anonimi, sono identificati uno per uno.
La delusione di Villafranca
1 Alla felicità dei milanesi per la liberazione della loro terra, rappresentata nella splendida veduta di piazza del Duomo di Luigi Medici dove le guglie della cattedrale sono illuminate dal fuoco di bengala tricolore, doveva subentrare l’amarezza per l’armistizio di Villafranca che lasciava il Veneto in mano dell’Austria sconfitta. Domenico Induno ha saputo rappresentare con profonda partecipazione questo espisodio in una grande scena di popolo ambientata nel cortile di un’osteria fuori porta.
Il sacrificio e la gloria
1 La Partenza dei coscritti di Induno, realizzata nel 1878 per il Palazzo Reale di Milano in cui si trovavano in origine diversi dei dipinti esposti in questa mostra, illustra l’addio alle famiglie dei giovani partiti per la III (e ultima) guerra di indipendenza che avrebbe liberato il Veneto. All’atmosfera gioiosa di questo evento si contrappone la forza tragica di due capolavori di Fattori, Lo staffato e Lo scoppio del cassone, la cui forza di denuncia degli orrori della guerra è stata paragonata a quella delle celebri incisioni di Goya.